La Coppa America vola fino a Valencia di Giovanni Cerruti

La Coppa America vola fino a Valencia La Coppa America vola fino a Valencia Napoli perde la sfida. Bertarelli: «La Spagna ha vinto per ragioni unicamente sportive. Il campo di regata è il migliore». I vincitori esultano: «Volete cominciare già domani? Noi siamo pronti» Giovanni Cerruti inviato a GINEVRA Bisogna esser bravi per metter su questo bel circo, richiamare giornalisti dalla lontana Nuova Zelanda e pure dal Senegal, annunciare che la città prescelta sarà comunicata alle 11,51, illudere Lisbona e Marsiglia e Napoh fino all'ultimo minuto e alle 11,51 cominciare a rosoloare le speranze con il Commodoro Pierre-Yves Firmenich che rallenta le parole e ci metterà tre minuti per dire: «Valencia!». E sono bravi gli spagnoli, con il robusto José Salinas presidente del Consorzio Valencia 2007 che saltella come un bambino febee, i pugni chiusi, e sembra davvero sorpreso. Ma va? E la sorpresa dove sarebbe? Nel salone del President Wilson Hotel finiscono i sogni napoletani. E' un elegante pemacchio svizzero, la prossima Coppa America ora vola in Spagna, appuntamento al 2007. Perchè la paella e non la pizza, si domanda a Emesto Bertarelli, l'italosvizzero della multinazionale Serono e di Alinghi, primo Team a portare la Coppa America in Europa in 152 anni. «Per ragioni unicamente sportive», risponde dispiaciuto: «Peccato per Napoli, una candidatura che ho proprio sentito». Rita Barbera, sindaco di Valencia, ha già calcolato il business: almeno 1 miliardo e mezzo di euro più 15 mila posti di lavoro. Cerimonia sobria, piuttosto svizzera, niente luminarie o stravaganze. Nelle prime file i rappresentanti dele quattro città. Napoletani nervosi, spagnoli tranquilli, marsighesi seccati, portoghesi i più agitati. Il gioco prevede che nulla si sappia, nulla sia certo, chi dice Valencia prova ad indovinare. Da almeno un mese non c'è un velista che non dica Valencia, ma non importa. E Bruno Troublè, il gentiluomo francese che ancora una volta ha assicurato alla Louis Vuitton la sponsorizzazione della Coppa, da giorni ripete agli amici «dovrò imparare lo spagnolo». Prova ad indovinare anche lui? A Ginevra si scopre che avevano ragione i napoletanissimi allegroni del sito Internet «a' Coppamerica»: «Possiamo sperare solo in San Gennaker». Valencia ha vinto non solo per «ragioni unicamente sportive», come giura BertareUi. Il motivo vero, quando ha finito con i saltelli, lo spiega José Salinas: «E' che noi a Valencia siamo già pronti. Volete cominciare le regate domani? Benissimo, cominciamo domani. Le altre città, sia pure con ottimi progetti, sono ancora agli inizi. Noi invece abbiamo già finito, ci manca solo una pista dell'aeroporto e il treno veloce con Madrid». Dettagli, per un velista. Per Prancesco de Angelis, lo skipper di Luna Rossa, Napoli sarebbe stata una scelta febee: «E' la mia città, ci mancherebbe altro. Ma ora che hanno scelto Valencia pensiamo a Valencia». Vincenzo Onorato, il signor ((traghetti Moby Lines» nonché annatore di «Mascalzone Latino», altro napoletano, dice che «Valencia è la scelta tra le meno peggio». Perchè per lui la mighore sarebbe stata Napoh, si capisce. Ma nessuno tra i velisti, nemmeno il decano di Coppa America Dennis Conner o l'altro napoletano Paolo Gian, ha lagnanze sulla scelta. Coro italiano: «Vinceremo a Valencia e porteremo la Coppa a Napoli!». Chi rosica è la delegazione che si sente illusa, o forse vittima di decisioni che proprio «unicamente sportive» non sarebbero. Francesco Nerli, già deputato ds e ora ^residente dell'Ente Porto di Napoi, cita il sindacalista Giuseppe Di Vittorio: «1 soldi fanno andare l'acqua all'insù». Tra imo sfogo e uno sfottò dice che ((hanno scelto i Borboni di oggi al posto di quelli che c'erano già». Ha ascoltato BertareUi promettere attenzione per le tre città incornate da Valencia, magari le regate dal settembre 2004: «Presentino un progetto e questa volta valuteremo noi. Ma se è un lecca-lecca, no grazie...». Va avanti un'ora la cerimonia. Chi Iba presa peggio sono i delegati di Lisbona, che adesso urlano in diretta per la tv portoghese. BertareUi li chiamerà in una saletta per ringraziarli tutti, quasi per scusarsi, e pazienza per qualche piccola ILVERDETTO DI GINEVRA bugia: ((Abbiamo preso questa nostra decisione solo questa mattina». Una spiegazione: «E' stato determinante il vento. Dai nostri studi in Nuova Zelanda c'erano 15 giorni a rischio di non regate ogni mese. A Valencia solo imo al mese». Va da sé che le tre escluse avrebbero più giornate critiche. Convinti tutti? Forse no. Convinto lei, presidente Nerii? «Non lo so». I signori deUa vela sono già a Valencia, appresso aUa Coppa America. Grande festa, ieri notte. Oggi conferenza stampa di ringraziamento del sindaco Barbera, una visita in torpedone sul lungomare, ritomo a Ginevra e subito al lavoro per definire regole e iscrizioni. «Tradizione, modernità, innovazione» saranno le caratteristiche annunciate da Michel Bonnefous, U responsabile del grande circo deUa Coppa America. Stanno pensando anche a regate di flotta, tutte le barche assieme, «sarebbe uno spettacolo straordinario». La Vuitton Cup dal 3 aprile 2007. La Coppa America dal 23 giugno. Poco più di tre armi, ma non sembra molto. Basta osservare uno come Francesco de Angelis: è ancora in ambasce perchè non conosce il suo destino, tra Brada e chi altro, ma ha già fretta di cominciare. «Tradizione, modernità, inr novazione», più televisione&denari. Per chi la organizza la Coppa è l'Evento. Partiranno presto, settembre 2004, con regate spettacolo. L'attenzione, come l'audience, dovrà crescere fino al 2007. Quando si saprà quanti Team si sfideranno e chi tenterà di strappare la Coppa alla multinazionale svizzera di BertareUi. Da NapoU, il sito «a' Coppamerica» invoca un malocchio globale. La festa a Valencia