Ancora super Sheva il Milan è promosso di Marco Ansaldo

Ancora super Sheva il Milan è promosso CHAMPIONS LEAGUE: GRANDE VITTORIA SUL CAMPO DELL'AJAX Ancora super Sheva il Milan è promosso L'ucraino segna il primo gol della storia rossonera ad Amsterdam Già rimaneggiati, gli olandesi perdono anche Ibrahimovic nella ripresa Diventa una formalità l'ultimo impegno interno contro il Celta Vigo Marco Ansaldo inviato a AMSTERDAM Va avanti il Milan e non ci si può lamentare se non ha dato spettacolo per battere TAjax, perchè con gli ultimi chiari di luna delle squadre italiane in Europa è ora di tornare nella cesta e di accontentarsi del risultato. Tre gol per tre vittorie e la qualificazione agli ottavi di Champions League con un turno di anticipo e la possibilità di gestire la prossima partita contro il Celta Vigo, alla vigilia della partenza per il Giappone. E' andato tutto secondo i voti di Ancelotti. Il gol di Shevchenko all'inizio del secondo tempo è anche il primo che il Milan abbia mai segnato ad Amsterdam: evento storico, ma della storia in questo momento il Milan non sa che farsene. E' stata fin qui una squadra sparagnina, più simile al finale dello scorso anno in Coppa (segnò soltanto un gol tra semifinali e finale) che all'inizio quando reincarnava la filosofia dello spettacolo dei tempi sacchiani. Certo, ai rossoneri non capiterà più un'occasione del genere. LAjax, per necessità e un po' per filosofia, era come le truppe del Terzo Reich sul finire della guerra, quando per disperazione chiamarono a combattere i bambini: ventidue anni di età media, una squadra che potrebbe quasi partecipare al Tomeo di Viareggio e che Ronald Koeman ha schierato nella Champions League, nel match più delicato per gli olandesi. La gioventù ha intenerito i milanisti che l'hanno superata da un pezzo. Invece di mandare in crisi gli avversari con una pressione alla quale non avrebbero retto, i milanisti hanno permesso loro di respirare nel primo tempo e sciorinare quel gioco arioso tipico della scuola Ajax, con lanci di cinquanta metri a tagliare il campo e la palla tenuta bassa nel fraseggio. I ragaz- zini, sotto la guida di nonno Galasek (31 anni), prendevano fiducia. L'animosità l'avevano nel Dna, picchiavano senza rispetto gli anziani avversari. Koeman temeva le accelerazioni di Kakà in contropiede e gli appiccicava la marcatura a uomo di Obodai, pirata ghanese con gli uncini ai piedi: quando li piazzava sulla palla erano guai per l'Ajax, quando li appoggiava sugli stinchi di Kakà erano dolori per il brasiliano, poqo abituato a questo tipo di massaggi. Inzaghi era visibilmente fuori condizione, dopo un mese di cure. Arrivava sul pallone conia velocità di un carretto siciliano. Al 6' calciava alto, al 20' e al 28' non aveva la prontezza per battere a rete i suggerimenti di un Pirlo ispirato. Il Milan non aveva altre occasioni da gol, salvo una rete annullata a Shevchenko con il gioco fermo per la spintarella di Inzaghi a Yakubu. L'Ajax faceva anche meno. Il genietto attesissimo di Sneijder era congelato dalla responsabilità, c'era Ibrahimovic a proporre palloni con il passo algido di un nobile russo ma oltre al solito titic-titoc non si andava. In avanti lo affiancava un rumeno di 18 anni, il piccolo Mitea, perchè c'è pure questo nei giocatori dell'Ajax che oltre ad essere giovani, sono spesso piccolini e la stazza di Maldini e di Laursen (pur alle prese con lenti che non volevano stare a contatto) li soffocava. Il pericolo per il Milan veniva dal colpo di testa di De Jong sul calcio d'angolo di Mitea, palla alta all'll. Nient'altro. Non c'era aggressività nel Milan. Le punte giravano a vuoto, Kakà si riprendeva dalla marcatura asfissiante intorno alla mezz'ora. Sulla destra Cafu aveva gioco facile ma Costacurta a sinistra non saliva mai ad appoggiare l'attacco e De Jong, un ex stopper, lo prendeva qualche volta in velocità. Insomma era un primo tempo povero di sugo e di emozioni; l'infortunio che levava di mezzo Ibrahimovic prima dell' intervallo toglieva altre speranze all'Ajax, ormai senza consistenza in attacco. Entrava Litmanen, non era la stessa cosa. Bastava l'azione di Cafu dopo sei minuti della ripresa per vincere. Come a Bruges dove l'impresa ben più spessa. La fuga del brasiliano si concludeva con un cross sul quale Yakubu era tagliato fuori e Shevchenko no. Controllo e gol, un giochino. Da quel momento il Milan aveva altre occasioni per raddoppiare, la più clamorosa la sbaghava Seedorf di testa a due metri dalla porta sul cross di Sheva al 13'. All'Ajax restava solo un tiro di Maxwell proprio sui pugni di Dida e quel po' di arrembaggio che non produceva nella difesa milanista, pur priva di Nesta, più fastidio del solletico. tm (3-1-4-2) g* Lobont 6; Yakubu 5,5, Heitinga 6,5, Escudè 6; Obodai 6 (10' st Wamberto 5,5); De Jong 6,5, Galasek 6, Sneijder 5,5, Maxwell 6; Ibrahimovic 6 (40' pt Litmanen 5), Mitea 5,5 (31'st Siterà sv). Ali.: Koeman 6. mam (4-3-1-2) Dida 6; Cafu 7, Laursen 6(1'st Pancaro 6,5), Maldini 6,5, Costacurta 6; Gattuso 6,5, Pirlo 7, Seedorf 6; Kaka 5,5(31'stRuiCosta sv); Shevchenko 7, Inzaghi 5,5 (25' st Ambrosini 6). Ali.; Ancelotti 6,5. Arbitro: Meier (Svizzera) 6 Reti: 5' st Shevchenko. Ammoniti: Inzaghi, Yakubu, Galasek. Spettatori: 40 mila circa. Shevchenko segna il gol che regala al Milan la qualificazione agli ottavi

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