Un razzo contro l'ambasciata italiana a Baghdad

Un razzo contro l'ambasciata italiana a Baghdad LE MISURE DI SICUREZZA RAFFORZATE DOPO LA STRAGE DI NASSIRIYA Un razzo contro l'ambasciata italiana a Baghdad L'attacco nella notte: nessun ferito, solo danni al secondo piano dell'edificio BAGHDAD Alle undici e mezza della sera, il rumore secco di un'esplosione ha squarciato il silenzio. Nel mirino, l'ambasciata itahana a Baghdad. Un colpo di mortaio - o forse un razzo, non è ancora chiaro - ha centrato in pieno il secondo piano dell'edificio, il cuore della cancelleria. Data l'ora tarda, nei locali c'erano pochissime persone, e tutte sono incolumi. L'edificio ha subito qualche danno, ma heve. Il generale Carlo Cabigiosu, consighere mihtare della rappresentanza diplomatica, conferma che nessuno è stato ferito: «Solo danni materiah di poco conto», afferma. Rassicuranti anche le notizie che arrivano dalla missione della Croce Rossa a Baghdad: «L'ambasciata non ci ha neppure informati di quanto stava accadendo, non ci ha allertati, segno che la cosa non era grave. Più tardi ci siamo sentiti, ma l'allarme era già rientrato. L'hanno considerato un fatto marginale, quasi routine in questa città dove tutte le notti si spara». La missione itahana è da settimane nel mirino della guerrigha irachena. Il ministro della Difesa Antonio Martino, dopo il sanguinoso attacco alla caserma dei carabinieri di Nassiriya, aveva rivelato che per il 12 novembre era stata segnalata dai servizi di sicurezza la possibilità di un attacco all'ambasciata. «Non abbiamo carenza di informazioni disse in quell'occasione Martino parlando con alcuni giornalisti ma un eccesso. Quindi è molto difficile sapere quali sono le informazioni fondate». Un'altra avvisaglia era arrivata venerdì scorso quando, duran- te un giro di perlustrazione, una pattugha americana aveva scoperto, a due isolati dalla nostra sede diplomatica due carretti di verdure abbandonati in due vie diverse. I due mezzi, senza conducenti, nascondevano in realtà venti razzi ciascuno, caricati e pronti per essere lanciati. Sul fondo del carretto c'era anche un bighetto di minacce, ma non c'erano state conferme che il bersagho fosse proprio la rappresentanza diplomatica itahana. Poche ore prima, da carretti analoghi trainati da asini, erano stati sparati alcuni razzi contro due grandi alberghi della capitale. L'attacco di ieri sera dimostra invece che, probabilmente, nel mirino di quel giomo c'era proprio l'ambasciata itahana. Al centro, peraltro, di una serie di allarmi attentati, anche nei giorni e nei mesi immediatamente precedenti la strage di Nassiriya. Risale a ottobre una deUe informazioni ritenute più attendibili dagh organismi di intelligence. Le segnalazioni di attacchi ter¬ roristici contro obiettivi itahani in tutto l'Iraq si sono intensificate dopo l'attentato di Nassiriya. Tra i bersagli indicati, in primo luogo lo stesso contingente di Antica Babilonia, ma anche altre strutture, civili e militari, tra le quah la sede della Cpa di Nassiriya, l'Autorità provvisoria della coalizione: gli itahani che vi lavorano sono diversi e la struttura che ospita anche il Cimic, il centro di cooperazione civile mihtare - è ora adeguatamente protetta e vigilata. Per i militari itahani - che peraltro continuano nella loro capillare attività di controllo del territorio, scoprendo ingenti quantitativi di armi ed esplosivo - l'allerta è sempre massimo. Le misure di sicurezza, spiegano al comando del contingente, sono «adeguate alla situazione». Che in Iraq resta di grande tensione. Anche l'ambasciata itahana già da alcuni mesi ha rafforzato le difese e il sistema di vigilanza. Solo qualche giorno fa il capo della delegazione diplomatica speciale, Antonio Armellini, aveva detto che la situazione è «di attenzione costante». Non aveva voluto dire se ci fossero degh allarmi particolari: «E comunque, anche se ci fossero - aveva affermato - meno se ne parla e meglio è. Di fronte a minacce che cercano di intimidire, l'ultima cosa da fare è lasciarsi intimidire. Non bisogna correre rischi mutili, ma neppure deflettere dallo scopo della nostra missione, che è di pace e ricostruzione». Per quanto riguarda la situazione nell'ambasciata, Annellini aveva ricordato che il personale continua «a lavorare normalmente, adottando tutte le misure di precauzione del caso». [e. st.] Venerdì scorso accanto alla sede diplomatica una pattuglia americana aveva scoperto due carretti che nascondevano quaranta razzi e un biglietto di minacce Il carretto con i razzi nascosti in mezzo alle verdure trovato venerdì scorso a quattrocento metri dall'ambasciata italiana

Persone citate: Antonio Armellini, Antonio Martino, Carlo Cabigiosu

Luoghi citati: Babilonia, Baghdad, Iraq