Da Al Qaeda il manuale del perfetto rapitore

Da Al Qaeda il manuale del perfetto rapitore Da Al Qaeda il manuale del perfetto rapitore Come sequestrare soldati americani per barattarli con terroristi detenuti Maurizio Molinarì corrispondente da NEW YC^K Rapimenti di soldati in Iraq e Afghanistan, uso di cianuro e attacchi multipli contro le città: nel giorno in cui trentasei milioni di cittadini sono in viaggio per il Giorno del Ringraziamento gh Stati Uniti temono che Al Qaeda stia per colpire. L'allarme rapimenti viene dalla diffusione via Internet di un «manuale» di Al Qaeda per addestrare i seguaci a compiere sequestri là dove è più facile avere a disposizione degh americani: in Iraq e in Afghanistan. Il testo, reso noto dal sito web «Debkafile», contiene dettaghate istruzio¬ ni: è preferibile catturare soldati «giovani e forti» perché sono in grado di resistere più a lungo «senza cibo o acqua prima che il rifugio venga raggiunto»; bisogna nasconderli in luoghi «scarsamente popolati» dove «la popolazione locale non corra a denunciarne la presenza» alle forze della coalizione per evitare soffiate come quella che permise l'eliminazione dei figli di Saddam Hussein. Ma soprattutto il metodo dei sequestri deve essere modellato su quello seguito con successo dagli HezboUah filo-iraniani in libano a metà degh Anni Ottanta. L'operazione viene affidata a tre cellule: una si occupa di catturare l'ostaggio e detenerlo nel nascondiglio, ima seconda conduce le trattative ma non è a conoscenza dell'ubicazione del rifugio, e una terza, composta da comandanti dehe altre due, coordina ogni mossa inviando messaggi in codice ai carcerieri e ai negoziatori. Vent'anni fa in Libano questa tecnica, ideata da Imad Mughniyeh, oggi super-ricercato dall' Fbi, fu a tal punto efficace che le celle degh ostaggi provenienti da diversi Paesi occidentali non vennero mai trovate. L'obiettivo dell'incombente ondata di rapimenti di soldati e civili americani sarebbe, secondo il manuale di Al Qaeda, ottenere la liberazione di tutti i miliziani catturati dagli alleati in Afghanistan e in Iraq: gh oltre seicento detenuti nella base mihtare di Guantanamo, sull'isola di Cuba, ma anche il talebano-americano John Walker Lindh, le centinaia di «combattenti stranieri» arrestati in Iraq e i militanti in cella in Arabia Saudita e nello Yemen. Già in occasione dei comunicati con cui sono stati rivendicati gh attentati di Riad e Istanbul le cellule di Al Qaeda hanno posto la richiesta della «liberazione dei detenuti», inviando un messaggio di forte rassicurazione a tutti i loro miliziani finora catturati. Sul fronte intemo, nel Giomo del Ringraziamento l'allerta ri¬ guarda il rischio di attacchi con sostanze letah come il cianuro. Il ministero della Sicurezza Interna ha fatto sapere che il rischio esiste, e ieri a New York ci sono stati attimi di paura quando cinque persone sono rimaste intossicate da una «sostanza con forte odore» in una stazione della metropolitana nei pressi di Canal Street. I controlli eseguiti hanno escluso ogni tipo di matrice terroristica, ma l'allanne resta. Sebbene il livello di allerta nazionale non sia stato elevato attomo alle grandi metropoh e ai principli aeroporti, le forze di pohzia hanno creato decine di posti di blocco, mentre negli scali le procedure di controllo passeggeri sono state rafforzate. La minaccia di Al Qaeda, lanciata dopo il duplice attacco a Instabili, di infliggere agh Stati Uniti «il colpo più duro di tutti i tempi, in grado di tagliare le comunicazioni con le armate che occupano le terre musulmane», viene presa molto sul serio dalla Già e dall'Ibi. Nel tentativo di prevenire attentati la strategia di Washington resta quella Ji dare la caccia ai ricercati ovunque si trovino. A cadere neUa rete ieri è stato lo yemenita Mohammed Hamdi al-Ahdal, 32 anni, considerato il capo delle operazioni di Al Qaeda nello Yemen nonché il regista degh attacchi con gommoni-kamikaze contro le nave americana Uss Cole nel 2000 e la petrohera francese Limburg nel 2002. Al Ahdal è stato scoperto nel rifugio dove si nascondeva a Sanaa e si è arreso senza combattere. Forse sperando di poter presto tomare in libertà grazie all'inizio deU'«offensiva dei rapimenti».

Persone citate: Giomo, Imad Mughniyeh, John Walker Lindh, Mohammed Hamdi, Saddam Hussein