Il Ramadan ai tempi del terrorismo di Maria Teresa Martinengo

Il Ramadan ai tempi del terrorismo \LMESE SACRO DELOVGVUNÓI&UAMICO SEQMATQ DA ATTENTATI E ESPULSIONI Il Ramadan ai tempi del terrorismo Maria Teresa Martinengo NON è bastata l'allegria dei bambini né il colore degli abiti delle donne a rendere realmente festoso r«Eid el fitr» che segna la fine del Ramadan, il mese sacro dei musulmani, il tempo del digiuno e della penitenza. Tra i cinquemila fedeb che ieri mattina erano al Palazzo del Lavoro per la preghiera comunitariF. gli eventi delle ultime settimane erano presenti e pesavano. Quella del Bit è stata ima soluziune trovata in extremis in una cittàcantiere povera, al momento, di grandi spazi coperti. ((Abbiamo rischiato di dover pregare nelle moschee», ha spiegato Abdelaziz Khounati, presidente dell'Istituto Islamico-Moschea della Pace. Ma l'essere tutti insieme, per chi osservava, era comunque diverso dagli anni passati. La tragedia di Nassiriya - che ha visto Khounati e altri esponenti della comunità musulmana uniti ai torinesi nel cordogbo - e le espulsioni dei marocchini presunti fiancheg¬ giatori di Al Qaeda aleggiavano nel grande spazio grigio. Atmosfera pesante, dunque, preoccupata. Fotografi seguiti passo dopo passo. E l'accoglienza dei rigidi religiosi della moschea di via Piossasco - barba e turbante bianco - che all'ingresso smistavano i fedeli nei settori maschile e femminile, non ha giovato all'insieme. ((Abbiamo diviso i compiti», ha spiegato Khounati. «Noi della Moschea della Pace ci siamo occupati di sistemare la gente nelle file. L'anno prossimo cambieremo». Le anime dell'Islam, si sa, sono tante e diverse. Delle preoccupazioni si era parlato nelle moschee nei giorni scorsi. Il consigho? Massima cautela per non creare malintesi con la comunità torinese e non prestarsi a strumentalizzazioni politiche o mediatiche. «Qualche pazzo comunque lo abbiamo anche noi», diceva ieri con franchezza il presidente dell'Istituto Islamico. «Qui in ogni caso c'è gente che sa di avere opportunità di lavoro e di integrazione che non avrebbe avuto altrove». Ma la ((prudenza» è d'obbligo, lo si percepisce. «E' un momento particolare, non ce lo nascondiamo, in cui è facile finire nel mirino. Anche se dovrebbe contare ciò che uno ha dimostrato finora». I danni causati dall'«imam» di Carmagnola sono sottintesi. Ieri, il giovane professor Abderrahman Amrani dell'Università di Marrakech, inviato al Ramadan torinese dalla Fondazione Hassan U, ha svolto la riflessione richiamando i fedeli a vivere in modo giusto, con un buon comportamento. «Ha voluto sottolineare - ha spiegato Khounati che in questo mese ha partecipato ad un bel numero di incontri tra le grandi fedi - ciò che spesso viene dimenticato: che la nostra è una rehgione di pace». All'uscita, c'è stato anche chi ha avuto voglia di parlare di questo momento caldo. Asri, a capo della mensa di un ospedale: «E' un periodo difficile, ma la preghiera mette pace». Mustafa, operaio edile, non crede che il sospetto possa toccare gente innocente: «Nessuno mi ha rivolto battute, al lavoro tutto è come sempre». Mohammed, qui da tre mesi con la speranza di trovare un lavoro: «Ogni musulmano non può che piangere la morte dei caraDinieri italiani. Ma perché non riflettere su ciò che gh Stati Uniti fanno in Iraq?». Abdelamid, operaio, distinto signore in giacca e cravatta, vive qui da 11 anni: «Conoscevo di vista uno dei ragazzi espulsi per sospetto terrorismo. Mi pareva uno per bene, lo vedevo in moschea: uno molto religioso, una brava persona. Credo che prima di mandare via qualcuno si dovrebbero trovare le prove. Altrimenti c'è il rischio che dopo 15 anni di lavoro, se non piaci a qualcuno, ti rispediscano». Per l'egiziano Abdelmajid, due bimbi nati qui, «l'espulsione avvenuta con quelle modabtà non fa onore a un paese democratico». Un augurio di buona festa è stato rivolto all'intera comunità musulmana dall'Unione Araba di Torino, «per un futuro sereno e pacifico in tutto il mondo».

Persone citate: Abdelaziz Khounati, Abdelmajid, Abderrahman Amrani, Khounati

Luoghi citati: Carmagnola, Iraq, Stati Uniti, Torino