«Solo commedie dopo l'11 settembre» di Lorenzo Soria
«Solo commedie dopo l'11 settembre» NEL SUO ULTIMO RUOLO È UN GAUDENTE PRODUTTORE MUSICALE CHE VIENE COLPITO DA INPARTO «Solo commedie dopo l'11 settembre» Nicholson: ormai ho detto addio ai film critici e impegnati Lorenzo Soria NEW YORK E semplicemente Jack, più che un attore di successo una icona, un personaggio più grande della realtà. I suoi ruoli in film come «Easy Rider» e «Chinatown», piuttosto che in «Qualcuno volò sul nido del cuculo» o «A proposito di Schmidt», i suoi tre Oscar e le 12 nominations (un record), hanno fatto di lui una parte integrante della storia del cinema. Ma c'è qualcosa di più. Quelle sue espressioni stralunate, le sopracciglie un po' diaboliche e i tanti manierismi che tornano film dopo film lo hanno trasformato agli occhi di molti in una parodia di se stesso. Ma se la sua presenza sullo schermo rende ormai quasi impossibile la distinzione tra realtà e fantasia. Jack Nicholson ha anche molta gente che paga il biglietto del cinema proprio per questo, come se fosse protagonista non di una nuova avventura raccontata per il grande schermo ma di una saga che dura da 40 anni e che è poi la storia della sua vita. Come in «Something's Gotta Give», il suo ultimo film, nel quale interpreta la parte di un produttore musicale di 63 anni (quasi come lui), che ama la vita da scapolo (come lui), che esce esclusivamente con le donne sotto i trent'anni (anche qui come lui per una buona parte della vita reale) e che mentre è con la sua ultima conquista (Amanda Peet) viene colpito da un infarto. E scopre, prima con orrore e poi con sua grande sorpresa, che la madre (Diane Keaton) è molto più attraente e interessante della figlia. Eccolo, arriva con una elegante giacca di cashmere grigio e con quel suo sorriso che sembra voler dire che è uno soddisfatto di sé ma anche un uomo che nasconde un suo lato oscuro. C'è chi vedrà in questo film un'altra occasione in cui Jack fa la parte di Jack e chi andrà a vederlo proprio per questo. Pensa di avere creato con la sua popolarità una gabbia dalla quale non sa come uscire? «Ognuno ha reagito all' 11 settembre in modi diversi. Io l'ho fatto stando lontano da film critici e dottrinari e buttandomi invece a fare commedie. In questo caso una commedia davvero speciale, con una sceneggiatura molto onesta e brillante. Non è un film cinematograficamente pirotecnico, non è un film sulla fine della nostra civiltà. Solo una commedia piena di significato. Oscar Wilde diceva che far piangere è facile, che il difficile è la comme¬ dia. Sono d'accordo». Non ha risposto alla domanda sui paralleli con la sua vita. «Una buona commedia può solo essere ispirata alla realtà e ciò che è reale può venire solo da te. Una commedia, inevitabilmente, diventa im'estensione di quello che sei». Altri tratti autobiografici? «Siamo parte di una nuova generazione di vecchi, che tendono a vivere più a lungo. Ma al di là dell'età, quello che tutti desideriamo è un'ultima, grande esperienza romantica e in questo il nuovo film è molto reale. E se per fortuna non ho vissuto questa esperienza, sono sicuro che un infarto o un altro episodio che ti costringe e metterti a confronto con la tua mortalità ti cambiano la vita. C'è chi smette di lavorare, c'è chi va in India, c'è chi apprezza di più alcune cose e persone date per scontate». E' tornato a riunirsi con Diane Keaton, a 20 anni da «Reds». «Diane è una delle mie donne preferite. Sempre giocosa, molto affettuosa, una grande professionista. Adesso che siamo entrambi persone più mature è poi un grande piacere passare una serata con lei. Così, a chiacchierare». Per la prima volta nella sua lunga carriera ha avuto come regista una donna, Nancy Meyers... «In effetti è la prima volta, ma non ci ho fatto molto caso e nel corso della lavorazione del film non ne sono mai stato consapevole. Sono cresciuto in mezzo alle donne. tra loro mi sento a mio agio anche se devo dire che chiacchierando con Diane, con Nancy e con le altre protagoniste sono spesso rimasto sorpreso da ciò che dicono di trovare attraente in un uomo. Pensavo di sapere molto su di loro, ma forse non è così vero. E apprezzo sempre di più le dorme della mia età. Non devi parlare di moda, puoi discutere di un libro. E se hai un po' di pancetta invece di criticarti ti apprezzano di più». Ha fatto tre film in un anno. E adesso? «Proprio quando pensavo che me la sarei presa con calma, mi sono ritrovato a lavorare come non mai in vita mia e mi sembra che non ci sia più altro. Ma adesso basta, non ho niente che mi aspetta. E mi va bene così». La sua presenza sullo schermo rende quasi impossibile distinguere la realtà dalla fantasia Molti fan continuano a pagare il biglietto per assistere a una saga che dura da 40 anni: la storia della vita di una delle ultime icone del cinema Jack Nicholson, un mito del cinema con 3 Oscar e 12 nomination
Persone citate: Amanda Peet, Diane Keaton, Jack Nicholson, Nancy Meyers, Nicholson, Oscar Wilde, Schmidt
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