Un treno riporta la vita a Ground Zero

Un treno riporta la vita a Ground Zero COMMOZIONE. SILENZI E SORRISI NELLA PRIMA CORSA DOPO L'APOCALISSE Un treno riporta la vita a Ground Zero Riapre la linea del metrò nel cratere dell'11 settembre reportage Maurizio Moiinari corrispondente da NEW YORK .IMI ORLD Trade Center Pa*WW th Station». Le grandi lettere bianche accolgono i newyorkesi all'entrata della stazione della metropolitana che ha aperto i battenti sul suolo di Ground Zero, lì dove fino all'11 settembre 2001 c'erano le fondamenta deUe Torri Gemelle distrutte da due aerei trasformati in missili dai terroristi di Osama bin Laden. E' la prima volta che i newyorkesi tornano a mettere piede a Ground Zero. Questa volta per entrare non c'è bisogno di permessi ed autorizzazioni, non bisogna essere poliziotti, pompieri o famigliari deUe vittime. Possono farlo tutti. L'emozione dei primi viaggiatori arrivati dal New Jersey con il ' reno «PATH» (Port Authority TransHudson) è stata forte, segnata da xm fragoroso, spontaneo, applauso all'arrivo del convoglio di tre vetture. C'è stata molta commozione e qualche sorriso. Teatro di morte, soccorsi e tragedie dopo l'impatto degli aerei dirottati, coperto per settimane da ima cenere grigiasta residuo di oggetti e corpi dissolti dal calore, trasformato in gigantesco cantiere della ricostruzione, circondato da differenti palizzate e recinti, per lunghi 26 mesi i newyorkesi si sono avvicinati a questo quadrilatero irregolare di terra con cautela, circospezione, considerandolo una via di mezzo fra ferita personale ed il sacrario delle centinaia vittime di cui non si è più trovato nulla, se non resti irriconoscibili anche ricorrendo all'esame del Dna. La prima corsa del «Path» ha infran- to questo tabù. Scendendo i gradini, comprando i bighetti, entrando nel sottosuolo è come se fosse svanito l'incantesimo che teneva lontano gli abitanti da questo angolo di Manhattan. Per molti varcare la soglia d'entrata non è stato facile. C'è stato chi si è seduto sulle scale, chi esitava ad entrare passeggiando nervosamente avanti ea indietro, chi vagava in continuazione nel grande patio sotterraneo, chi ancora si aggrappava alla grata che dà direttamente sul resto del «Bath Tube», la «vasca da ba¬ gno», come i soccorritori hanno rinominato l'enorme fossa creatasi nel sottosuolo. Molti hanno ammesso di essersi sentiti «nudi», «impreparati» ad un viaggio in metropolitana simile ad un «ritomo al passato», un «salto indietro nella memoria». Per conservare un ricordo della giornata non pochi hanno fatto incetta delle nuove mappe, sulle quali figura la nuova stazione. Il brivido è corso anche lungo la schiena del sindaco Michael Bloomberg e dei governatori dello Stato di New York, George Pataki, e del New Jersey, James McGreevey, quando alle 11.05 assieme ad una cinquantina di persone sono saliti a bordo nella vettura 2 del treno 801, sul lato opposto dell'Hudson, ed hanno sentito la voce gracchiante dell'altoparlante annunciare: «La prossima fermata di questo treno s^rà World Trade Center, prossima fermata World Trade Center». La simbologia dell'evento si ritrova anche nella cronaca di quanto avvenne l'H settembre 2001: fu proprio un treno «Pa¬ th» a portare miracolosamente via dal World Trade Center verso Hoboken, nel New Jersey, centinaia di persone in fuga dalle Torri dopo l'impatto dei due aerei. Nessuno pensava che potessero crollare e la sicurezza invitò la gente ad allontanarsi in metro per evitare di creare ingorghi ai soccorsi che arrivavano. Fu quella l'ultima corsa del «Path» che ora è tornato a viaggiare con un treno formato dal e stesse vetture che si allontanarono dalle Torri poco prima che crollassero. La struttura disegnata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava - realizzata nel tempo record di 16 mesi con un costo di 323 milioni di dollari - vuole rappresentare un nuovo inizio, il primo passo verso la ricostruzione dei sito. Non è un caso che il termine «Ground Zero» non figura da nessuna parte. Né dentro né fuori, né sulle nuove mappe della metro né sulle insegne che guidano i passeggeri verso la piattaforma giusta. «World Trade Center» invece è stampato ovunque, a rappresentare una sorta di riscatto dal disastro subito. «Bisognerebbe mandare questa foto come cartolina a Osama bin Laden» dice una ragazza al proprio compagno m.mtre attendono il treno per Uptown. L'entrata della stazione - che una volta completata sarà costata 2 miliardi di dollari - è imponente e gli spazi intemi insolitamente ampi, assomigliano all'entrata di un museo, sono disseminati di immagini giganti della zona di DownTown e di mosaici verde-blu che raffigurano la mappa della terra, disegnata in modo che il centro del mondo sia proprio lì dove si ci si trova in quel momento, sull'isola di Manhattan. In ogni angolo della «Path Station» la costante sono degli occhi disegnati sulle ceramiche che, tutti uguali e con gli stessi colori, ricoprono i muri a distanza regolare uno dall'altro. Che si tratti di un richiamo alla tradizione mediterranea per allontanare il malocchio o di un modo per ricordare gli sguardi perduti delle quasi 2800 vittime il viaggiatore ne trae un'emozione che ha creato al debutto un'atmosfera di silenzio surreale, nella quale mancavo i soliti alterchi con i venditori di biglietti o gh spintoni per arrivare per primi sulla piattaforma desiderata. I passeggeri del New Jersey PathTrain osservano Ground Zero dai finestrini

Persone citate: Bath, George Pataki, James Mcgreevey, Maurizio Moiinari, Michael Bloomberg, Osama Bin Laden, Port Authority Transhudson, Santiago Calatrava, Torri Gemelle

Luoghi citati: Ground Zero, Manhattan, New Jersey, New York