Il rock suona soltanto sulle strade del web

Il rock suona soltanto sulle strade del web MICROSOFT, SONY E TISCALIINSEGUONO IL SUCCESSO DI APPLE: 17 MILIONI DI CANZONI VENDUTE Il rock suona soltanto sulle strade del web Fiorina Capozzi Su un punto sono tutti d'accordo: tempo sei mesi, massimo un anno, nulla nel mondo della musica sarà più come prima. Per prima cosa, infatti, cambieranno gli equilibri tra le «Big Pive» che governano il mondo del rock. La crisi dei consumi (-10,40Zo le vendite di ed nell'anno in corso) provocata e aggravata dalla pirateria online, sta per costringere i grandi del settore ad alleanze e fusioni più o meno forzate. Le prime a muoversi sono state Bertellsmann e Sony che hanno annunciato le loro nozze lo scorso 6 novembre. Pochi giorni dopo si è iniziata la grande astaperil controllo della Warner Music. Il primo a muoversi è stato Edgar Bronfman, il miliardario canadese che a suo tempo cedette la Universal a Vivendi. Il 19 novembre la britannica Emi ha replicato con un'offerta più alta, circa 1,6 miliardi di dollari. L'etichetta inglese è l'unica a godere di buona salute grazie al fatto di abbinare l'attività discografica (star di punta, Robbie Williams) a quella meno ciclica di gestione dei diritti musicali (il tesoro dei Beatles, soprattutto). Ma alla fine l'ha spuntata Bronfman con 2,55 miliardi di dollari. E la City non l'ha presa bene: in pochi minuti il titolo Emi ha perduto il 100Zo. Le Cinque Grandi, comunque sono diventate quat¬ tro: Sony-Bertellsmann, TimeBronfman, Universal ed Emi. Ma, scommettono gli esperti, il consolidamento andrà avanti. E questa non sarà mia buona notizia per le star del rock, che avranno meno potere contrattuale. Il primo segnale è la decisione di Time Warner di ridurre bruscamente i termini del contratto con la Maverick Records, l'etichetta di Madonna. Ma la vera rivoluzione passa per l'online. La strada l'ha aperta Steve Jobs, il rivoluzionario leader di Apple, che pochi mesi fa decise di lanciare iTune, il negozio virtuale su Internet ove si può comprare e scaricare sul proprio pc una canzone al prezzo dì 99 cents. Il successo è stato clamoroso: 17 milioni di canzoni vendute negli Usa. Per ogni canzone i diritti pesano tra i 65 e i 79 cents a cui vanno aggiunti i costi del servizio e della fatturazione. Ma per Apple è comunque un affare: per ascoltare la musica, il sistema mighore è garantito da «i Pod», il music player portatile che Apple vende a 299 dollari. In un anno Jobs ne ha venuti 1,4 milioni di pezzi con un margine del 200Zo. Ma la battagha è appena cominciata. Altri colossi, da Microsoft a Sony ai supermercati Wal Mart (specializzati nelle vendite a sconto) stanno per offrire i loro prodotti online. MusicMatch e Roxio, erede dei pirati di Napster, ha scelto la formula di un abbonamento a 9,95 dollari al mese con cui l'utente può scaricare tutta la musica che vuole. Ma la società, quotata al Nasdaq, naviga in pessime acque. In Europa la sfida è stata raccolta, nelle scorse settimane, da Tiscali. L'Intemet provider di Renato Som ha sfidato i complessi problemi delle varie legislazioni europee sui diritti d'autore che rendono più problematico il servizio. Non a caso, oltre a Tiscali solo Wanadoo e Microsoft hanno lanciato finora questo servizio nel vecchio Continente. Intanto, Buongiorno-Vitaminic, pioniere del settore, ha orientato le sue attività in un'altra direzione: le suonerie telefoniche, la musica e i servizi sul wireless garantiti assieme a diversi partner non solo musicali (tra cui Reuter). La formula, dopo il debutto tribolato al Numtel dopo la fusione, sembra che cominci a funzionare, visto che nell'ultimo mese il titolo ha dato i primi cenni di risalita. [borsa&finanza] E Buongiorno scopre il business delle canzoni vendute sul telefonino Time Music passa di mano BUONGIORNO >,««. TISCALI »,,,,,„, da agosto a settembre 2003 da agosto & settombrc 2003

Persone citate: Apple, Bronfman, Edgar Bronfman, Fiorina Capozzi, Jobs, Renato Som, Robbie Williams, Steve Jobs

Luoghi citati: Europa, Tiscali, Usa