Pharma, una pillola per cacciare la paura della crisi

Pharma, una pillola per cacciare la paura della crisi TORNA D'ATTUALITÀ IL SETTORE PIÙ ANTICICLICO: LE SCIENZE DELLA VITA Pharma, una pillola per cacciare la paura della crisi I farmaceutici europei guidano gli indici. Ma le occasioni sono negli Usa Gianluigi Raimondi Per tradizione è il settore più difensivo anche se, nella variante biotech, il rischio non manca di sicuro. Ma nei momenti di transizione e di incertezza, come quello che le Borse si accingono a vivere dopo la lunga cavalcata dei listini in atto dalla primavera scorsa, gli operatori guardano comunque con particolare attenzione al comparto «Scienze della vita». La ragione? Le Scienze della Vita rappresentano, in un certo senso, un settore anticiclico, anche se il taglio nei budget pubblici dei Paesi Uè ha messo a dura prova la spesa sanitaria. Ma, soprattutto negli Usa (317 brevetti biotech solo nel 2003) gli investimenti vanno a gonfie vele trainando l'attenzione della grande finanza.. Lo conferma il fatto che, mentre il l'indice delle ((blue chips» mostra segnali di stanchezza (i prezzi già incorporano tutti i benefici di una ripresa economica appena cominciata), l'indice del comparto farmaceutico ha intrapreso un deciso rialzo, un movimento che ha le carte in regola per proseguire nelle prossime settimane. Questo scenario, però, non vale per tutti i titoli del settore. Almeno per il momento a trainare l'indice Morgan Stanley Pharma verso l'alto sono soltanto le case farmaceutiche quotate in Europa. Nonostante i recenti rialzi, quelle made in Usa, su cui pesa tra l'altro l'aspra concorrenza dei farmaci generici (che hanno messo in ginocchio Schering, dopo lo scadere del brevetto sull'antistaminico Claritin), devono invece ancora superare importanti livelli di resistenza per diventare tecnicamente appetibili e muoversi in decisa controtendenza rispetto al resto delle azioni trattate a Wall Street. Ma, dal punto di vista dei multipli di mercato, le opportunità non mancano, come conferma il commento della Fbr (Friedman, Billings Er Ramsey), la rae-ggiore società indipendente di analisi finanziaria. «1 grandi farmaceutici - si legge in un report di metà novembre - sono oggi trattati, con l'eccezione di Schering Plough, con uno sconto dell' 110Zo rispetto al resto del listino, se si guarda al rapporto prezzo/utili. E' un fatto straordinario, perché, di sohto, i farmaceutici vantano un premio del 2007o circa sul resto del mercato. Per questo riteniamo che ci siano i margini per sfruttare questa fase di relativa sottovalutazione». I preferiti? EU Lily (che sta sfidando il primato di Pfizer con il Cialis, concorrente del Viagra, 1,7 miliardi di dollari di giro d'affari annuo), Merck e la stessa Pfizer che si accinge a esprimere il potenziale accumulato nel!' integrazione con Pharmacia e che, soprattutto, può ancora contare sui frutti del brevetto sul farmaco anticolesterolo Lipitor (2,5 miliardi annuo). Nel Vecchio Continente, invece, brillano i colossi inglesi AstraZeneca, che ha appena messo in cantiere alcuni importanti investimenti nel biotech, e Glaxosmithkline, che ha di recente ottenuto un giudizio buy rispettivamente da Ubs e Banque Pictet, dopo aver annunciato utili in crescita del 2007o a 1,1 miliardi di sterline (ma pesa la prospettiva della prossima scadenza del brevetto suÌTantidepressivo Paxil). Buoni giudizi anche per le compagnie svizzere Roche (buy per Bank Sarasin e Julius Baer) e Novartis (da comprare per Banque Pictet e Julius Baer), che ha appena annunciato promettenti risultati dai primi test per un farmaco contro il diabete. Ma il mercato spera soprattutto che si ripeta il colpo di Amersham, il gruppo farmaceutico britannico acquistato ieri dal titano americano General Electric per l'astronomica cifra di 5,7 miliardi di sterline, pari a 9,5 miliardi di dollari: niente male per una società, la prima privatizzazione dell'era Thatcher (allora Amersham valeva in Borsa 125 milioni) dhe nel 2002 ha fatturato 1,6 miliardi di sterline. E le aziende farmaceutiche italiane? Cifre di questo tipo sembrano pura fantascienza. Le ragioni della situazione sono dovute alla mancanza di massicci investimenti in questo campo e al fatto che l'utilizzo delle biotech è ancora molto scarso rispetto agli altri Paesi industrializzati, anche se nelle ultime settimane, segnate dalla nascita del Polo Dibit 2 attorno al nucleo del San Raffaele, si sono registrate diverse novità: due possibili matricole per la Borsa, il Molmed e la Newron, più l'annuncio della start up Genextra cui partecipa il finanziere Francesco Micheli. Ma dal punto di vista tecnico, le poche società quotate a Piazza Affari sono impostate al ribasso per il prossimo futuro. Sulla Recordati pesa la svalutazione del dollaro e l'andamento della parte chimica. Proprio la decisione di uscire dalla chimica (probabilmente nel 2004), potrebbe rilanciare il titolo in Borsa. Novuspharma, alla vigilia dello sbarco al Nasdaq assieme al partner americano (presto cambierà il nome in Cel Therapeutics) è inserita in un canale negativo, mentre Vicuron Pharmaceutical ha disegnato un pericoloso triplo massimo. iborsa&finanza] 1 GRANDI DEL FARMACO pUROPA BATTE USA Prezzo Var.% Var. % Var. % Rsi Volat. Buydegli Paese ttBBljB |ji|j||i[|i||||i|i^^| 5 gg 1 mese 6 mesi 14 gg 1 mese analisti . ^^^^HkS^BRcBt^WW^RB^H Titoil europei |^mI 1 j Titoli Usa ...ilJiH il drafll JmhB SS SHE! Bm'ob a m g la s on

Luoghi citati: Europa, San Raffaele, Ubs, Usa, Vecchio Continente