Fini al museo dell'olocausto di Aldo Baquis

Fini al museo dell'olocausto IL VICEPREMIER DA IERI SERA IN VISITA UFFICIALE PER TRE GIORNI IN ISRAELE Fini al museo dell'olocausto Oggi il primo appuntamento a Gerusalemme Aldo Baquis TEL AVIV Il vicepremier Gianfranco Fini inizia oggi a Gerusalemme una visita ufficiale di tre giorni che il quotidiano Haaretz ha definito «senza irecedenti nel suo genere per Israee, e accompagnata come è naturale da profonde titubanze». Da un lato lo attende il calore emanato dal premier Ariel Sharon e dalla leadership del likud. Ma dall'altro dovrà misurarsi con la particolare sensibilità storica dei superstiti dell'Olocausto. La comunità degh ebrei di origine italiana si dice «divisa» sulla opportunità della visita e la «colomba» Yossi Beilin (uno degh organizzatori delle intese israelo-palestinesi di Ginevra) accusa il govemo che ha invitato il leader di Alleanza Nazionale di aver di fatto ((voltato le spalle al ricordo delle vittime della Shoah in Itaha». «Beilin si trova forse di casa a Ginevra, ma di Roma non comprende niente» ha rephcato una fonte del ministero degh esteri di Gerusalemme dove invece la visita di Fini è stata accolta con grande compiacimento. Servirà infatti - viene spiegato per affrontare questioni bilaterali, per esaminare la situazione politica neU?, Bjegione, per fare il punto delle relazioni Israele-Ue e per parlare della lotta al risorgente antisemiusmo. E proprio nel 2004 - viene ricordato - sarà l'Italia a guidare una task-force intemazionale incaricata di peipetuare il ricordo dell'Olocausto. Già stamane Fini si presenterà al Museo dell'Olocausto Yad vaShem di Gerusalemme, assieme con il presidente della comunità israelitica italiana Amos Luzzatto. Il primo impegno della visita è anche il più simbolico, il più atteso. Nelle previsioni di Haaretz, «Fini dovrà chiedere scusa (agli ebrei) non solo a nome del popolo italiano intero, ma in primo luogo a nome delle forze fasciste entro le quah si è formato». Quindi il vicepremier italiano sarà ricevuto da tutti i dirigenti di Israele: dal capo dello stato Moshe Katzav al premier Ariel Sharon, dal ministro degh esteri Silvan Shalom al capo della opposizione laburista Shimon Peres. Tre altri dirigenti del likud - il presidente della Knesset Reuben Rivlin e i ministri Benyamin Netanyahu ed Ehud Olmert - hanno pure chiesto di aver incontri privati con l'ospite. H mondo politico - con la eccezione di Beilin, che ieri ha auspicato il boicottaggio delle visita - accoglierà dunque l'ospite a braccia aperte. Nella opinione pubblica israeliana la visita di Fini non scatena per ora passioni particolari. I principali tabloid (Yediot Ahronot e Maariv) hanno ieri pressoché ignorato l'evento. Il quotidiano Haaretz, progressista, lo ha invece preso di petto dedicandogli una imponente copertura. «La visita del leader post-fascista italiano - ha stabilito - è di portata storica». H giornale «liberal» di Israele lo presenta ai suoi lettori come «un uomo pohtico brillante», lanciato verso la poltrona di primo ministro. Rileva che nel 1992 guidò una marcia di 50 mila nostalgici di Mussolini che lo accolsero col saluto fascista, ma sottolinea le tappe della sua «drammatica svolta ideologica» che - secondo il giornale ((ha ormai tutto l'aspetto di essere sincera». «Un leader di rispetto, che gioca un molo moderatore nella coalizione di Berlusconi afflitta da scandah ricoirenti». Disposto sempre e volentieri a sfoderare le unghie con Sharon, nei confronti di Fini Haaretz ha preferito i guanti di velluto. Resta l'incontro emotivo con gh israeliani di origine itahana, fissato per martedì a Gerusalemme. Significativamente, non si svolgerà nella sede della sinagoga rinascimentale di Conegliano Veneto, allestita nella centrale via Hillel di Gerusalemme. Si tratta di una opera di alto valore artistico che in genere fa da sfondo agh incontri fra la comunità degh ebrei di origine italiana e gh ospiti illustri provenienti da Roma. Nelle settimane scorse i frequentatori di quella sinagoga si sono consultati sul comportamento da assumere in occasione della visita di Fini. I più anTiiani, ossia coloro i quah hanno patito in prima persona le persecuzioni razziah fasciste, hanno assunto i toni più duri. I più giovani hanno rephcato che - pur rispettando i loro sentimenti - era anche necessario prendere atto dei passi importanti di avvicinamento compiuti da Fini e verso gh ebrei in generale e verso lo stato di Israele. L'incontro avrà dunque luogo, ma in un vicino centro sociale. Gh ebrei itahani in Israele hanno ribadito di sentirsi divisi sul significato storico e pohtico della visita, e dello stesso loro incontro con Fini che - è stato spiegato - offrirà una importante occasione di chiarimento. Dal loro ospite si attendono in particolare che prenda posizione sulla repubblica di Salò, sulle atrocità compiute in Itaha nei confronti degh ebrei e sulle deportazioni. Un capitolo di storia che per molti è parte integrale - e sempre bruciante - delle proprie traversie familiari llleader di An incontrerà tutti i vertici dello Stato di Israele. Si divide la comunità italiana sull'opportunità del viaggio Il premier israeliano Sharon saluta il vicepremier Fini nel corso del suo incontro di una settimana fa col prtrpjer Berlusconi