«Mi hanno rubato rappartamento» di Lodovico Poletto

«Mi hanno rubato rappartamento» L'ODISSEA DI UN PENSIONATO CHE NON RIESCE A RIENTRARE IN POSSESSO DI DUE STANZE DI PROPRIETÀ A SAN SALVARIO «Mi hanno rubato rappartamento» Affittato a sua insaputa a una famiglia di quattro persone Lodovico Poletto Una volta, Michele Errico, aveva una casa: un appartamentino modesto, due stanze e il bagno, nel quartiere San Salvario. Non era, è vero, un alloggio signorile oppure di gran pregio ma, nove anni fa, quando lo aveva comprato, lo aveva pagato quasi 50 milioni di lire. Oggi, quella casa non ce l'ha più. E non perché l'abbia venduta oppure perché sia stata abbattuta nel corso in una vasta operazione di risanamento della zona. Per quanto possa sembrare incredibile, quel rifugio in un sobrio palazzo di via Saluzzo 4, a due passi dalla stazione Porta Nuova., acc^ntq, ,a4,,gerghi,g, ristoranti di una certa notorietà, qualcuno ghel'ha «rubato». Vale a.-dipe; rquel ^qualcunp»,. mentre Michele non c'era, ha cambiato la serratura alle porte, traslocato le sue cose in quelle stanze e adesso lì dentro mangia, dorme, vive da parecchi mesi. E la casa, ormai, è come se non appartenesse più a Michele, come se il legittimo proprietario non l'avesse mai avuta. Occhiali spessi, capelli bianchi, modi di fare fin troppo timidi. Michele, nonostante i suoi 60 anni, è un bambinone che fatica a far valere le sue ragioni. Ha combattuto con tutte le sue forze per settimane ma, intanto, è costretto a vivere dove capita. Ogni tanto dorme a casa di una donna di 80 anni; di tanto in tanto da Graziella, una sua amica di via Sant'Anselmo. Molte notti le ha passate fuori, su ima panchina di via Morgari, oppure nei dintorni della stazione. I vestiti che ha indosso sono quelli che aveva quand'è tornato a Torino, dopo quasi due anni di assenza. Gli altri, quelli invernali, sono chiusi in un armadio di quella casa che non gli appartiene più e che, ormai, dispera di poter riavere, in un modo o nell'altro. Ogni giomo, da due mesi a questa parte, quest'uomo va a bussare alla porta delle autorità perché qualcuno gli di una mano. Ogni giomo va a mangiare un piatto di minestra da Graziella, o alla mensa dei poveri. E ogni pomeriggio toma in via Saluzzo 4, suona l'unico campanello con il nome scritto a mano su un cartoncino infilato sulla pulsantiera in ottone. E, se qualcuno risponde, gli urla che rivuole la sua casa. Se quest'uomo ha una colpa, è quella di essere rimasto fuori casa per tanto tempo: quasi due anni. «Ero al sud, a Curti, dove vive mia madre, che sta male. Mi sono fermato lì sapendo ghpuna mia arnica sarebbe andata ogni tanto a dare un'occhiata alla casa. Ma un giorno lei -mi-ha chiamato e mi ha detto che qualcuno era andato a vivere lì dentro». Chi? Una famiglia con una bimba di pochi mesi. Quattro persone in tutto, che rivendicano il diritto di restare dove sono. Era il 5 settembre quando la polizia andò, per la prima volta, a controllare l'appartamento. Gli dissero di concedere un po' di giorni a quella famiglia per andare via. Una settimana dopo lui dormiva ancora per strada e gli altri tra le mura del suo appartamento. E allora è andato a bussare alla caserma dei carabinieri di San Salvarlo. Ha presentato una denuncia, chiesto che si intervenisse. Gli atti sono finiti in Procura, pm Cappelli. Che ha accertato due cose. La prima e che quelle persone sono lì dentro senza averne idiritta, neppure un.con- tratto. La seconda è che loro si sono difesi spiegando di aver pagato, in nero, l'affitto ad un extracomunitario. Michele Errico, intanto, continua a stare per strada. Ma chi era questo straniero? Michele racconta di un certo Ali, un turco o un greco, non ricorda, che gli aveva rifatto il pavimento e gli aveva chiesto di dormire lì, di tanto in tanto, mentre lui non c'era. «Ma avrebbe dovuto riportare le chiavi a Graziella, lamia amica...». Invece non gliele ha mai restituite. E adesso è sparito. Sul campanello, sotto il cartoncino con il nome degli «abusivi», c'è la piastrina d'ottone con la scritta «Errico». Sulla buca delle lettere, invece, c'è un terzo nome:, ancora differente da tutti gli, altri. Chi l!ha messo?i «Mah, forse Ah...». Intanto, in via Saluzzo 4, c'è chi è pronto a giurare che quel pensionato dai capelli bianci e dagli occhiali spessi, nelle due stanzette del primo piano non ha mai vissuto. Oppure, se lo ha fatto, è stato per un tempo breve e magari in modo saltuario: qualche mese e poi spariva di nuovo. Oggi, che vorrebbe tornarci, non può, perchè qualcuno gliel'ha portata via. Le sue denunce, le sue suppliche e, due giorni fa, anche un'inutile telefonata ai vigili urbani affinché lo accompagnassero almeno a prendere i suoi vestiti, sono cadute nel vuoto. Tutto inutile. E così lui dorme sul divano del salottto di persone di buon cuore disposte ad ospitarlo, gratis, per qualche notte. In vista di una lunga assenza, Michele Errico aveva lasciato le chiavi a un'amica Tornato a Torino, ha trovato sul citofono un nome diverso e la serratura cambiata Da oltre due mesi dorme dove capita A sinistra, il caseggiato di via Saluzzo4dovesi trova l'appartamento di Michele Errico (a destra): sono oltre due mesi.che si batte per rientrare in possesso di quelle due stanze, ma fino a questo momento nessuno è riuscito a fare andare via gli inquilini abusivi m I 11*11»

Persone citate: Cappelli, Michele Errico

Luoghi citati: Curti, Torino