Sotto la Mole, il cmema

Sotto la Mole, il cmema mamig Sotto la Mole, il cmema «Miracolo a Torino» di Stefano Della Casa ripercorre un secolo di riprese in Piemonte UN secolo di cinema sotto la Mole. «La Stampa» pubblica «Miracolo a Torino», libro di Stefano Della Casa sottotitolato «Fatti, personaggi e storie dal mondo del cinema» in cui il critico nonché ex direttore del Torino Film Festival analizza il rapporto tra la settima arte e la nostra città. Il volume (173 pagine, prezzo 15 euro) si articola in tre sezioni. La prima s'incentra sui generi del cinema «torinese» e passa in rassegna i vari filoni «nostrani» evidenziandone i film realizzati. S'inizia con «Neorealismo», in cui si ripercorre la preparazione nell'immediato dopoguerra de «Il bandito» di Alberto Lattuada portato poi al festival di Cannes e venduto in seguito in tutto il mondo. Fra le altre si segnalano la «Fantascienza subalpina» (fra i film «Omicron» girato nel 1963 da Ugo Gregoretti e «Un colpo all'italiana» con Michael Calne e Raf Vallone, di cui abbiamo visto da poco lo spettacolare rifacimento hollywoodiano), il «Poliziottesco» (da «Banditi a Milano» con molti momenti dedicati a Torino a «Poliziotti» dell'allora emergente Giulio Base con Kim Rossi Stuart e Claudio Amendola protagonisti), l'ampio «Torino Posmoderna: un nuovo inizio» con i vari lungometraggi girati in città e provincia a partire dagli anni Ottanta, a cominciare da «I ragazzi di Torino sognano Tokyo e vanno a Berlino» di Vincenzo Badolisani, e soprattutto negli ultimi tempi con Tavvento della Film Commission. La seconda parte si intitola «99 Film da non perdere tra quelli girati in Piemonte» e cita i vari «Aldo dice 26 x 1» di Fernando Cerchio e Carlo Borghesie, datato 1945, «Riso amaro» di Giuseppe De Santis, «I compagni» di Mario Monicelli, «Il gatto a nove code» di Dario Argento, gli immancabili «La donna della domenica» e «Profondo rosso», «La seconda volta» di Mimmo Calopresti con Nanni Moretti, il Leone d'Oro a Venezia «Così ridevano». L'ultima sezione «Le istituzioni piemontesi del cinema» dimostra, infine, come sia attualmente attivo il settore in Piemonte, opportunità di lavoro per molti e modo per far conoscere fuori dai confini Torino e la regione. [d.ca.]