Il mistero dei cerchi

Il mistero dei cerchi INCONTRO VENERDÌ' 21 Il mistero dei cerchi simboli nei campi di grano opera di alieni o di contadini? Emma limpida domenica di giugno. La dentista ~ di Montalt.o Dora Miriam Madau e suo marito Alberto Dovana viaggiano in moto nelle campagne del Canavese. Filano veloci sulla strada che conduce da Vische a Grotte e poi a Strambino. C'è il sole, la luce dell'estate illumina alla perfezione un campo di grano che la dentista e suo marito costeggiano in sella alla loro motocicletta. Il grano è ormai alto, cresce compatto. In fondo ad una discesa la monotonia uniforme delle piante di grano s'interrompe. Anzi, quella che prima appariva come una distesa senza fine sembra ora un grande disegno geometrico, le cui linee sono scavate alla perfezione nel campo di grano. Sono i cosiddetti «Crop Circle», i cerchi nei terreni coltivati che Miriam e Alberto studiano da anni, che contano migliaia di studiosi nel mondo e sulla cui natura non è mai stata data una spiegazione certa. Nei giorni seguenti la dentista prende un aereo e sorvola la zona scoprendo altri due «crop circle» a Perosa. Il fenomeno è singolare, misterioso, certo inquietante. I risultati di questa scoperta, avvenuta tra il 1" e il 15 giugno di quest'anno, saranno illustrati venerdì 21 novembre presso l'Associazione Culturale Grotta di Merlino, in piazza Statuto 15, alle 21,15 da Giancarlo Barbadoro, Gianluca Roggero e dai testimoni Miriam Madau e Alberto Dovana. Durante la serata verrà proiettato un filmato inedito sui ritrovamenti canavesani. A cui farà seguito un'intervista a Eltjo Haseloff, il massimo esperto mondiale dei «crop circle». Il mistero è fitto, ma le scuole di pensiero che studiano i ritrovamenti, avvenuti soprattutto in Inghilterra ma anche negli Usa, in Cina, Russia, Israele, sono sostanzialmente due. Quelli che sostengono che si tratta di un'opera aliena e quelli che propendono per la tesi di un «lavoro ben fatto» ma di natura umana. Di questa opinione è Giancarlo Barbadoro, presidente della Ecospirituality Founda- tion: «Di che cosa si tratta esattamente non lo sappiamo. E' un fenomeno che studiamo, ma secondo me si tratta di opera dell'uomo. C'erano già nel Medioevo e c'è chi sostiene che si tratti di burloni, ma io penso che sia semplicemente una forma di Land Art contadina». L'arte di scavare solchi geometrici nel grano come forma di protesta per far sapere che un conto è ancora aperto con la storia. Uomini e donne che discendono da antiche popolazioni, prima sottomesse da rehgioni e conquiste e poi scomparse dalla geografia e che con questi disegni giganti ricordano al mondo che ancora esistono. E' stato così in Perù e nei campi degli ultimi indiani limasti in America. Nel canavese, secondo Barbadoro, potrebbe trattarsi opera dei discendenti celti o druidi. Alcuni fatti, definiti tecnici, sono però certi. Nell'area rasata dei campi sono stati ritrovati insetti bruciati e la zona non presenta alcun dato di sostanza inquinante, che invece è facilmente riscontrabile nei terreni attorno. Le piante di grano non sono state tagliate, ma piegate e in molti casi sembra sembra che ne sia stata fermata la crescita. Tutto in una notte. Da decine di uomini che nessuno ha visto arrivare e partire. Al buio e in silenzio, con le case dei contadini a poche centinaia di metri. Forse è sufficiente ad incuriosire anche i più scettici. Info: telefono 011/530.846, www.grottadimerlino.org Giorgio Levi I «crop circles» sarebbero comparsi anche nel Canavese

Persone citate: Alberto Dovana, Barbadoro, Dora Miriam Madau, Giancarlo Barbadoro, Gianluca Roggero, Giorgio Levi I, Land, Madau