Bachi da seta e rondini morenti tra Pakistan e Afghanistan di Alessandro Monti
Bachi da seta e rondini morenti tra Pakistan e Afghanistan Bachi da seta e rondini morenti tra Pakistan e Afghanistan Alessandro Monti LA pakistana Uzma Aslam Khan esordisce in Italia con Trasgressione (ma l'originale Trespassing indica intrusione territoriale); il romanzo narra con ben ordite e tragiche trame di amare vite parallele, centrate sul ritomo in patria di Daanish, studente di giornalismo negli Usa, per i funerali del padre. Il giovane intreccia una relazione clandestina con Dia, che forse gli è sorellastra, dato che il padre di lui e la madre di lei erano stati amanti. Leggiamo in parallelo, con sequenze cronologiche non lineari, del giovane autista Salaamat, già indipendentista clandestino sindhi in un gruppo di sadici sequestratori e, in quanto tale, implicato nell'uccisione del padre di Dia. La sofisticata complessità della narrazione ha indotto la critica a insistere sulla squisita tessitura del romanzo, di cui sono simbolo i bachi da seta che Dia e la madre allevano. Tuttavia la fascinazione che le due dorme in particolare provano per i bachi rimane sterile, sogno irrealizzato di una vita migliore, piuttosto che specchio per la metamorfosi e crescita dei personaggi. I fatti narrati si consumano durante la prima guerra del Golfo, di modo che le lacerazioni inteme alla società pakistana diventano 'bozzolo" di relazioni sempre più conflittuah in un mondo diviso, tra noi e i musulmani, tra la nostra pretesa di egemonia e il modo in cui ci vedono gli altri. Di conseguenza, gli Stati Uniti, dove ritoma alla fine Daanish, definiscono vie di fuga non praticabili. Il giovane rimane di fatto estraneo al mondo occidentale (si vedano gli impacci sessuali e il disgusto provocato dal cibo) e tuttavia rinuncia a vivere in Pakistan, scegliendo la condizione di estraneità che gli appare più sopportabile. A proposito di Daanish, che vive esule e scisso ovunque vada, viene in mente il poeta pakistano Taufiq Rafat: "nel mese cesareo/ che ci divise a mezzo". E fragile risposta a tanta lacerazione la raccolta di conchiglie, gettata tra i rifiuti dalla madre ed emblema precario delle relazioni padre/figlio, adolescente/adulto, ontogenesi/filogenesi. Permane nel romanzo un certo turgore, sintomo di un disagio, che non riesce ancora ad esprimersi con la secchezza auspicata da Rafat; "Possiamo venire a patti Z con il nostro deciduo amore Z finché non abbiamo visto f il gelso ridotto alla sua spoglia/ essenzialità; tronco, ramo Z e ramoscello, l'albero passato ai raggi X?". Spoglio come la Kabul devastata dai talebani è invece Le rondini di Kabul dell'algerino Mohamed Moulessehoul, ex ufficiale superiore, che scrive usando il nome della moglie, Yasmina Khadra. Atiq, custode del carcere dove sono rinchiusi i condannati a morte vive nella disperazione, disgustato dal fanatismo crudele degh integralisti, reso incapace di comunicare con la moglie, minata da un male incurabile. Finché il volto liberato dal burqa di una prigioniera suscita in lui emozioni mai provate prima. La moglie di Atiq, che vede per la prima volta il marito animarsi di sentimenti, si sacrifica prendendo il posto della condannata, ma la donna salvata scompare. Atiq, impazzito vaga per la città alla sua ricerca lacerando i burqa delle donne che incontra; finirà linciato. Il tema, tradizionale nella letteratura islamica, della pazzia tragica d'amore, è riletto con cupa potenza sullo sfondo di una Kabul cenciosa e miserabile, in cui la gente è gregge manovrato a scudisciate; il burqa è il segno esteriore di un genocidio spirituale che colpisce uomini e donne. L'incubo afghano è del resto speculare ai massacri compiuti dai fondamentalisti in Algeria; si distrugge per dominare. Uzma Aslam Khan Trasgressione Neri Pozza, pp. 475, GIS Yasmina Khadra Le rondini di Kabul Mondadori, pp. 143.^,14 ROMANZI
Persone citate: Aslam, Khan, Mohamed Moulessehoul, Neri Pozza, Rafat, Yasmina Khadra
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