Simenon scarta i misteriosi pacchetti dei signor Mire
Simenon scarta i misteriosi pacchetti dei signor Mire Simenon scarta i misteriosi pacchetti dei signor Mire Massimo Romano A portinaia che bussa, una porta che si apre appena, una mano che mma ritira la posta e un asciugamano inzuppato di sangue sul marmo del lavandino intravisto nella fessura. E' la scena iniziale di uno dei primi romans durs di Simenon, scritto nell'autunno del 1932 e pubblicato nel 1933 da Fayard. Tradotto nei Gialli Economici di Mondadori l'anno successivo, viene ora riproposto nell'ottima traduzione di Giorgio Pinotti, perfettamente intonata allo stile neutro dello scrittore. «Lo stile è il ritmo», dichiarò Simenon in un'intervista, e qui il ritmo conta più della storia, lineare ed essenziale, dove il non detto è più importante di quello che accade. Siamo a Parigi, nella squallida periferia di Villejuif. Uno stabile grigio, con il rumore di auto e camion che sfrecciano sulla strada e le scale piene di voci, bambini che piangono, donne che strillano, brusii di ima radio. Simenon traccia una biopsia dello spazio attraverso gli "occhietti grigi" della portinaia e la sua mente romanzesca. Quindici giorni prima una prostituta è stata trovata cadavere e orrendamente mutilata in un campo dei dintorni e lei pensa che ad averla uccisa sia stato l'uomo a cui ha consegnato la posta, il signor Hire. Piccolo, grassoccio, con le labbra rosse e i baffi arricciati, è figlio di un sarto, ebreo russo, e di un'armena. Gira per le strade con un cappotto nero e una cartella sotto il braccio. Calmo e metodico, compie gesti rituali, si prepara la colazione, poi esce, prende il tram e va a lavorare in un seminterrato, deve confezima misteriosi pacchetti. In passato ha conosciuto il carcere per aver pubblicato dei libretti erotici, ora l'unico suo hobby sembra il bowling. Nel club che frequenta è considerato il miglior giocatore, capace di abbattere nove birilli con un solo lancio per cinque volte di seguito. Non sappiamo altro di lui, le donne del caseggiato lo trovano " inquietante". Immerso nel buio della sua stanza, vede alla finestra di fronte una donna che si spoglia, si mette a letto e legge un libro. E' attratto dal suo corpo morbido e sensuale e ogni sera la guarda. Si chiama Alice, fa la commessa in u ^ latteria e ha un fidanzato, Emile, un teppista di strada. Anche lei lo spia e teme che abbia visto troppo. Per questo va da lui con l'intento di sedurlo. Impacciato e timido, Hire respira gli odori del suo corpo, prova una passione inconfessata per lei, un sentimento ossessivo e morboso che non trova sbocchi. Come ha scritto Bernard de Fallois, «in M. Hire tutto è chiuso; tutto, la sua gioia, lo sgomento, il panico, la speranza è nell'andatura e nei gesti, il personaggio resta segreto». L'ispettore di polizia lo pedina, lo fa convocare in commissariato, ma lui, che conosce il nome dell'assassino, non parla, non collabora. Hire propone ad Alice di fuggire con lui in Svizzera e le dà appuntamento alla Gare de Lyon per il mattino successivo. Trascorre la notte, una notte di pioggia incessante, tra dancing e cabaret. Simenon non è tenero con la polizia e ci mostra l'ispettore, di guardia sotto casa, in un comportamento anti Maigret: incontra Alice, confabula con ei, le palpa il seno e la bacia. Braccato dalla polizia, dopo aver atteso invano Alice alla stazione, Hire toma a casa e per sfuggire al linciaggio della folla si rifugia sui tetti, dove scivola e rimane penzolante nel vuoto appeso con le mani alla grondaia. Il signor Hire è un personaggio umile, dimesso, di cui Simenon ci racconta soltanto le percezioni visive, uditive, olfattive, e lascia al lettore il compito di decifrare i suoi desideri, le sue passioni, le sue sofferenze di uomo solo, che si è adagiato nella sohtudine come in una calda pelliccia, si è organizzato una piccola esistenza tranquilla al riparo degli uomini. Anche il finale, trattandosi di un noir, non va svelato e non si dimentichi il titolo del romanzo, Il fidanzamento del signor Hire, che ha un sapore di feroce ironia. Georges Simenon Il fidanzamento del signor Hire traduzione di Giorgio Pinotti Adelphi. pp.146.ei 3.50 ROMANZO
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