La scommessa di Cuneo: proviamo a inventare l'Europa degli scrittori

La scommessa di Cuneo: proviamo a inventare l'Europa degli scrittori La scommessa di Cuneo: proviamo a inventare l'Europa degli scrittori GRAMSCIANAMENTE non potrebbe essere più sintetico Michael March con il suo «pessimismo della ragione, ottimismo della volontà». Così, cauto, il simpatico direttore del Festival degli Scrittori di Praga è approdato a Cuneo con una dozzina di colleghi. Partecipano ad uno degli eventi clou Itra i tanti che segnaliamo a parte) di «Scrittorincittà 2003», quinta edizione della ex «Festa degli scrittori europei», da ieri in corso e dedicata questa volta al tema dei «Confini» (dei sentimenti e della speranza, delle guerre, della memoria, della città, del mondo...). Una sorta di stati generali. D seminario-novità assoluta che riunisce gli organizzatori dei più importanti festival di letteratura europei ha lo scopo di coinvolgerli in un doppio nrogetto tutt'altro che faci¬ le: la creazione di un «Forum europeo degli scrittori» con attenzione speciale per i giovani e di una rete europea dei Saloni e delle Fiere del Libro. Iniziativa fortemente voluta, insieme a Mario Baudino, Laura Lepri, Mario Corderò, responsabili della manifestazione cuneese, da «Les Rencontres», l'associazione parigina «delle città e delle regioni d'Europa Unita per la cultura» che da anni, ormai con quasi 300 membri associati, insiste sulla «necessità di lavorare alla costruzione di un'Europa culturale partendo dalle realtà locali, stimolando le comunità territoriali a intervenire sulla «Catena del libro». Un approdo urgente nella attuale schizofrenica situazione dell'universo letterario. Concentrazioni editoriali sempre più massicce, oligarchia nella distribuzione dei libri, spreco di titoli, bestsellers in tirature ridotte salvo eccezioni, calo di lettori anche di quelli «forti», aumento dei prezzi di copertina (più nel resto d'Europa che in Italia dove tuttavia l'esperimento degli «sconti» è stato prorogato di un anno e la legge sul libro arriverà, a quanto sembra, ritolto «alleggerita»). Ma poi, a petto di questi dati sconfortanti, il successo, a volte strepitoso, di ogni manifestazione libraria seriamente organizzata, folle alle fiere come ai festival: oltre a Mantova, il fenomeno più importante degli ultimi anni, e a Hay-on-Wye, il piccolo paese del Galles dove prospera il festival omonimo, sorprendente prototipo delle «booktown», a Torino come a Berlino, a Parigi come a Praga, a Molde in Norvegia, a Bath nella vecchia Inghilterra, a Chambery, una vera fame di libri insieme alla nascita di una sorta di starsystem della letteratura, l'autore che un pubbhco talvolta solo curioso, spesso anche molto competente, vuole conoscere, ascoltare, toccare... Non tutto sarà oro, ma a una tal fame bisogna ormai dare una risposta non caotica o disorientante. Lo va affermando da tempo Emesto Ferrerò (che ha aperto ieri a Cuneo i lavori con Corderò e il presidente dei «Rencontres» Roger Tropéano) grazie alla sua esperienza «sul campo» al Lingotto dalla quale esce ancora sempre stupefatto «come quando vedo, un lunedì mattina durante la Fiera, venire in 300 ad ascoltare una conversazione sulla matematica... Cose anche toste, difficili...». La gente vuole capire. «Bisogna far vivere gli eventi durante tutto l'anno - ripete ormai all'infinito Ferrerò -. Collegarli in rete europea è una necessità quasi tautologica. Indispensabile è guardare alTEuropa allargata; di una decina dei "nuovi europei» noi non sappiamo quasi nulla, cerchiamoli i polacchi, i lituani, facciamoli entrare nel nostro network. E poi bisogna sconfinare, sconfinare». D'accordissimo Peter Florence che ad Hay, 1300 anime con 36 librerie, ha avuto quest'anno, il 17", 70 mila persone «cui abbiamo cercato di offrire i risultati della nostra selezione del meglio, della scoperta del nuovo, del richiamo alla luce di quanto è caduto nell'oblio, senza dimenticarci che da sempre i festival sono stati anche il luogo o il pretesto per unire, uccidere il vitello grasso, stare allegri...». Il che avviene sulla piazza del mercato di Hay «dove per 51 settimane l'anno si vendono verdura e bestiame, e noi per una settimana vendiamo storie e idee in un dibattito a tutto campo, dai conflitti alla genetica, dall'informazione alla fiction, mentre i debuttanti emergenti hanno incluso, nel tempo, Arunthady Roy e Foer, DBCPierre, de Bemierès, Englander; uscendo anche noi perfino dall'Europa, quest'anno in Brasile dove abbiamo lanciato il Festival di Parati; nel 2004 a CharlestonUsa e a San Pietroburgo». Anche Ulrich Schreiber ha toccato con il suo Festival intemazionale di Berlino cifre notevoli puntando su qualità molto alta e ancora una volta molto sui giovani, ma guardando anche parecchio fuori casa, un meeting addirittura a Medellin in Colombia. Forti aspettative da Cuneo anche per Grò Kvanvig, direttrice del norvegese Bjomson Festival (dedicato allo scrittore Bjom- stjeme Bjomson, Nobel nel 1903 per la letteratura) il cui vanto è di avere messo a fuoco prima di altri, grandi questioni intemazionah, dalla Nigeria con Soyinka alla Romania alla Cina, due dittature raccontate da Ana Blandiana e Jung Chang sino ai faccia a faccia KemalUzun sui Curdi in Turchia e agU incontri tra israeliani e palestinesi. E molto pretenderà dal seminario anche Sylvie Gouttebaron del «Festival du premier roman» di Chambery che lancia anche la proposta di un analogo incontro annuale, in luoghi sempre differenti. «Creare un network europeo dei festival letterari? - si chiede Luca Nicolini, l'inventore di Mantova che ritiene molto importante la distinzione «non in termini di valore ma di contenuto tra Festival e Fiere o Saloni del Libro, due realtà molto diverse che dovrebbero cercare sempre più e meglio le loro peculiarità». Quanto al network, «difficile per le evidenti differenze di cultura ecc, ma nello stesso tempo già avvenuto, in qualche caso spontaneamente». Il Festival di Mantova «di fatto è nato e cresciuto, relazionandosi con il Galles. E "Scritture Giovani" (cui si sono uniti anche Berlino e la Norvegia ndr) è, credo, il primo esperimento europeo di progetto condiviso tra festival letterari di diversi paesi». Il futuro dei giovani: è questo alla fine il tema fondamentale del seminario di Cuneo. Baudino sottolinea come il problema degli scrittori giovani non riguardi tanto, o soltanto, il momento dell'esordio visto che «gli editori sono ormai da tempo alla caccia continua del nome nuovo», con sconti di età sempre più ragguardevoli e geni che si sprecano; «Il problema è quello di crescere, di durare e di avere davvero un pubbhco, oltre il momento spesso effimero del primo successo, di non perdere talenti». Il che si può ottenere superando frammentazioni, incrementando scambi, lavorando insieme, insomma con r«ottiinismo della volontà». «Scrittorincittà 2003»: da Praga, da Parigi, dal Galles, dalla Norvegia nella capitale della Provincia Granda, un'attenzione speciale ai giovani, alle realtà locali, all'osmosi fra le varie sensibilità Piazza Galimberti, il cuore di Cuneo: si chiude domani «Scrittorincittà», tema conduttore «I confini» v 1