Gli schemi immutabili di Vespa

Gli schemi immutabili di Vespa IN BARBA AL PALO Gli schemi immutabili di Vespa Gigi Garanzini SI sa che con gli schemi di Berlusconi Bruno Vespa ha una discreta dimestichezza. A cominciare da quelli codificati in diretta nel celeberrimo contratto con gli italiani. Nella sua ultima fatica letteraria, pur sapendo di fare un dispetto al presidente del Consiglio e del Milan, pur consapevole di una scorrettezza che non gli verrà mai perdonata, Vespa ha pubblicato una serie di «schemi di gioco concordati da Berlusconi e Ancelotti» nell'imminenza della finale di Manchester contro la Juventus. Ha scritto proprio così nella didascalia a corredo del documento, prima Berlusconi e poi Ancelotti: nel pieno rispetto sia delle competenze specifiche in materia di pallone, sia dell'ordine alfabetico. VERTICE. Due fogli di schemi da calcio d'angolo arrivati sino a lui chissà come, in capo ad un viaggio di andata e ritorno da Manchester sull'aereo presidenziale, e a un lungo vertice tra presidente e allenatore cui ebbe sì la ventura di assistere, ma solo «di lontano». Un altro capitolo della contrapposizione di Vespa al potere, della più totale intransigenza verso i suoi azionisti di riferimento. E' la stampa, bellezza, è il giornalismo vecchia maniera che non conosce la tentazione dell'ossequio. Povero Berlusconi il giorno che Vespa racconterà i retroscena di una finale perduta. SALUTO. A volte basta un fratino. Uno di quei gilè colorati che l'allenatore distribuisce per distinguere titolari e riserve nella partitella che conclude l'allenamento. L'altro ieri a Trigona Capello non gli ha assegnato il gilè e Cassano se n'è andato senza salutare. Episodio che potrebbe rallentare il processo di beatificazione inaugurato dall'ultima Domenica Sportiva. Perché è vero che Cassano nell'ultimo anno è maturato in, maniera persino sorprendente: ma partendo da una base di immaturità tale da non escludere il rischio di ricadute. Chi ne discute il talento ha problemi di diottrìe. Ma chi lo pretende sin d'ora in campo agli Europei, e per gli altri dieci si vedrà, sottovaluta i collegamenti tra piedi e centralina. PARITÀ'. Settimana nera per la parità. Il giudice sportivo del Trentino, squalificando sino al 19 marzo 2004 un dirigente per intemperanze verbali, ha spiegato nel dispositivo che insultare un arbitro-donna rappresenta un'aggravante. Ma, quel che è peggio, le due nazionali svedesi candidate alla maglia del Perugia hanno rifiutato in via definitiva. Sia Victoria Svensson, centravanti, che Hanna Ljungberg, mezzala di punta, hanno detto chiaro e tondo di non sentirsi all'altezza di giocare contro difensori come Nesta o Maldini. Questo potrebbe significare che Materazzi non è ancora particolarmente celebre nel profondo Nord. Mentre lo è certamente Luciano Gaucci, visto che la Ljungberg ha aggiunto: «Questa storia non mi ha mai convinto, ha troppo l'aria di una trovata pubblicitaria».

Luoghi citati: Manchester, Trentino