La Francia ecologista vince il Torino Festiva

La Francia ecologista vince il Torino Festiva LA VENTUNESIMA EDIZIONE PREMIA «LA FIN DU REGNE ANIMAL» La Francia ecologista vince il Torino Festiva Il regista Joel Brisse: «Vivo nel villaggio dove ho ambientato la storia conosco bene i problemi della natura». Gli organizzatori soddisfatti «Pubblico in calo? Piuttosto un viavai da una sala all'altra» Daniele Cavalla TORINO Prevale la Francia ecologista al Torino Film Festival. Il lungometraggio «La fin du règne animai» di Joel Brisse ha vinto la ventunesima edizione dell'ex Cinema Giovani: la giuria (il presidente Goutam Ghose, Michael Almereyda, Pappi Corsicato, Alison Maclean, Manuel Mozos) l'ha premiato «per il complesso e delicato ritratto di un outsider pieno di contraddizioni - antisociale e al tempo stesso pieno di desideri - che, come il film, dimostra un profondo legame con la natura». «Il protagonista - ha detto Brisse -, considerato il matto del paese, ha un rapporto corretto con gli animali, mentre noi li consideriamo ormai soltanto quando ci servono. Vivo nel villaggio dove ho ambientato il film e conosco i problemi legati all'ambiente: i miei punti di partenza sono stati la scena di un incendio e il titolo, poi li ho progressivamente sviluppati. «Sono cresciuto ha sottolineato il regista - con il cinema italiano: il primo film che ho visto è stato, al cinema della parrocchia, "La strada" di Fellini. Poi mi sono innamorato di questo mondo con "La morte corre sul fiume'' di Charles Laughton e autori come Tarkowski, Pasolini, Antonioni, Bergman». Sempre fra i lungometraggi premi speciali della giuria sono stati assegnati all'iraniano «Nafas - E Ameegh» di Parviz Shahbazi e al polacco «Przemiany» di Lukasz Barczyk, una menzione per «Hako» del giapponese Kanji Nakajima. Nel Concorso Intemazionale Cortometraggi i giurati Nicolas Azalbert, Luca Guadagnino e Gina Kim hanno preferito l'italiano «I have seen my mother dancing in the clouds), di Ila Beka. Ex-aequo il premio per il «Concorso Doc 2003»: «La notte di Totò» di Guido Votano, autoritratto del fiancheggiatore dei terroristi di Azione Rivoluzionaria Salvatore Cirincione vissuto nella Torino operaia e ora latitante a Lione trasmesso in televisione questa sera alle 20,30 da Planet (canale satellitare della piattaforma Sky), e «L'esplosione» di Giovanni Pipemo; premi speciali per «Doichlandia» di Giuseppe Gagliardi e «La zattera di sabbia» di Isabella Sandri. «Spazio Italia» ha visto prevalere «Setting: the linear video (take 3/women only)» di Susanna Schoenberg, menzione speciale per «Il nido» di Carlo Michele Schirinzi; la stessa giuria (Giuseppe Bertolucci Antonietta De Lillo e Roberto Nanni) ha inoltre scelto «Maria Jesus» di Massimiliano e Gianluca De Serio per il «Kodak Short Film Award». Il premio del pubblico intitolato ad Achille Valdata è andato a «Sal-In-Eui-ChooEok» del coreano Joon-Ho Bong fra i lungometraggio (questo film ha vinto anche il premio Holden per la sceneggiatura) e ad «Assicurazione sulla vita» di Tomaso Cariboni e Augusto Modiglioni per «Spazio Italia», premio Cipputi a «L'uomo flessibile» di Stefano Consiglio. Il Torino Film Festival si è concluso ieri sera con la cerimonia di premiazione al Pathé Lingottò, il multiplex francese collocato nel centro commerciale 8 Galleryperla seconda e non ultima volta sede della manifestazione. Il bilancio è positivo: «Siamo soddisfatti - dice il presidente Gianni Rondolino -. Le presenze in sala sono state oltre 65 mila, sul calo degli abbonamenti hanno influito la situazione economica generale e l'attuale crisi del cinema che ha visto un vistoso calo di spettatori, il 22 per cento, nel mese di ottobre. Il nostro buon risultato è stato conseguito grazie a un programma che ha affiancato la sperimentazione più estrema al cinema di grande spettacolo. Ricordiamo con piacere le sale stracolme per i lavori di Brakhage, Huillet 5- Straub, Monteiro». Commenti positivi anche da parte dei direttori. Ha rilevato Giulia D'Agnolo Vallan: «I regi¬ sti ospiti (fra cui un Joe Dante ancora in città ed entusiasta del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana, ndr) han detto che raramente hanno visto nei festival un pubblico come il nostro; giovane, molto curioso, interessato, in continuo spostamento da una sala all'altra alla ricerca di qualcosa di nuovo». «La scommessa - ha spiegato Turigliatto - era di potenziare l'arrivo di cineasti dal mondo e di aumentare la conoscenza del cinema contemporaneo: obiettivi raggiunti nel solito clima informale tipico del Festival, senza accademismo». Una scena del film «La fin du règne animai» vincitore del Festival torinese

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