Caso Cecenia, censura al Cavaliere di Enrico Singer

Caso Cecenia, censura al Cavaliere A STRASBURGO, POLEMICA PER I SERVIZI DI TG3 E TG1. L'UE AVVIA L'INDAGINE SULLA LIBERTÀ DI STAMPA Sp Caso Cecenia, censura al Cavaliere Il premier: infondata la risoluzione dell'Europarlamento Enrico Singer inviato a STRASBURGO Per alzata di mano e con una maggioranza molto larga, l'Europarlamento ha approvato la risoluzione che «deplora» le dichiarazioni fatte da Berlusconi sulla Cecenia nella conferenza stampa che chiuse il vertice Ue-Russia, il 6 novembre a Roma. Sul lungo documento - 5 pagine divise in 24 punti - alla fine c'è stata solo l'astensione dei deputati di Forza Italia, di An, della Lega e di alcuni conservatoribritannici che hanno voluto marcare il loro disaccordo sul paragrafo 13 della risoluzione che critica direttamente le posizioni espresse dal presidente del Consiglio europeo. Proprio su questo punto (4 righe) c'è stata anche una votazione separata, ma la richiesta di eliminarlo dal testo è stata respinta. Sempre per alzata di mano e a grande maggioranza. Silvio Berlusconi, interrogato dai giornalisti al rientro in albergo a Varsavia, ha detto : «Non sono assolutamente amareggiato, l'Europarlamento ha semplicemente frainteso la realtà e quindi la risoluzione è fondata sul nufia». Erano le 12,45 quando le votazioni si sono concluse e la censura a Berlusconi è entrata negli atti del Parlamento europeo. Con questa formula: l'assemblea «deplora le dichiarazioni fatte dal presidente in carica del Consiglio europeo alla fine del vertice Ue-Russia nelle quali ha espresso il proprio sostegno alla posizione del governo russo per quanto concerne la situazione dei diritti dell' uomo in Cecenia e della democrazia nella Federazione russa». Per il capo della delegazione di Forza Italia nel Ppe, Antonio Tajani, questo paragrafo nasce da ima «interpretazione errata» di quel che è successo nel vertice di Roma perché «la posizione di Berlusconi sui diritti umani è nota in tutto il mondo». Tajani ha anche sottolineato che la risoluzione ((non ha alcun effetto legislativo». Ma all'esponente azzurro hanno replicato da sinistra in tono polemico. «Si tratta di far capire aBerlusconi che l'Europa non è un suo affare privato», ha detto Claudio Fava (Ds) che ha definito la censura «non solo un atto dovuto, ma una richiesta di maggiore sobrietà e attenzione nelle prossime, poche mosse della presidenza italiana della Uè». E la capodelegazione dei Ds a Strasburgo, Pasqualina Napoletano, ha detto che «il presidente di turno del Consiglio farebbe bene a rettificare le dichiarazioni del 6 novembre e a dare conto di questa rettifica nel corso della presentazione dei risultati del semestre alla sessione plenaria dell'Europarlamento di dicembre». E la polemica si è trasferita anche a Roma dove il coordinatore della Margherita Franceschini ha detto che la risoluzione del Parlamento europeo «è un atto politico enorme che non si può ridimensionare». È una polemica nella quale preferisce non entrare il presidente dell'Europarlamento Pat Cox, che attraverso il suo portavoce, David Harley, si è limitato a dichiarare: (di risultato del voto sulla risoluzione e l'ampia maggioranza con cui è stata approvata parlano da soli». Ma c'è anche una polemica nella polemica: quella sui ((precedenti» di una simile presa di posizione. «Confermo che ci sono state altre occasioni in cui il Parlamento europeo ha criticato il Consiglio, ma, per quanto ricordi, credo che questa sia la prima volta che l'assemblea deplora, con un voto, l'azione di un presidente di turno del Consiglio europeo», ha detto Harley. Un precedente - riferito già ieri - è quello di Chirac al quale l'Europarlamento rimproverò, nel luglio '95, la ripresa degli esperimenti nucleari nell'atollo di Muroroa, inPolinesia. Ma se Chirac, allora, era anche presidente di turno della Uè, la critica gh fu rivolta per un atto deciso in quanto capo di Stato. Anche sul «caso» dei precedenti si è innestata una polemicaperché Forza Italiaha contestato il servizio del Tg3 (la Margherita invece ieri sera ha contestato il servizio del Tgl) in cui si diceva che ((per la prima volta» un presidente di turno della Uè veniva censurato. Il portavoce di Cox ha detto che il presidente del Parlamento «non desidera essere associato ad alcun attacco a giornalisti italiani», soprattutto (mei giorno in cui la Conferenza dei capigruppo ha dato via libera al rapporto sui rischi di violazione delle libertà di espressione e di informazione nella Uè e, in particolare, in Italia». Questa relazione promette nuove scintille. Era stata proposta due mesi fa dalla commissione giustizia e libertà pubbliche soltanto sull'Italia e in base all'articolo 7 (violazione dei diritti fondamentali). Poi il mandato dell'indagine era stato modificato e esteso a tutta lUnione «e in particolare all'Italia». Ieri il capogruppo del Ppe, Poettering, ha chiesto che venisse tolto il riferimento esplicito all'Italia, ma la sua proposta è stata respinta. Ora la relazione (si prevede un documento di 50, 60 pagine) sarà avviata e presentata in sessione plenarial'anno prossimo. Sp .J? mwi ..m. J®*,:*™*.,.-*—* ^Qf ■i»i*''m» f ì J '^"f-ì -*|—«...^ 'WéméMm. ;p**#fefc ÌÌ;#!^*«:.:,#"**|fc;- 4*k0mmm ^Mj** f 3 . li f " ,o "mmmi ■'*m*. mm L'emiciclo del Parlamento europeo