Raffica di attacchi kamikaze anche in Iraq di Giuseppe Zaccaria

Raffica di attacchi kamikaze anche in Iraq Raffica di attacchi kamikaze anche in Iraq Morti diciassette civili e un soldato americano. Intensificata la sicurezza a Nassiriya Giuseppe Zaccaria inviato a NASSIRIYA Se ad Istanbul il terrorismo riesplode con vampate sempre più roventi, in Iraq ha assunto oramai un andamento cronico e costringe le forze militari che presidiano il Paese ad uniformarsi all'esempio americano, blindando sempre più i propri insediamenti ed inagurando misure di sicurezza che si avviano verso il parossismo. Intorno alle basi italiane si continua ad apprestare nuove difese anche se il lavoro richiederà qualche tempo, e stime degh esperti dicono che il nuovo livello di difesa richiesto dall'intensificarsi degh attacchi si può valutare ancora intomo al cinquanta, sessanta per cento delle necessità. Si costruiscono terrapie- ' ni anche intomo alla sedi della polizia locale, ieri un camion cisterna che era uscito da una coda in vista di un «check point» ha provocato la sparatoria da parte di alcuni sorveghanti e poi l'intervento di una pattuglia della Brigata «Sassari»: l'autista del camion è stato arrestato ma pare si sia trattato solo di un equivoco. Se nella provincia di Thi Qar non si registrano nuovi attentati, il panorama iracheno anche ieri è stato punteggiato da bombe ed assassinii (17 i morti iracheni), oltre all'uccisione di un altro soldato Usa. A Ramadi due morti e dodici feriti per l'esplosione di un'autobomba e quattordici iracheni uccisi dopo un'operazione di polizia compiuta nella stessa area dalla fanteria americana. Altra autobomba a Kirkuk, vicino a una sede del partito curdo Unione patriottica del Kurdistan di Tàlabani, con quattro morti (il kamikaze, una maestra e due scolari) e 37 feriti, e più a Nord, nell'area di Tikrit otto vittime per i bombardamenti dell'artiglieria americana contro postazioni della guerriglia sul fiume Tigri. Ancora: una agente di sicurezza ucciso a Baghdad in una sparatoria contro la sede dell'ambasciata giordana, già oggetto di un attentato dinamitardo due mesi fa. ABassora un componente del consiglio cittadino che collabora con il governatorato inglese è stato prima rapito e poi assassinato, ed ai fatti di sangue continua a sommarsi ogni sorta di allarme, più o meno credibile. Fra questi uno riguarda i giomalisti che seguono l'attività delle forze italiane: pare che l'albergo in cui si trovano - il solo a Massiriya - possa diventare a sua volta «obiettivo sensibile», se non altro per il fatto che in questo momento vi soggiornano una quarantina di occidentah, fra italiani s portoghesi. Le misu- re di sicurezza sono state aumentate, il contingente italiano ha piazzato due blindati dei carabinieri nelle vicinanze ma, per citare le parole del generale Cabigiosu, se neanche Paesi come Israele e Turchia riescono a difendersi dagli attacchi terroristici farlo in Iraq, dove non esistono strutture di «intelligence» locali, farlo è ancora più arduo. Nel procedere quasi meccanico di questa offensiva del terrore le vittime innocenti continuano a sommarsi alle altre. Ieri a Kerbala, luogo santo per gh scuti, un ordigno fatto esplodere dinanzi alla scuola di Al Abed, a due chilometri dalla città, ha falcidiato i bambini, due sono stati i morti e due i feriti, uno dei quali molto grave. A Ramadi il vero bersaglio dell'auto-bomba fatta brillare nei pressi della sede del consiglio comunale era probabilmente lo sceicco Amer Abdel Jabar Suleiman, capo della tribù dei Dulein, che in questa fase sembra appoggiare le politica americana: lui se l'è cavata ma le schegge hanno falcidiato i passanti. L'accusa di «collaborazionismo» è costata la vita anche a Sargon Nanou Nurado, 51 anni, esponente per il movimento democratico assiro del governo cittadino di Bassora. L'avevano rapito l'altra sera e ieri hanno fatto ritrovare il suo corpo massacrato per strada. In pochi giorni si tratta del secondo membro del consiglio cittadino eliminato, evidentemente l'appello di Saddam Hussein ad uccidere chi collabora con gh americani è stato accolto dai fedelissimi. In questo clima è inevitabile che anche regole e strumenti della missione itahana si rapportino ai nuovi livelli di pericolo. I pattugliamenti fuori dai recinti dei campi sono diminuiti e adesso avvicinarsi ad un «check point» a velocità diversa dal passo d'uomo e senza farsi riconoscere subito, uscendo dall'auto ad una certa distanza dai militari, diventa davvero molto pericoloso. Un altro ordigno è esploso davanti a una scuola di Karbala uccidendo due bambini Il luogo di uno degli attentati di ieri

Persone citate: Abed, Amer Abdel, Cabigiosu, Saddam Hussein, Sargon Nanou Nurado