LE STRATEGIE EI SIMBOLI DEL TERRORE di Aldo Rizzo
LE STRATEGIE EI SIMBOLI DEL TERRORE LE STRATEGIE EI SIMBOLI DEL TERRORE Aldo Rizzo IL cosiddetto dopoguerra iracheno (che in realtà è un'impressionante esplosione di violenza) si svolge ormai su due fronti. Uno è l'Iraq, dove il terrorismo si abbatte non solo sulle forze della coalizione che ha rovesciato la dittatura di Saddam Hussein, ma anche su contingenti alleati, come quello italiano, presenti per cooperare alla ricostruzione del paese, e sulle stesse istituzioni internazionali, come l'Onu e la Croce rossa. L'altro fronte è esterno ai luoghi della guerra e coinvolge le nazioni che i terroristi giudicano complici del «Grande Satana» americano, anelli di una catena «imperialista». Il loro obiettivo, sulla base di una strategia ripugnante ma a suo modo lucida, è quello di destabilizzarle e d'impaurirle, di favorirne le tensioni interne, siano esse di tipo pacifista o, come nei paesi islamici moderati, di tipo radicale o fondamentalista. Le stragi di ieri a Istanbul, che seguivano di soli cinque giorni i sanguinosi attentati nelle sinagoghe, rispondono in pieno a questo delirante RAFFICA DI ATTACCHI IN IRAQ Colpita anche una scuola: morti 17 civili e un soldato americano Giuseppe Zaccaria A PAGINA 5 disegno. Colpendo il consolato e una grande banca della Gran Bretagna, proprio mentre il presidente americano è ospite di Stato a Londra, il terrorismo islamista ha inteso punire col sangue ^alleanza speciale» tra le due potenze occidentali e fornire ulteriori motivi o pretesti a quanti si accingevano a manifestare contro la politica di Bush e Blair. Nello stesso tempo. Al Qaeda, con le sue diramazioni locali, ha inferto un secondo, drammatico colpo alla Turchia, paesecerniera tra Islam e Occidente, retto da un governo islamico moderato, candidato a esser parte dell'Unione europea, ma anche percorso da fremiti fondamentalisti e da tensioni etniche. E' un momento gravissimo, che richiede forza e determinazione, ma anche una controstrategia politica efficace, di tutta la comunità internazionale, al di là delle ormai inutili polemiche sulla guerra a Saddam. Col decisivo concorso, ovviamente, di chi decise quella guerra, a Washington e a Londra.
Persone citate: Bush, Giuseppe Zaccaria, Saddam Hussein
Luoghi citati: Iraq, Istanbul, Londra, Turchia, Washington
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