Prodi contro l'Ecofm «Vuole la fine del Patto»

Prodi contro l'Ecofm «Vuole la fine del Patto» L'ESECUTIVO UE RICHIAMA LA GERMANIA AL RISPETTO DEL DEFICIT Prodi contro l'Ecofm «Vuole la fine del Patto» L'allarme del presidente della Commissione: sono in corso trattative per arrivare ad intese tra i governi al di fuori dalle sedi istituzionali D'accordo il commissario Solbes: i trattati devono essere rispettati Enrico Singer inviato a STRASBURGO «Noi siamo qui a discutere di decimali, ma sulla scena politica succedono cose preoccupanti: nel Consiglio Ecofin c'è il tentativo di certificare la fine del Patto di stabilità attraverso accordi intergovernativi ed extra-istituzionali». La denuncia di Romano Prodi arriva nell'aula dell'Europarlamento di Strasburgo come ima bomba nel giorno in cui la Commissione approva la raccomandazione preparata da Pedro Solbes per la Germania che, per il terzo anno consecutivo, sfonderà nel 2004 il tetto del 30Zo di deficit. La raccomandazione finirà sul tavolo delTEcofin il 25 novembre, assieme a quella già indirizzata alla Francia, e toccherà ai ministri decidere sulle richieste della Commissione. Ma non è ima questione tecnica. Perché se il «tentativo» dovesse realizzarsi «smantellerà quel poco, troppo poco, di govemance economica che abbiamo in Europa», dice Prodi. Anche il commissario Solbes è d'accordo: (dQ presidente della Commissione ha sottolineato un elemento essenziale. I Trattati vanno ri¬ spettati. Non ci riuniamo mica perdio siamo un gruppo di amici. Facciamo parte di una istituzione e contiamo molto sulla presidenza italiana perché trovi una soluzione in linea con il Patto». Quello che Solbes aveva anticipato, lunedi, nella sua intervista a la Stampa si sta realizzando. L'esecutivo europeo ha adottato nei confronti del governo di Berlino una raccomandazione in linea con quella già proposta a Parigi: un anno in più - fino al 2005 - per rientrare nel limite del 30Zo di deficit, in cambio di uno sforzo supplementare di riduzione del deficit strutturale nel 2004 dello 0,807o (alla Francia era stato chiesto ri0Zo) che, sommato allo 0,5 da realizzare nel 2005, dovrebbe consentire l'obiettivo globale della riduzione deU'1,3%. Ma teme che l'Ecofin non accoglierà le sue richieste. Il ministro delle Finanze tedesco, Hans Eichel, le ha criticate anche ieri rilanciando quella distinzione tra «Paesi cooperativi e non cooperativi» che - neh' analisi di Prodi e Solbes - sarebbe il grimaldello per modificare il Patto. Per togliergli l'arma delle sanzioni che dovrebbero scattare in base ai Trattati nel caso in cui Germania e Francia non rispettassero nemmeno la nuova raccomandazione. E che Berlino vorrebbe limitare ai «Paesi non cooperativi» con una interpretazione che Prodi e Solbes definiscono senza fondamento giuridico. «La Commissione è custode del Patto di stabilità e lo applicherà nei modi e nei tempi che gli Stati membri gli hanno consegnato», ha detto il presidente dell'esecutivo europeo. Prodi, di fronte agli eurodeputati, ha raccontato anche un suo ricordo personale. «Ho ancora negli occhi le sopraccigha aggrottate del ministro tedesco quando ero presidente del Consiglio italiano e mi chiedevano di apphcare il Patto». Il riferimento è all'ex ministro delle Finanze di Berlino, Theo Waigel, che fu l'artefice più rigoroso del Patto. «Adesso abbiamo reso più flessibile e più intelhgente il Patto ha aggiunto Prodi - ma a questo punto va apphcato perché è lo strumento fondamentale per la difesa dell'euro». E che sia ora proprio la Germania il Paese che reclama «interpretazioni» meno vincolanti delle regole suscita l'allarme del presi- dente della Commissione. La denuncia dei «tentativi» di «certificare la fine del Patto di stabilità» nasce da qui. E' un'analisi che il ministro per le Pohtiche comunitarie, Rocco Buttiglione, che ieri era a Strasburgo, non condivide. «Non concordo con il fatto che l'Ecofin stia certificando la fine del Patto di stabilità», ha detto Buttiglione. «Mi limito a osservare che da tempo era chiaro che sarebbe stato necessario interpretarlo. Forse definire prima i criteri di interpretazione, invece di farlo con l'acqua alla gola perché arrivati all'ultima scadenza prima dell'erogazione di sanzioni, avrebbe dato un'impressione di maggiore stabilità e di certezza del diritto all'interno delTUe», ha ammesso il ministro. Ma non ha voluto fare polemiche dirette perché «non fanno bene a nessuno». Secondo Buttiglione «dobbiamo riconoscere quanto c'è di giusto nelle osservazioni che vengono fatte e moderare i toni». La Commissione, ieri, ha esami¬ nato anche i dati economici generali della Uè e Prodi ha riferito che «c'è l'aspettativa diffusa» che la crescita riprenda nella seconda metà di quest'anno per accelerare nel 2004. «Il peggio sembra passato», ha detto il presidente Uè perché «aumenta la fiducia delle imprese e dei consumatori». Sui conti italiani il commissario Solbes ha confermato che c'è sempre preoccupazione per l'eccessivo ricorso alle misure una tantum e per il volume del debito, ma che «sulle cifre non c'è niente da dire». 600Zo del Pil per il debito acdimulato dalle pubbliche amministrazioni, salvo che si stia riducendo in modo apprezzabile Correggere i dtsavari eccessivi . Non appena si manifestino e, in ogni caso, dopo le Raccomandazioni del Consiglio