Scanzanof uno spiraglio dì speranza di Fulvio Milone

Scanzanof uno spiraglio dì speranza MENTRE CONTINUA LA PROTESTA A OLTRANZA CONTRO IL «CIMITERO» DEL NUCLEARE Scanzanof uno spiraglio dì speranza Il sindaco dopo il vertice a Palazzo Chigi: sono fiducioso Fulvio Milone NAPOLI Il destino di Scanzano Ionico si gioca a 500 chilometri, nei Palazzi romani dove le riunioni si susseguono. Era sera quando gli amministratori della Basilicata, sindaco di Scanzano in testa, si sono presentati all'ultimo appuntamento della giornata, quello più importante, col sottosegretario alla presidenza del ConsigUo, Gianni Letta, e il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. La speranza era quella di strappare loro l'impegno a rivedere il decreto che individua nel paese lucano il sito nazionale per il deposito delle scorie nucleari. Le posizioni sono note: da un lato c'è il gruppo dei lucani che, come dice il presidente della Regione Filippo Bubhico, definisce la decisione del governo «sbagliata dal punto di vista formale e sostanziale»; dall'altro gli esponenti dell'esecutivo, che giustificano la scelta coi risultati di perizie geologiche e studi approfonditi. La riunione si è conclusa nella notte con un nulla di fatto: gh interlocutori sono rimasti sulle loro posizioni, anche se Letta e Matteoli si sono riservati di riferire a Berlusconi. E la protesta, a questo punto, prosegue a oltranza. Ma il sindaco Mario Altieri dice: «Dopo la riunione sono fiducioso perchè i ministri hanno raccolto la documentazione che abbiamo preparato e si sono impegnati a discuterla con Berlusconi, è un buon risultato».: . "' Scanzano vive ore di angoscia, scandite da blocchi stradah, cortei, slogan gridati con rabbia e un invito al Capo dello Stato: «Ciampi venga a visitare questa regione che rischia di morire». Da ieri la Basilicata e la Calabria sono praticamente isolate. Dopo l'occupazione nei giorni scorsi delle strade più importanti, le statali Jonica e Basentana, e della stazione feiroviaria di Metaponto trasformata in una discoteca dai manifestanti più giovani, 500 persone hanno invaso l'autostrada Salerno-Reggio Calabria fra gli svincoli di Lagonegro e Lauria. Hanno piantato le tende nella campagna, oltre il ciglio della carreggiata, decisi a trascorrere chissà quante notti all'addiaccio. Ci sono stati momenti di forte tensione fra i manifestanti e gh automobilisti in coda, poi dirottati dalla polizia stradale verso percorsi alternativi, ma infinitamente più lunghi e disagevoli. D blitz in autostrada è stato guidato dal capogruppo di Forza Itaha in consiglio regionale, Antonio Di Senza, e da altri amministratori lucani. H particolare la dice lunga sul clima teso che si respira anche all'interno del centro-destra. I parlamentari e i rappresentanti delle giunte comunali della Casa delle Libertà vedono il decreto sul cimitero nucleare come fumo negh occhi. L'assemblea regionale di An ha approvato all'unanimità la richiesta di «ritiro immediato del partito dal governo» nel caso che la decisione sul mega-deposito di scorie a Scanzano venisse confermata. L'Udo della Basilicata si spinge oltre: «Stiamo fuori dall'esecutivo finché il decreto non sarà revocato», hh détto il capogruppo in consiglio regionale Antonio Melfi a Marco Follini e ai ministri Giovanardi e Buttighone durante un incontro a Boma. «Dire no a tutto è una follia, non si può lasciare le decine di siti con le scorie già esistenti fuori sicurezza e sparsi in tutt'Italia», commenta Giovanardi, che però rinnova le proposte già fatte in alternativa al cimitero nucleare di Scanzano: si potrebbe individuare un altro deposito più adatto o dislocare le scorie in più regioni. Un eurodeputato dell'Udc, Giuseppe Brìenza, dice che un'arma per bloccare, o megho rinviare ogni decisione sul mega-deposito, è offer¬ ta dallo stesso decreto: «L'articolo due prevede l'incarico a un commissario straordinario che dovrà validare il sito individuato. La sua nomina non sarà immediata e rilancerà iJ dibattito». Come a dire che i tempi non sono poi così brevi come pensano gh abitanti di Scanzano, e col trascorrere dei mesi nuovi approfondimenti tecnici potrebbero portare a soluzioni diverse. Ma la riunione più importante, su cui il paese in rivolta riponeva malte speranze, era quella fra Letta, Matteoli, il presidente della Regione Bubbico e gli amministratori dei comuni lucani della fascia ionica. E' lì che Altieri, di An come il ministro dell'Ambiente, ha spiegato le ragioni del no al cimitero al decreto. Ragioni in gran parte già espresse nell'ordinanza con cui due giorni fa il primo cittadino ha requisito il sito individuato dal governo: .«L'area a rischio sismico e soggetta a mondazioni, dista 150 metri dal fiume Gavone e meno di 300 dal mare». Ma, soprattutto, il mega-deposito comprometterebbe irrimediabilmente l'economia di quell'area che vive di turismo e agricoltura: «Chi mai verrebbe a trascorrere le vacanze o comprerebbe frutta in una zona dove sono sepolte ottantamila tonnellate di scorie nucleari?». LarivoltadiScanzanoe dell'intera regione continua, con l'appoggio di Puglia e Calabria che annunciano manifestazioni di solidarietà. Si fanno sentire anche i disobbedienti di Napoh. Francesco Caruso, leader del movimento, avverte: «Bisogna allargare la protesta a tutto il Sud, per portare le scorie a Scanzano dovranno passare sui nostri corpi». "^ LA STRUTTURA DEL SITO L'impianto per io stoccaggio dei rifiuti nucleari di Scanzano secondo lo studio della Sogin ENTRATA JBAS^UCA^g^ ■^Y^v^p^P^yV ^;^W^?^^.,yA.^^^**..,^^^.:^^^.y^^w*^w**..y^^^^WA^^- '"ft^À^. La manifestazione di protesta lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria all'altezza di Lagonegro