Processo Smer Previti cerca un altro «rinvio»

Processo Smer Previti cerca un altro «rinvio» LA SENTENZA DEVE ESSERE PRONUNCIATA ENTRO IL 9 GENNAIO O SI RIPARTIRÀ DACCAPO. VENERDÌ' UDIENZA Processo Smer Previti cerca un altro «rinvio» MILANO Il treno sembra ormai avviato verso la sentenza del processo Sme. Potrebbero esserci ancora «soste forzate», ma comunque brevi e sicuramente non tali da mettere in forse l'intero dibattimento: in sintesi, comunque vadano le cose il tribunale si pronuncerà assai prima del 9 gennaio, scadenza dell'applicazione del giudice a latere Guido Brambilla, e quindi data ultima per concludere senza il rischio di dover ricominciare tutto daccapo. Nessuno comunque pensa alla possibUità di un «normale» calendario. Che vede la prossima udienza già fissata per venerdì prossimo: la presidente del collegio, Luisa Ponti, ieri mattina, appena saputo della sentenza della Cassazione che mantiene il processo a Milano, ha inviato ai difensori un fax che convoca tutti il 21 novembre, alle dieci del mattino. A quel punto dovrebbe prendere la parola il pm Ilda Boccassini per la rephea, già programmata prima della forzata sospensione. Quindi toccherà ai difensori, che però possono controreplicare solo sui punti specifici toccati dall'accusa. Il giorno dopo, sabato, nuova udienza, con la parola agli imputati (quelli che lo desiderano) per le loro dichiarazioni spontanee e, infine, camera di consiglio e sentenza. Questo solo in teoria: gli avvocati di Cesare Previti hanno già fatto sapere di non voler demordere: «Abbiamo un sacco di questioni da porre sostiene Giorgio Perroni -, dobbiamo decidere quali spendere». Ma non specifica di cosa si tratti: «Non voghamo anticipa- re nulla per non dare un vantaggio agli avversari». Oltre all'idea - ventilata già lunedì - di un ricorso ad un'altra sezione della Cassazione (che però non bloccherebbe in alcun modo i tempi), è probabile che i legali si comportino in modo analogo a quanto già fecero al processo Imi-Sir: chiederanno cioè l'acquisizione di nuovi atti. Che, nello specifico, sono quelli acquisiti durante l'inchiesta bresciana sulle presunte anomalie nella gestione del fascicolo 9520; l'inchiesta che la procura lombarda ha chiesto di archiviare. Ed è assai probabile che il tribunale, che ha già da tempo dichiarato chiuso il dibattimento, risponda con ma rifiuto. Al che - sempre stando al copione del precedente processo - Previti potrebbe presentare un'istanza di ricusazione nei confronti dei giudici. In questo caso a decidere sarebbe la Corte d'appello: a Imi-Sir ci mise due giorni, per respingerla e rendere «inevitabile» la sentenza. Se le cose andranno così anche in questo caso la decisione su Previti e i suoi coimputati. tenuto conto del calendario delle udienze, slitterebbe solo di una settimana. Altro scenario possibile: uno o più imputati presentano un «legittimo impedimento», affermando contestualmente di voler prendere la parola in aula, com'è loro diritto. Il processo in questo caso si ferma, però è assai difficile che esista un legittimo impedimento tanto lungo da impedire la sentenza. E soprattutto: se anche Previti decidesse di fare quanto possibile per allungare i tempi (i suoi legali negano però che si tratti di «iniziative strumentali») quanti altri imputati sono ancora disposti a seguirlo su questa strada? «Arrivare presto alla sentenza dovrebbe essere nell'auspicio di tutti», è il sommesso commento di Angelo Curto, procuratore aggiunto, [r. m.J Cesare Previti

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