Alle 11,30 tutta l'Italia si alza in piedi per ricordare gli eroi

Alle 11,30 tutta l'Italia si alza in piedi per ricordare gli eroi Non sono mancate le stonature: al Policlinico di Modena si decurterà lo stipendio a chi si è fermato A Priverno alcuni studenti hanno inneggiato alla «resistenza» irachena: sono stati mandati a casa IL LUTTO Alle 11,30 tutta l'Italia si alza in piedi per ricordare gli eroi A Genova tutte le navi in porto e in rada hanno attivato le sirene A Napoli sono risuonate quelle della ferrovia Circumvesuviana E a Roma i funerali sono stati trasmessi dagli altoparlanti sotterranei Andrea dì Robilant ROMA Campane a lutto, negozi chiusi, studenti in silenzio nelle scuole, autobus e metropolitane ferme, gente commossa che si fermava per strada e poi alle finestre quelle migliaia e migliaia di bandiere verde bianco e rosso, quasi tutte acquistate in occasione dell'ultimo Mondiale di calcio e ieri ritirate fuori. Dire che «l'Italia si è fermata» non basta; si aveva quasi l'impressione che un regista occulto stesse tirando le file di un grande e commovente spettacolo. Uno spettacolo che neanche le immancabili, e in certi casi patetiche, stonature sono riuscite a disturbare. A Genova tutte le navi in porto e in rada hanno attivato le sirene quando a San Paolo fuori le Mura a Roma è iniziato il rito funebre per i morti di Nassiriya. A Bologna i rintocchi a morto della campana dell'Arengo sono risuonati in Piazza Maggiore. A Roma i funerali sono stati trasmessi in metropolitana attraverso gli altoparlanti. A Napoli sono suonate le sirene della Circumvesuviana, i cui dipendenti indossavano la coccarda nera. Si sono fermati i treni, si sono fermati gli autobus, si sono fermati gli scali aerei di Fiumicino e di Ciampino. A Milano i giudici hanno sospeso le udienze. A Imperia i commercianti hanno chiuso i negozi. In quasi tutte le fabbriche e le aziende d'Italia - incluse le redazioni dei giornali - il lavoro si è fermato per un minuto, cinque minuti, dieci minuti (ma in alcuni casi, come per esempio al Policlinico di Modena, si è deciso, incredibilmente, di decurtare lo stipendio di chi si fosse fermato). I tg hanno trasmesso a ripetizione le immagini degli studenti di un liceo di Trieste in piedi, raccolti in silenzio davanti ai loro banchi. Ma in realtà la stessa scena si ripeteva, in quegli stessi istanti, in tutte le scuole d'Italia. O meglio, in quasi tutte le scuole. Perché a Priverno, in provincia di Latina, per esempio, cinque studenti hanno approfittato del momento per affiggere striscioni inneggiando alla «resistenza» in Iraq (sono stati identificati e mandati a casa non avendo commesso alcun reato). A Tor Bella Monaca, una delle periferie più degradate della capitale, un altro striscione infinitamente più offensivo accusava i caduti italiani di essere «sbirri» da eliminare. «Semplicemente agghiacciante e inaccettabile», ha commentato il presidente della Provincia Enrico Gasbarra alla fine dei funerali. Ci sono anche stati episodi di intolleranza. Una bambina Rom è salita su un tram vicino ' al Colosseo alle 11 e 30, proprio quando iniziava il momento di silenzio. La bambina si è messa a chiedere l'elemosina accompagnata da un apparecchio musicale. Alcune persone le hanno urlato di fare silenzio e rispettare il minuto di raccoglimento. «Scendi e tornatene a casa tua», ha detto un'anziana signora, mentre un ragazzo le buttava in terra il bicchiere di plastica con dentro i pochi spiccioli raccolti. La bambina è scesa dal tram inseguita dalle proteste. Ma un testimone l'ha sentita dire sotto voce: «Non arrabbiatevi, non risolvete niente». Il mondo dello sport ha offerto, come sempre, il meglio e il peggio di sé. Il Mantova e il Parma, le due squadre del cuore del figlio del maresciallo dei carabinieri Filippo Merlino, comandante della stazione Viadana caduto a Nassiriya, hanno deciso di disputare una partita amichevole per ricordare il maresciallo e aiutare la famiglia. A Livorno, invece, il campo è stato squalificato dal giudice dopo che un gruppo di tifosi amaranto aveva cantato cori oltraggiosi dei caduti italiani a Nassiriya. «E' l'unica sanzione adeguata», ha motivato il giudice. «Con le loro volgari parole hanno offeso la memoria dei carabinieri uccisi, spregiato il dolore di numerose famiglie e schernito uh sentimento collettivo di partecipazione a una tragedia che ha colpito l'intero popolo italiano». Poche ore prima il sindaco Gianfranco Lamberti aveva attribuito alla memoria del luogotenente Enzo Fregosi, l'ex comandante dei Nas di Livorno morto in Iraq, la «Livomina d'oro», la massima onorificenza cittadina. Il dolore degli amici e dei familiari di un militare ucciso, davanti alla basilica di San Paolo poco prima dei funerali Una bandiera appesa ad un portone nel centro dì Milano I Silenzio suonato ieri nella base italiana di Nassiriya Un bambino commosso sulle spalle del nonno Un bambino commosso, sulle spalle del nonno

Persone citate: Campane, Enrico Gasbarra, Enzo Fregosi, Filippo Merlino, Gianfranco Lamberti, Robilant