Perahia con Bach dà lezione di tocco

Perahia con Bach dà lezione di tocco DISCHI Perahia con Bach dà lezione di tocco Alessandro Rosa à Murray Perahia CERTO per sola, pura casualità in quest'ultimo periodo si sono concentrate diverse nuove registrazioni di Bach. Spicca tra queste la nuova uscita di Murray Perahia: «Concerto Branderburghese n.5/ Concerto italiano/ Concerto per flauto, violino e piano» (Epic, 1 Cd). Non ci si stupisca, il pianista newyorkese ha scelto queste opere soprattutto per il loro valore di dialogo pianistico. La sua direzione dell'Academy of Saint Martin in the Fields è di conseguenza quella di un musicista da camera. La complessità ritmica, la virtuosità della scrittura sono mirabilmente evidenziati dal tocco di Perahia, cui va riconosciuto il fatto che, nel brano guida di questo programma, il ruolo del clavicembalo, qui in piano, è in effetti centrale. In più Perahia, in contrasto ai complessi barocchi, dosa il canto melodico, lima le linee dei contrasti, portandoci ai confini del classicismo. La bellezza del tocco è poi seducente nel Concerto Italiano. Apprezzato interprete di Bartok, l'Emerson String Quartet si è immerso invece nell'w The Art of Fugue» (Deutsche Grammophon, 1 Cd). L'opera (1749-50), scritta negli ultimi anni di vita, raccoglie composizioni a canone e a fuga di ogni specie, però è stata lasciata incompiuta, e soprattutto non è stata concepita per alcuno strumento o gruppi di strumenti in particolare. Ma più che l'orchestrazione per la più grandiosa testimonianza del genio contrappuntistico di Bach va tenuto in conto il concetto che guida l'interprete. E l'Emerson String Quartet riesce solo a sfiorare il soggetto. I differenti contrappunti e gli altri canoni non vengono differenziati e la successione risulta a tratti noiosa. Le fughe lente sono ben suonate ma troppo rapidamente, senza lasciare il giusto respiro. Scelte che sembrano essere dettate dal timore dell'impresa, da una ricerca di eleganza formale. A Bach, che sempre inserisce nei suoi recital, la stupenda giovane violinista Hilary Hahn dedica il suo primo disco per Deutsche Grammophon: ((Concerto per violino 1 e 2 (BWV 1041, 1042), per due violini ( 10443 ), per violino e oboe» ( 1 Cd). Grande fluidità e sensibilità, Hahn estrae colori bellissimi dal suo prezioso Del Gesù del 1864. E la freschezza dell'interpretazione continua anche nel secondo brano del disco, affiancata da Margaret Batjer, e nel terzo, con Allan Vogel. L'ensemble è diretto con precisione da Jeffrey Kahane alla testa dell'Orchestra da camera di Los Angeles. «Téte à téte» è una collana dell'etichetta francese Naive che ha tre particolarità: la grafica (un pulito minimalismo centrato sempre sulla foto di una sedia), la formula di digipack con due Cd al prezzo di uno, riedizioni di registrazioni di valore. Dell'esecuzione di Peter Bruns delle «Celle Suites 1-6» fu detto, nel 1997, che era «la più vicina all'interpretazione di Pablo Casals». Grandi medaglie della critica francese anche per i {(Concerti per piano 6, 9, 20 fr 21» di Mozart eseguiti da Patrick Cohen con l'Ensemble Baroque de Limoges. E' invece un pianista iconoclasta, che non teme di inserire nelle proprie opere reminiscenze del folklore della sua terra oltre ad elementi jazz e spinte di modernità, il turco Fazil Say, che propone un viaggio musicale spiazzante; «Black earth» (Naive, I Cd). Adistinto e piacimento, Say mischia suoni di strumenti turchi, accanto al piano e al vellutato violino di Laurent Torcia. L'Orchestra national de Franco e la Gulbekian di Lisbona lo accompagnano nei suoi effluvi neoromantici, a volte cupi, poi scioglie e approda a brani gustosi come «Silk Road Concerto», «Silence of Anatolia», «Dervish in Manhattan» e in mezzo «Paganini variations». Murray Perahia

Luoghi citati: Anatolia, Lisbona, Los Angeles, Manhattan