Cimoli: ora siamo pronti per il supertreno europeo

Cimoli: ora siamo pronti per il supertreno europeo L'AD DELLE FERROVIE: DALLE GRANDI OPERE UNA NUOVA FASE DI RILANCIO Cimoli: ora siamo pronti per il supertreno europeo «Con Francia e Germania parte il progetto comune di Alta velocità Hte Il nostro piano di investimenti è di 7 miliardi nel 2003, senza eguali in Italia Nel 2010 la capacità di trasporto su rotaia potrà aumentare del 40o7o» intervista Federico Munga CORSI e ricorsi storici lungo la strada ferrata. Un secolo fa, era il 1905, quando il siciliano Riccardo Bianchi sedeva sulla stessa poltrona che oggi è di Giancarlo Cimoli, le ferrovie italiane, appena unificate e nazionalizzate, stavano aprendo un'era di grande sviluppo. Allora, come oggi, le cronache si occupavano dello Stretto di Messina, con l'inaugurazione del servizio navi traghetto, del potenziamento e dell'elettrificazione della rete, di nuove arterie attraverso l'Appennino, del valico del Sempione, di motrici e vagoni all'avanguardia, più veloci, più resistenti ai carichi merci. «Adesso - è l'analisi del presidente e amministratore delegato del gruppo Fs - l'Europa, dopo il lancio definitivo delle grandi opere prioritarie, ha posto le basi per una nuova fase di forte espansione economica e sociale». Ingegner Cimoli, che periodo sta vivendo il settore dei trasporti? *La situazione attuale risente ancora della congiuntura poco favorevole degli ultimi due anni. E quando l'economia è in difficoltà anche il trasporto merci paga dazio essendo legato direttamente alla crescita del prodotto intemo lordo». Con la pubblicazione della short list sulle grandi opere europee, siamo ad una svolta? «Io sono fiducioso. L'Ue ha fatto passi in avanti molto grandi. La short list è un'occasione di sviluppo, è la strada maestra per far ripartire la crescita non solo economica e commerciale ma anche sociale in un'area di mercato da mezzo miliardo di persone. Tutto parte dal libro Bianco dei trasporti che ha puntato forte su uno sviluppo sostenibile, rispettoso dell'ambiente dove dunque le ferrovie sono chiamate a svolgere un ruolo centrale». In Italia c'era molta attesa per la Torino-Lione. Cosa significa non rimanere tagliati fuori dal corridoio cinque tra Kiev e Lisbona? «In generale i nuovi corridoi attraversano Paesi importanti e faranno da incentivo anche a molti imprenditori che andranno a impiantare nuovi stabilimenti. Tutte le previsioni sugli interscambi commerciali segnalano una forte crescita. Il corridoio cinque, in particolare, attraversa Paesi con grandi potenzialità di crescita, soprattutto nel tratto verso Est. Un'area assai interessante per il sistema ferroviario perché in quei Paesi le industrie metallurgiche e del legno sono ancora molto sviluppate. Si tratta di materiali che devono essere trasportati soprattutto sui binari». Parliamo del tratto italiano. La vicenda della Torino-Lione è stata una telenovela. Tanti via libera e altrettanti dietrofront. Crede che il tira e molla si possa ripetere? Ad esempio c'è chi sostiene che ci possano essere dei rischi geologici. «La ferrovia ad Alta velocità tra Italia e Francia è stata una grande vittoria. I governi dei due Paesi sono riusciti finalmente a mettersi d'accordo e devo dire che l'Italia in questi anni ha speso molto e bene le sue energie per arrivare a questo punto. Credo che ora non ci saranno più dubbi. Per quanto riguarda l'aspetto geologico, abbiamo già fatto una prima ispezione. Ne faremo tante altre. I lavori di carotaggio sono molto importati perché permettono di analizzare la roccia, di verificare la presenza di falde acquifere, di gas. Un lavoro preparatorio che consente di capire quali macchine utilizzare. Un impegno importante che, però, durante la costruzione dell' opera vera e propria, consentirà di risparmiare tempo e denaro». Come è andata la prima ispezione? «Non ci sono state né sorprese né difficoltà. Abbiamo trovato quello che ci aspettavamo. Possiamo dire che i cantieri sono aperti». Un'altra incognita è la variante che dovrebbe girare attorno a Torino per collegare la linea da Milano con quella verso la Francia. Un'opera costosa e ancora non annunciata. La "gronda" si farà o no? «E' un investimento indispensabile. Lo Stato e le Ferrovie faranno la loro parte. La nostra strategia è arrivare a percorsi differenziati, linee per i treni veloci a lunga percorrenza destinati ai passeggeri, altre destinate ai convogli regionali che arriveranno fin nel cuore dei centri urbani e altre ancora per trasportare le merci. Questi convogli non dovranno più entrare nelle città mentre si dovranno avvicinare il più possibile alle autostrade. Questa è la vera intermodahtà. Di "gronde", quindi, ne saranno costruite anche a Milano e Roma». La nascita di nuove grandi reti di trasporto europee favorirà accordi e alleanze tra le società ferroviarie dei singoli Paesi? «Ne sono convinto. Con Francia e Germania abbiamo in corso un progetto che presenteremo molto presto all'Ue. Abbiamo già avuto contatti informali con Bruxelles. Si tratta di un treno ad alta velocità (Hte) che sarà pronto per il 2010. Prevediamo di costruirne molti. Sarà un progetto tipo Airbus, con standard europei, costi contenuti per rendere concreta l'interoperabilità che resta ancora un grande problema. Sul lato commerciale abbiamo già società comuni con la Spagna per la siderurgia. Con la Francia c'è il progetto dei treni Artesia e l'autostrada viaggiante. Abbiamo anche una società paritetica con la Svizzera, la Cisalpino: 12 pendolini e ne stiamo acquistando altri 14. Con la Germania abbiamo un'altra alleanza e siamo intenzionati a sabre nella nostra partecipazione dal 14 al 4007o. Abbiamo ottimi rap porti con la Slovenia, con l'Austria. Al Brennero, come sul confine della Francia, abbiamo già impiantato postazioni comuni. E' un percorso che è cominciato e che adesso subirà un'accelerazione». Quali sono i vantaggi di queste intese intemazionali? «Il servizio migliorerà e si andrà sempre di più verso una riduzione dei costi. Il sistema si sta muovendo in direzione europea. Una volta non c'era dialogo. Non conoscevamo i bilanci, i progetti degli altri. Adesso gli incontri sono continui. Ci scambiamo idee, facciamo accordi, sviluppia mo. sinergie L'Associazione delle Ferrovie europee, di cui sono il presidente, sta svolgendo un grande lavoro». Torniamo alla rete italiana. La linea in molti tratti è ancora insufficiente o antiquata. «I punti critici sono molti, soprattutto al Sud. In generale noi abbiamo bisogno di binari. Il Piano priorità e investimenti (Ppi), approvato la scorsa settimana dal Cipe, prevede che un terzo degli interventi siano destinati al rete del Mezzogiorno. E' in programma la continuazione dell'Alta velocità fino a Reggio Calabria. Ci sono i fondi per intervenire sulla MilanoCaserta-Bari per accorciare almeno di un'ora il tragitto entro due anni. L'Adriatica è quasi tutta raddoppiata. Entro il biennio 2005-2006 i lavori saranno ultimati e la linea sarà anche completa-, mente elettrificata. L'80% dei nostri investimenti è in infrastrutture, il 2007o in nuovi treni, information technology, qualità e servizi innovativi. Negli ultimi due anni abbiamo assunto 2000 laureati, il 250Zo è rappresentato da donne. Le Fs stanno cambiando pelle. Devono tornare ad essere un'istituzione e anche un'attrattiva sul mercato del lavoro. C'è da vincere la concorrenza degli altri mezzi di trasporto. Stiamo facendo grossi sforzi». Quanto avrete investito alla fine dell'anno? «Al 31 dicembre 2003 il consuntivo degli investimenti toccherà quota sette miliardi di euro. Un piano che, tra le aziende italiane, non ha eguah. Le Fs rappresentano un volano per l'intero Paese. Per le ferrovie lavorano tutti i settori. Ad esempio, entro due anni rifaremo gli allestimenti degli Intercity, 1600 carrozze in tutto. Ci sarà lavoro per il tessile, la plastica, l'acciaio, per chi fa la lampadine». In questi ultimi anni sono stati fatti molti investimenti sulle linee veloci. Le tratte interregionali, quelle utilizzate dai pendolari, sono state però un po' lasciate andare. I clienti si lamentano. Treni pieni, carrozze tagliate. Avete dei progetti per migliorare il servizio anche sulla rete di base? «Lasciate andare non è l'espressione giusta. Semmai le nostre ferrovie sono state trascurate 30-40 anni fa. Entro il 2005 tutti i treni a breve percorrenza saranno dotati di aria condizionata. Due nostre officine laveremo a tempo pieno su questo progetto per adattare anche i vecchi vagoni. Lo chiede il mercato. Ormai anche la più piccola automobile ha l'aria condizionata di serie. Per quando riguarda il potenziamento del parco treni, entro due anni completeremo l'acquisto di 140 convogli disegnati da Giugiaro e destinati ai pendolari. Sono in arrivo altri 22 Etr-500. Entro il 2010 avremo aumentato del 400Zo la capacità di trasporto passeggeri». E per le merci? «Possiamo fare di più. Il problema è valutare bene quale sarà la domanda. L'Italia è un Paese di transito. Molto dipenderà dunque anche da come si svilupperanno i nostri porti. Bisogna poi ricordare che molte industrie, che si affidano al trasporto pesante su rotaia, come la siderurgia e la chimica. sono state ridotte e continuano ad avere qualche difficoltà». C'è da lavorare anche sulla puntualità. «In Italia, come ho detto prima, mancano le rotaie. Il grande disegno delle tratte distinte, merci, lunga percorrenza passeggeri e tratte locali, favorirà anche il rispetto dei tempi. Molto spesso capita che un treno rimanga fuori dalla stazione per un quarto d'ora perché i binari sono occupati. Per questo stiamo lavorando molto anche sulle stazioni. A Roma la nuova Termini è già stata completata. Prima poteva ricevere un massimo di 500 treni al giorno. Ora siamo a 900. Sono in pieno svolgimento i lavori della nuova stazione di Porta Susa a Torino. Gli interventi sulle stazioni, tutti attraverso gare intemazionali, faranno cambiare volto anche alle città. A Firenze per la stazione Belfiore ci siamo affidati a Lord Norman Poster. I lavori per la nuova stazione di Afragola, in Campania, sono stati vinti dal grande architetto iracheno Zaha Hadid. I cantieri sono aperti in altre 13 grandi stazioni e in oltre cento centri minori. Dodici progetti partiranno la prossima primavera». Quali sono i tempi di realizzazione della Torino-Milano ad Alta velocità? «Il tratto Torino-Novara si concluderà nei tre anni e mezzo previsti. Un record se si pensa che per la Firenze-Roma ce ne sono voluti 25. Per l'ultima parte, tra Novara e Milano, stiamo trattando con il general contractor. C'è ancora differenza di prezzo ma credo che entro tre settimane troveremo un accordo. Tra il 2007 e il 2008 sarà pronta. Mentre sono già partite le prove dell'alta velocità fra Roma e Napoli». Tanti progetti, tanti cantieri, tanti investimenti. Affrontiamo la questione delle risorse a disposizione. Le Fs hanno appena costituito una società immobiliare. Quanto pensate di incassare ed entro quanto tempo? «La Fs Real Estate ha un patrimonio di 2,6 miliardi di beni da valorizzare e vendere in tre anni. Ne fanno parte anche 11 mila case dei ferrovieri che saranno vedute agli stessi ferrovieri ma anche immobili di grande pregio come due grattacieli a Milano. Stiamo poi valutando, con grande severità, quello che serve alle ferrovie e quello che invece non sarà più funzionale. Ad esempio gli scafi merci di Porta Romana e Parini di Milano sono fuori dai piani. Quando saranno tolti i binari, avremo un terreno di grande valore immobiliare da vendere. Lo stesso avverrà in altre città. Puntiamo a dare subito una grossa spinta a Fs Real Estate». Bisogna poi risolvere la diatriba delle tariffe? «Per quanto ci riguarda non è una diatriba. In ogni caso, prima o poi, l'argomento verrà affrontato. Il problema non riguarda solo le ferrovie. Noi abbiamo un'azionista che conosce bene le nostre esigenze. La politica delle tariffe spetta al governo. E' il Cipe che deve decidere». 6é Pensiamo pure ai tragitti interregionali, quelli dei pendolari. In 2 anni acquisteremo ben 140 convogli disegnati da Giugiaro e doteremo di aria condizionata anche tutte le altre carrozze. Inoltre stiamo rifacendo AA molte stazioni 77 6é Sulla Torino-Lione nessun problema di natura geologica. Il tratto sino a Torino e Novara sarà completato nei tre anni e mezzo previsti: un record Fino a Milano arriveremo nel 2007-2008. Da Roma a Napoli siamo ai preliminari ed è già in programma la continuazione della linea fino a Reggio Calabria 99 I RILANCIO nti peo à Hte ali in Italia 40o7o» ^^r7^ amo anche etica con salpino: ne stiamo ri 14. Con la mo un'almo inten nella noone dal 14 o ottimi rap venia, con l'Auo, come sul confiia, abbiamo già azioni comuni. E' e è cominciato e à un'acceleraziovantaggi di queemazionali? iorerà e si andrà rso una riduzione ma si sta muovenuropea. Una volta . Non conosceva progetti degli incontri socambiao aca 6é Sulla Torino-Lione nessun problema di natura geologica. Il tratto sino a Torino e Novara sarà completato nei tre anni e mezzo previsti: un record Fino a Milano arriveremo nel 2007-2008. Da Roma a Napoli siamo ai preliminari ed è già in programma la continuazione della linea fino a Reggio Calabria 99innovativi. Negli ultimi due anni abbiamo assunto 2000 laureati, il 250Zo è rappresentato da donne. Le Fs stanno cambiando pelle. I presidente e amministratore delegato del gruppo Fs, Giancarlo Cimoli nel disegno di Ettore Viola però un po' lasciate andare. I clienti si lamentano. Treni pieni, carrozze tagliate. Avete dei progetti per migliorare il servizio anche sulla rete di base? «Lasciate andare non è l'espressione giusta. Semmai le nostre ferrovie sono state trascurate 30-40 anni fa. Entro il 2005 tutti i treni a sono state ridotte e continuano ad avere qualche difficoltà». C'è da lavorare anche sulla puntualità. «In Italia, come ho detto primamancano le rotaie. Il grande disegno delle tratte distinte, mercilunga percorrenza passeggeri e tratte locali, favorirà anche irispetto dei tempi. Molto spesso capita che un treno rimanga fuori dalla stazione per un quarto d'ora perché i binari sono occupati. Per questo stiamo lavorando molto anche sulle stazioni. A Roma la nuova Termini è già stata completata. Prima poteva ricevere un massimo di 500 treni al giornoOra siamo a 900. Sono in pieno svolgimento i lavori della nuovstazione di Porta Susa a TorinoGli interventi sulle stazioni, tutt I presidente e amministratore delegato del gruppo Fs, Giancarlo Cimoli nel disegno di Ettore Viola