«Il Colosseo, capolavoro di meccanica» di Francesca Sforza

«Il Colosseo, capolavoro di meccanica» LA SCOPERTA DI UN ARCHEOLOGO TEDESCO: UN PRODIGIOSO SISTEMA DI ASCENSORI E CUNICOLI «Il Colosseo, capolavoro di meccanica» Francesca Sforza corrispondente da BERLINO A vedere oggi il Colosseo, tutto cunicoli e buchi, è difficile immaginare che si sia trattato, ai tempi, di un prodigio dell'ingegneria meccanica. Magari monumentale, architettonicamente unico, espressione di grandezza e di potere, ma tutto sommato lineare e privo di segreti. Le ricerche di uno studioso tedesco, Hans-Juigen Peste, mostrano invece un Colosseo diverso, antesignano dei castelli medievali, dotato di ascensori, botole, piattaforme mobili e porte a scomparsa. «Tutto pensato per uccidere - osserva il professor Peste in un'intervista nell'ultimo numero del settimanale "Der Spiegel" -. I sotterranei del Colosseo dovevano essere la cosa più simile all'inferno». Secondo gh studi dell'esperto tedesco - incaricato della ricerca dall'Istituto Archeologico Tedesco di Roma -28 ascensori scorrevano continuamente lungo una profondità di circa 40 metri grazie a un meccanismo composto da enormi argani azionati da schiavi. Gli ascensori - gabbie di ferro di diverse misure - portavano leoni, orsi o lupi a seconda della grandezza e tenninavano la loro corsa sul fondo di una botola che conduceva direttamente al centro della piattaforma su cui si sarebbe tenuto lo spettacolo. Tra l'uscita della gabbia-ascensore e l'ingresso della botola, l'animale si trovava di fronte una scala di legno che lo portava al centro dell'arena senza che lui se ne rendesse conto. Dal basso uno schiavo aveva il compito di dare il segnale che l'ascensore era arrivato, e subito un altro schiavo avrebbe azionato la leva che apriva la botola. Ventotto botole e 20 piattaforme mobili che rientravano nel sottosuolo grazie a un complesso sistema di pesi e leve azionato meccànicamente dagli schiavi costituivano dunque gli ingredienti principali per il divertimento degli antichi romani. Mentre le botole erano riservate agli animali selvaggi, le piattaforme servivano per introdurre sulla scena i gladiatori armati e spesso bighe e quadrighe per le corse di velocità. Il senso di costruire un tale compli¬ cato universo sotterraneo era far sì che le prede umane non avessero idea di che cosa le attendesse al centro dell'arena. I loro percorsi a^/enivano infatti attraverso corridoi appena sotto la superficie, ma acusticamente e geograficamente lontani dalla rete degli ascensori. Pochi si sarebbero immaginati, una volta arrivati al centro del Colosseo davanti alla Ma urlante, che leoni inferociti sarebbero spuntati direttamente dal centro della terra. «Questa ingegneria dimostra che i romani erano di un sadismo agghiacciante», spiega Peste. Tranne che per il ferro delle gabbie e delle guarnizioni, l'intero sistema di leve, carrucole e pedane era realizzato in legno. ((Ricostruire la meccanica del sottosuòlo del Colosseo è stato un lavoro lungo e affascinante - dice ancora Peste -. Anche se è evidente che la perfezione tecnologica raggiunta dai romani non aveva altra finalità che rendere la morte di tanti uomini più straziante e sanguinosa possibile».

Persone citate: Hans-juigen Peste

Luoghi citati: Berlino, Roma