Giallo per Sabina, prima sospesa poi in onda

Giallo per Sabina, prima sospesa poi in onda Giallo per Sabina, prima sospesa poi in onda E' polemica sulla trasmissione di RaiTre. Il ministro Gasparri: «lo non c'entro» ROMA E così, dopo una alternanza di no e di si, il nuovo programma di Sabina Guzzanti è andato finalmente in onda su RaiTre. E' stato un pomeriggio singolare per la Rai, per il suo presidente Lucia Annunziata, per il direttore di Raitre Paolo Ruffini, per il gruppo di autori satirici che lavorano con la Guzzanti. L'ennesimo pasticciaccio brutto di viale Mazzini è cominciato ieri quando il direttore Ruffini ha comunicato che la prima puntata di «Raiot», un'ora di satira con la Guzzanti collocata alla domenica dopo le 23, in un orario per nottambuli, non sarebbe andata in onda perché «non compatibile con il momento storico attuale». Meglio aspettare domenica prossima avrebbe detto Ruffini. Meglio non mandare in onda né la prima né le altre cinque, avrebbero capito gli autori. La decisione sarebbe stata presa dal direttore nella notte tra sabato e domenica ma comunicata solo nel pomeriggio al direttore generale Cattaneo e alla presidente Lucia Annunziata. Immediata la reazione di Sabina Guzzanti affiancata da Andrea Salerno, il dirigente di Raitre responsabile dei programmi di satira. Ma come, si chiedevano i due in coro? Il direttore tratta per un anno un programma con Sabina che conosce benissimo. Lo lancia con una serie di spot. Partecipa alla conferenza stampa. Arriva sabato sera negli studi per assistere alla registrazione di un suo monologo. Saluta, se ne va. E poi all'indomani, a poche ore dalla messa in onda, mentre stiamo lavorando al montaggio, decide di sospendere la prima puntata e poi magari di sopprimerlo del tutto. La prima puntata, si sapeva, era sull'informazione, tema caldo in vista della legge Gasparri. Non a caso tra le imitazioni, oltre a un Gasparri-Marcorè e a una Guzzanti-Annunziata, c'era pure un Berlusconi-Sabina profetico che se ne usciva con un: «Chi l'ha detto cbe il programma andrà in onda? Da qui al 16 ci possiamo inventare qualcosa per bloccarlo. Un conto è la libertà di esprimere quello che si pensa, un conto è farlo veramente. Eh, siete a casa mia o casa vostra?». Ma Sabina Guzzanti esclude che Ruffini si sia spaventato per questo: «Le battute le conosceva già tutte. Il resto è un mio monologo in cui racconto come Berlusconi sia riuscito ad avere tre reti grazie alla legge Marami e come oggi possa allargare la fetta di pubblicità per le sue tv grazie alla futura legge Gasparri. Dovrebbe essere pazzo Ruffini a spaventarsi per cosi poco. E sic come pazzo non è, qualcuno deve avergli chiesto di bloccare la trasmissione». Quindi allarme rosso per la censura, allarme rosso per il regime, allarme rosso per la democrazia. «Spero che la gente si rivolti», conclude Sabina. Passa un'ora e cominciano a circolare voci che la presidente Lucia Annunziata stia trattando con Ruffini per convincerlo a cambiare la sua posizione. Passa un'altra ora e il diretto¬ re di Raitre annuncia con un comunicato che «Raiot» andrà in onda. «Di fronte ad accuse di censura che non hanno fondamento, ritengo che la cosa migliore sia mandare in onda il programma, lasciare il giudizio ai telespettatori, riflettere serenamente sul rapporto tra l'autonomia degli autori e l'identità di rete di cui ogni direttore è garante. La mia valutazione partiva dal momento che attraversa il paese dopo l'attentato di Nassiriya. Un momento che impone sobrietà di toni, una sobrietà che non mi è parsa di trovare in alcuni spazi della trasmissione. Chi segue RaiTre sa che non jetto imposizioni e che la mia ra una valutazione autonoma». La Guzzanti non ci crede che abbia deciso da solo ma si dichiara contenta della soluzione e ricomincia a lavorare al montaggio. Inevitabile la coda dei commenti politici di sinistra e di destra. Si tira fuori da ogni possibile speculazione il ministro Gasparri. «Io non c'entro, per di più in giornate come queste la mia mente è altrove, anche se guarderò con curiosità la trasmissione». [si. ro.] Il direttore Raffini voleva rinviarla in segno di lutto per i caduti in Iraq

Luoghi citati: Iraq, Roma