Un Guzzanti-show contro Berlusconi

Un Guzzanti-show contro Berlusconi A «RAIOT» LA CRISI DELL'INFORMAZIONE E IL CONFLITTO D'INTERESSI Un Guzzanti-show contro Berlusconi «Se vuoi saperne di politica devi sentire Dario Fo; di economia Beppe Grillo E per capire com'è diventato premier uno che racconta barzellette, Luttazzi» Simonetta Robiony Parte con la coppia di annunciatrici: lei, Guzzanti, bionda, l'altra, la Impacciatore, nera, sceme al punto da non saper neanche recitare il sottotitolo di «Raiot» ovvero «Armi di distrazioni di massa», programma che fino all'ultimo ha rischiato di non andare in onda, perchè distrazioni è parola ardua. Poi però attacca con Berlusconi e non lo molla più fino alla fine. Sabina Guzzanti, in questo primo numero dei sei previsti, un numero dedicato alla crisi dell'informazione in Italia, un ambito, come dice travestita da samurai alla «Kill Bill», dove: «Se vuoi saperne di politica devi sentire Dario Fo, di costituzione Paolo Rossi, di economia Grillo, di pace Leila Costa e se vuoi sapere com'è che e diventalo premier uno che racconta barzellette, Daniele Luttazzi». E' il decennale della discesa in campo di Berlusconi, l'Italia, spiega la Guzzanti, nella classifica sulla libertà di informazione è al 53esimo posto ma i tg non lo dicono ovviamente. Bruno Vespa, falso, celebra il rito serale del «Porla a porta». Barbara Palomlielli, falsa, infila perle di banalità, l'opinionista cerchiobottista, falso, Herlizka spiega che è meglio per gli italiani aver conquistato la palla che la libertà d'espressione, e Lucia Annunziata, falsa, il presidente di garanzia della Rai che però non conta niente perchè ha un solo voto in consiglio, invoca i paletti in difesa del diritto ad esprimersi. «Perchè i paletti ci devono stare altrimenti finisci nel filo spinato che c'era anche a Pechino e io che sono stata inviala l'ho visto. E i paletti sono la mia libertà a confronto di quella degli altri, ma siccome gli altri sono 5 miliardi anche i paletti sono 5 miliardi». Trincerandosi dietro dati, notizie, numeri, Sabina Guzzanti fa la storia di Berlusconi: dal decreto con cui Craxi salvo dai pretori le sue tv, giù giù fino alla Mammi-polaroid, alla P2 con i suoi uomini nelle banche e nella guardia di finanza, alla Corte Costituzionale che manda Retequattro sul satellite, alla futura prossima legge Gasparri che dovrebbe salvare l'universo mediatico del Biscione. E' un monologo serio, anche se lei lo recita come parlasse ai sordi, aiutata dal linguaggio dei segni. Si ride, finalmente, con Marcorè che fa il ministro Gasparri intervistato da una improbabile giornalista spagnola. «E l'ho dovuta fare, '^ta nuova legge perchè l'analogico è antico e il digitale moderno. L'analogico è di sinistra, il digitale di destra». Non pensa, ministro, di fare qualche modifica per accontentare il presidente Ciampi? «E no. Modifiche in Italia non si possono fare. Un mio amico che ha fatto una modifica al motorino se l'è visto sequestrato. E poi la legge è stata impacchettata cosi perchè serviva cosi». E si ride ancora di più con Berlusconi-Sabina che compare in video dopo una tirata sugli introiti pubbUcitari di Mediaset, la sola azienda a non perdere soldi in un momento di crisi. «Viaggiando e confrontandomi con personaggi di classe mondiale sento dire che l'informazione nel nostro paese è nelle mani di una sola persona. Vi assicuro che la stiamo cercando e la troveremo». Si ride meno su una falsa riunione di capi e capetti ulivisti alle prese con la spartizione delle poltrone: «Ci sono nove pretendenti e tre sedie», dice uno, «Come faremo tra Margherita e Ds?». Si ride di più infine con Riondino Apicella che intona la canzone scritta da «isso»: «0' iumale che piace a me, comm'è fatto lo vuoi sape» e fa un lungo elenco di quello che «isso», Berlusconi potrebbe volere, compresa Madre Teresa che compra una casa a Milano tre.

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