Rivendicazione di Al Qaeda

Rivendicazione di Al Qaeda Rivendicazione di Al Qaeda Un quotidiano: Il Mossad lanciò un allarme sulle sinagoghe ISTANBUL Il quotidiano arabo «Al Quds al Arabi» ha ricevuto ieri una rivendicazione da parte di Al Qaeda, la rete terroristica di Osama bin Laden, degli attentati di sabato contro le due sinagoghe a Istanbul che hanno provocato 23 morti e più di 300 feriti. La rivendicazione non sorprende gli investigatori che hanno raccolto una serie di elementi che fanno pensare a un'organizzazione complessa e articolata: e allora è ovvio che la pista principale da battere sia Al Qaeda. Il dubbio che ad agire siano stati dei kamikaze non è ancora stato risolto. Il ministro dell'Interno turco, Abdulkadir Aksu, ieri in un'intervista ha dichiarato che le probabilità che le esplosioni siano riconducibili ad attentati suicidi «superano il 95 per cento». «Non dico il 100 per cento - ha spiegato Aksu perché le indagini sono ancora in corso, ma mi sono convinto che questi attentati erano azioni kamikaze dopo che è ho visto la scena del crimine e sono stato informato dalle autorità». Prima della rivendicazione il ministro dell'Interno aveva per primo fatto l'ipotesi di una matrice che riconducesse all'organizzazione di Osama bin Laden: «E' molto probabile che ci sia un collegamento intemazionale: non escludiamo nessuna possibilità, compreso il coinvolgimento di Al Qaeda». Ma su piano delle indagini, al di là delle facili ipotesi, non sembrano esserci grosse novità. Ieri infatti sono state fermate e poi rilasciate quattro persone che erano state interrogate in relazione agli attentati. A quanto riferito dall'agenzia di stampa «Anatolia», i sospetti sono stati liberati dopo che le forze dell'ordine hanno stabilito che non erano coinvolti «in nessun modo» nelle azioni terroristiche. Il ministro degli Esteri israeliano, Silvan Shalom ha raggiunto Istanbul ieri mattina per esprimere la sua solidarietà alla comunità ebraica locale. «Questi attacchi contro i fedeli sono atti di codardia, ad opera di estremisti che non sopportano di vedere Paesi che condividono i valori della democrazia, della libertà e dello Stato di diritto» ha dichiarato Shalom. Sulla gradinata della sede dell'amministrazione cittadina e al fianco del suo omologo turco, Abdullah Gul, Shalom ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime musulmane ed ebree. La notizia diffusa ieri mattina dal quotidiano turco «Radikal», secondo la quale Israele e altri govemi stranieri avevano messo più volte in guardia la Turchia sul rischio di attentati per opera di al Qaeda indicando anche i due obiettivi colpiti sabato, è stata smentita in serata alla radio militare israeliana dall'ambasciatore della Turchia in Israele. Secondo il quotidiano turco, il Mossad, il servizio segreto israeliano, in aprile e in settembre aveva fatto filtrare un allarme indicando obbiettivi a rischio, tra cui la sinagoga di Neve Shalom. GU altri luoghi nella lista del Mossad erano le ambasciate di Israele, Stati Uni¬ ti e Gran Bretagna. Immediatamente, ha scritto il quotidiano, {(Ankara aveva predisposto un rafforzamento della sicurezza». Nella sua intervista radiofonica, il diplomatico turco ha confermato che fra Israele e Turchia, «due Paesi che hanno molto sofferto per attentati terroristici», esiste un regolare scambio di informazioni di sicurezza. Ma non ci sarebbe stato alcun avvertimento del Mossad israeliano relativo a possibili attentati contro le due sinagoghe di Istanbul. [s. rot.] L'ambasciatore turco precisa: «Fra i due Paesi scambio regolare di informazioni ma non ci sono stati avvertimenti dei servizi israeliani» wms Investigatori al lavoro tra le macerie della sinagoga Neve Shalom

Persone citate: Abdulkadir Aksu, Abdullah Gul, Aksu, Neve Shalom, Osama Bin Laden, Silvan Shalom