«Bomba radioattiva» contro i tumori

«Bomba radioattiva» contro i tumori L'ANNUNCIO DEL PROFESSOR BUSSOLATI DURANTE IL «SABATO DELLA SCIENZA» ORGANIZZATO DALL'AIRC «Bomba radioattiva» contro i tumori Arriva una nuova cura per vincere il cancro alla prostata Buone notizie per i malati colpiti da cancro alla prostata: dal prossimo marzo, alle Molinette, questa patologia si potrà combattere anche con gli «anticorpi radioattivi marcati»: tecnica mirata a contrastare l'azione delle cellule tumorali bombardandole con la radioimmunoscintigrafia. Ad annunciarlo ieri, Giovanni Bussolati, direttore del dipartimento Scienze Biomediche dell'Università di Torino, durante il «Sabato della Scienza» - che si è tenuto contemporaneamente in 54 città italiane - promosso dall'Associazione itabana Ricerca sul Cancro. All'incontro, dedicato al «linguaggio della ricerca», che si è tenuto nell'aula magna del Rettorato dell'Università, hanno partecipato oltre al magnifico rettore Rinaldo Bertolino che faceva gli onori di casa, Paolo Comogho, direttore scientifico dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo e il vicedirettore della Stampa Vittorio Sabadin. In prima fila Allegra Agnelli, presidente della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, alle spalle dei relatori, nella tribuna dell'aula una fitta rappresentanza di studenti che si è dimostrata molto attenta e interessata all'argomento. Ma torniamo alla relazione del professor Bussolati che ha aperto nuove speranze per i malati di cancro alla prostata: «Questa malattia causa circa 7 mila decessi l'anno in Itaba e 200 mila nel mondo - ha detto il professore - e le sue terapie di cura, insieme con la ricerca scientifica a loro collegata. sono studiate a Torino nell'ambito del "Progetto prostata" promosso da ricercatori e clinici delle Molinette, uno dei più importanti d'Italia». E, a proposito di eccellenze, ieri è stato ricordato che all'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (dove lavorano 200 ricercatori e 300 medici) recentemente è stato identificato uno dei principali meccanismi che scatenano le metastasi. «È impossibile dare una risposta precisa sul giorno in cui il cancro verrà definitivamente sconfitto - ha detto il professor Paolo Comogho - ma avverrà nella nostra generazione». Gli esperti hanno poi spiegato, in termini accessibili a tutti (d'altronde il tema era proprio questo, il linguaggio della ricerca), i meccanismi che sono alla base della nascita e dello sviluppo dei tumori. «Se dovesse soccombere a tutte le lesioni che il Dna subisce nella vita - ha ricordato Comogho ogni persona si ammalerebbe, in 70 anni, di 125 mila tumori. Per fortuna, ci sono gli enzimi riparatori. La causa del cancro è negli "errori di informazione" a livello cellulare. Più del 50 per cento dei malati riesce a salvarsi, ma la lotta ai tumori ha ancora molto bisogno del sostegno di tutti». Il collega Bussolati, aiutato da schede e disegni dall'ottima capacità divulgativa, ha aggiunto: «Una cellula neoplastica fa ciò che non deve, colonizza tessuti non propri. Noi oggi siamo in grado di fare "l'oroscopo" del cancro, capire cioè se una lesione in fase iniziale avrà o meno un'evoluzione maligna». E i media? Come si rapportano alla scienza e alla medicina? «Vorremmo dedicare a questi temi molto più spazio di quanto non riusciamo a fare - ha detto Vittorio Sabadin -, spesso purtroppo queste notizie sono le prime ad essere sacrificate dall'arrivo di fatti del giomo. Sappiamo che soprattutto ai giovani questi temi suscitano grande interesse: ecco perchè insieme, giornalisti, medici e ricercatori dovrebbero cercare di banalizzare al meglio l'argomento. Gli scienziati faranno un passo indietro, i giornalisti uno avanti: solo così si riuscirà a divulgare in modo corretto notizie relative alla medicina e alla scienza. [e. min.] Allegra Agnelli, presidente Aire piemontese II f Gii Bli II professor Giovanni Bussolati Paolo Comoglio, direttore dell'Istituto di Candiolo e il Rettore Rinaldo Bertolino

Luoghi citati: Candiolo, Italia, Torino