«Killer per attrazione fatale» di Cinzia Tani

«Killer per attrazione fatale» L'ANALISI DELL'AUTRICE DI «AMORI CRUDELI»: HA UCCISO PER CONQUISTARE L'UOMO «Killer per attrazione fatale» Cinzia Tani: la morta le impediva di arrivare a lui intervista Flavia Amabile ROMA NEL suo ultimo libro «Amori crudeli» edito da Mondadori, Cinzia Tani cerca di rispondere alla domanda: che cosa spinge una persona innamorata a diventare un assassino? Per rispondere ha scelto sette storie accadute in sette diversi Paesi del mondo durante il Novecento. Durante la settimana alla stessa domanda cerca di dare una risposta nelle sue lezioni di «Storia del delitto» all'Università La Sapienza. Dopo aver saputo che l'assassina di Rossana D'Aniello era una donna che ha confessato «l'ho fatto per invidia» viene quasi spontaneo porre a lei l'interrogativo di tutti in queste ore. Che cosa spinge una donna come Daniela Cecchin a uccidere la moglie del farmacista? «Ho sentito che l'assassina era una donna, ma ho bisogno di sapere qualcosa di più...» Daniela Cecchin non conosceva la sua vittima. Aveva frequentato l'università insieme con il marito di Rossana D'Aniello, ma senza mai avere contatti, l'uomo non la conosceva. Probabilmente ne era innamorata... «Eccolo lì» L'amore? «Certo, è sempre l'amore la molla di delitti simili. La donna ha coltivato per anni questo amore segreto nei profondi del marito della vittima. È un caso classico, ricorda molto da vicino la vicenda di Caroline Warmose, che poi non è altro che la storia del film "Attrazione fatale" con Michael Douglas e Glenn Close. Anche in quel caso Caroline Warmose uccide la moghe.» Perché proprio la moglie? «Quando la donna uccide, uccide per conquistare quello che considera il proprio uomo, an- che se l'uomo non vuole saperne nulla di lei o nemmeno la conosce. Nel delirio della donna che compie un delitto passionale questo non conta, conta soltanto la gelosia nei confronti della donna che impedisce di arrivare all'uomo». Se a uccidere è l'uomo, invece? «L'uomo uccide la propria donna perchè uccide per il senso di possesso frustrato. Il suo problema è essere tradito e non gli interessa minimamente punire il suo rivale, l'unico suo pensiero è uccidere la moglie perchè è l'unico modo che ha per riappropiarsene. Nel 330Zo dei casi, dopo il delitto, l'uomo si suicida, la donna solo nel 20Zo». Daniela Cecchin non solo non si è uccisa, ma è stata fermata prima di compiere altri delitti. Amore anche in quel caso? «Le ipotesi sono due. Il suo delirio potrebbe essersi esteso a altre realtà. Poteva avere nella sua follia un disegno come quello di eliminare tutte le donne che somigliavano a Rossana D'Aniello e dunque tutti quelli che considerava ostacoli che potevano separarla dal suo obiettivo: il suo amore». Fino a uccidere tutte le donne sulla terra? «Se necessario, sì. Così come avrebbe continuato a perseguitare tutte le eventuali future donne del marito di Rossana D'Aniello. Il delirio in questi casi continua nel tempo». L'altra ipotesi? «Che la donna sia una serialkiller, ma ci troveremmo dinanzi a una delle pochissime serial-killer non solo d'Italia ma del mondo. La realtà è che ancora una volta risulta confermata la forte tendenza al¬ l'aumento dei delitti passionali». Coltelli e gelosie, come ima volta... «Sì, si pensa al delitto passionale come a qualcosa di antico, invece è una realtà in aumento e in evoluzione. A aumentare negli ultimi anni sono stati soprattutto i delitti compiuti da uomini, ad esempio». Come mai? «Le donne hanno trovato il coraggio di aprire la porta e uscire dalle situazioni insostenibili. L'uomo spesso non lo sopporta, per lui è il crollo di tutto ciò che ha costruito. Chiede im ultimo appuntamento e, se non c'è alternativa, uccide». Cinzia Tani ha dedicato un libro ai casi classici di delitto passionale A destra, il coltello utilizzato dall'assassina dì Firenze

Luoghi citati: Firenze, Italia, Roma