Religiosa e sola Chiamate mute anche ai colleghi di F. Mai.

Religiosa e sola Chiamate mute anche ai colleghi Religiosa e sola Chiamate mute anche ai colleghi FIRENZE «Chi, la Cecchin? Una donnina tutta casa e chiesa. Riservata, educata. Niente da dire. Ma davvero è stata lei...?». I vicini di casa e i colleghi di lavoro non si capacitano che proprio lei abbia potuto architettare ed eseguire un delitto così orrendo. Corporatura esile, alta 1,72, capelli scuri corti, occhiali da vista che nascondono uno sguardo appena sfuggente, vestita spesso con abiti maschili, Daniela Cecchin, 47 anni, nubile, è una donna dall'aspetto mite. «Sul lavoro è puntuale e precisa, mai un minuto di ritardo, mai una I pratica accumulata. - racconta il suo collega, che divideva lo stesso ufficio -. Molto riservata; della sua vita non parla mai. Ho sempre pensato che fosse un po' strana, ma da qui a pensare che potesse fare quello che ha fatto ce ne corre...». Anche dopo romicidio Daniela Cecchin non ha tradito alcuna emozione. «In ufficio, in questi giorni, del delitto abbiamo parlato spesso - racconta un'altra impiegata - ma lei non ha mai preso parte a queste discussioni. Sembrava disinteressata». A Firenze, Daniela Cecchin, in gioventù, aveva frequentato il primo anno della facoltà di Farmacia, dove aveva avuto contatti con Paolo Botteri, il marito della vittima. Contatti così occasionali che il suo nome all'uomo è suonato nuovo. Abbandonata l'università si era trasferita nel Vicentino, la sua terra d'origine, a Montebello. Qui la Cecchin ha lavorato perii Comune di Gambellara e poi per la Tesan, società che si occupa di telesoccorso per anziani. I colleghi la ricordano come chiusa ed eccentrica, con strani atteggiamenti. E alcuni ricordano anche di aver ricevuto, in quel periodo, molestie telefoniche il cui autore non fu mai identificato, ma in azienda si era diffusa l'opinione che fosse lei. Nel 2001, dopo la morte del padre, decise di trasferirsi a Firenze, dove abita la sorella, con l'anziana madre Armida. Fino a qualche mese fa le due donne hanno vissuto insieme. Poi Daniela ha acquistato un appartamento, sempre nella stessa zona, dove si è trasferita da sola. Un alloggio dovè tutto è in ordine e dove spicca un gran numero di testi sacri. «La incontravo spesso in chiesa. Recitava le letture. Una donna riservata, normale. Ho scambiato con lei solo qualche parola quando la incrociavo sul pianerottolo», dice una vicina. In effetti la Cecchin pare avesse un attaccamento quasi morboso per la religione, frequentava la chiesa vicino a casa più volte alla settimana. «Solo buongiorno e buonasera. Niente di più - dice il portiere dello stabile -. Non ho notato se avesse le mani ferite, sto quasi sempre all'interno della guardiola e certi particolari mi sfuggono». La donna che ha confessato con freddezza di aver sgozzato per invidia, non sembra aver mai dato segni di squilibrio. Nessun comportamento sospetto. «Dormiva poco. Di notte spesso si sentiva della musica, forse la radio o la tv - aggiunge un altro vicino - Ma anch'io non dormo molto la notte». «Si tratta di una donna molto sola e molto religiosa - dice il capo della squadra mobile Bemabei -, provava una forma invidia verso Rosanna D'Aniello che, invece, aveva una vita serena accanto ad un uomo di cui Ja Cecchin si era innamorata in età giovanile». [f. mai.]

Persone citate: Cecchin, Daniela Cecchin, Paolo Botteri, Rosanna D'aniello

Luoghi citati: Comune Di Gambellara, Firenze