«Era bella e felice L'ho sgozzata io perché ero invidiosa»

«Era bella e felice L'ho sgozzata io perché ero invidiosa» RISOLTO IL GIALLO DI FIRENZE: ARRESTATA UN'IMPIEGATA DEL COMUNE «Era bella e felice L'ho sgozzata io perché ero invidiosa» «Ho fatto l'università col marito. Li ossessionavo al telefono, chiamavo di notte». L'assassina aveva cominciato a perseguitare altre due persone Francesco Matteini corrispondente da FIRENZE «Sono stata io, l'ho fatto per invidia: era bella e felice, lei e il marito, troppo felice. Una donna da ammirare, per questo l'ho uccisa». Agli agenti della squadra mobile che l'hanno fermata a Firenze in piazza delle Cure, alle 6 di ieri, Daniela Cecchin ha subito confessato l'orrendo delitto di Rossana D'Aniello, funzionarla di banca sgozzata nella sua abitazione esattamente una settimana fa. «Sono stata io, la seguivo e la ossessionavo con le mie telefonate mute. La chiamavo di notte», ha ripetuto più volte. Poi si è chiusa nel mutismo. Nella borsetta aveva l'arma del delitto: un grosso coltello di fabbricazione francese, lungo una trentina di centimetri, con una lama robusta. La lama con cui la Cecchin, sabato mattina, ha vibrato un terribile fendente alla gpla di Rossana D'Aniello dopo -una colluttazione neBa quale ari-che lei è rimasta ferita alle mani. Nel pomeriggio la Cecchin è stata interrogata dal sostituto procuratore Suchan. «Ha reso ampia confessione», ha detto il magistrato, rivelando che la donna aveva anche pensato di suicidarsi. «Mi aspettavo l'intervento della poli-zia - ha detto la Cecchin durante l'interrogatorio - e ho anche pensato al suicidio». «Un caso senza precedenti - ha aggiunto il capo della Mobile di Firenze, Gianfranco Bemabei - per il contesto in cui è maturato l'omicidio, per le modalità di esecuzione, considerata l'efferatezza e la ferocia, e per il fatto che a commetterlo è stato ima donna». Arivelare a^li investigatori che l'assassino era m realtà un'assassina era stato l'esame del sangue lasciato nell'appartamento di via della Scala, con l'individuazione del Dna. Ma a tradire la donna sono state le telefonate. Daniela Cecchin aveva più volte chiamato sia il cellulare della vittima, sia il telefono di casa. Telefonate mute (cinque dalla fine dell'estate, l'ultima il 25 ottobre), che sono arrivate soprattutto la notte, tutte effettuate da cabine pubbliche, usando una tessera prepagata. La stessa che l'assassina ha usato, in un'occasione, per chiamare alcuni parenti. È l'errore che l'ha traditaPer gli inquirenti è stato come avere in mano il capo di im filo che hanno seguito fino ad arrivare a lei. Inesistente o quasi il moventeDaniela Cecchin, 47 anni, aveva conosciuto Paolo Botteri durante il primo anno di università, alla facoltà di Farmacia. Forse in quelontano periodo si era invaghita di lui senza essere ricambiataall'uomo il nome della Cecchin non ricorda nulla. Ritornata ne2001 a Firenze dopo dieci annvissuti a Vicenza, ha cominciato a maturare una folle invidia per Rossana D'Aniello, per il suo fascino, per la serenità familiare comarito Paolo e le due figlie di 16 e 12 anni. La Cecchin è impiegata nellUfficio d'igiene del Comune di Firenze, ieri aveva preso un giorno dpermesso. Nessuno sospettava che dentro quella donna covassuna lucida follia omicida. Eppurha pianificato con cura l'assassinio di Rossana. Si è presentatalla porta della vittima fingendo di voler consegnare un pacco avvolto in una carta sulla qualspiccava il logo dell'«Associaziontitolari di farmacie» che, hannappurato le indagini, lei stessaveva riprodotto al computer. Pe Rossana D'Aniello, restia di solito ad aprire agli sconosciuti, quel logo che lasciava pensare a qualcosa per il marito farmacista dev' essere apparso come un lasciapassare. Quando Rossana ha aperto la porta la Cecchin l'ha subito aggredita ma nella colluttazione si è ferita alle mani, nonostante indossasse dei guanti per non lasciare impronte, e si è sporcata di sangue i vestiti. Così si è cambiata, lasciando i suoi panni sporchi nell'appartamento (pantaloni di fustagno e giacca da donna) ed è fuggita con addosso un giaccone del marito della vittima. Ha ripreso normalmente la sua vita, tutta casa, lavoro e parrocchia. E ha ricominciato a fare telefonate anonime. La squadra mobile ha scoperto che la Cecchin aveva preso di mira altre due persone, conosciute in gioventù, anch'esse «colpevoli» di essere felici. Probabilmente la sua mente malata aveva già scelto un altro obiettivo da colpire. Ma ora la polizia ha bloccato questa serial killer dell'altrui serenità. Ieri mattina aveva appena telefonato e nellaborsa aveva il coltello». Dopo l'omicidio aveva indossato il giaccone del marito della vittima «Volevo suicidarmi» Daniela Cecchin viene trasferita in procura per l'interrogatorio Rossana D'Aniello, la vittima ^Ct

Luoghi citati: Comune Di Firenze, Firenze, Rossana, Vicenza