«Quella sede offre tutte le garanzie» di Giacomo Galeazzi

«Quella sede offre tutte le garanzie» IL MINISTRO DELL'AMBIENTE INTERVIENE NELLA POLEMICA «Quella sede offre tutte le garanzie» Matteoli: è stata valutata da commissioni di esperti intervista Giacomo Galeazzi IL ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, si appresta a firmare a Washington il progetto internazionale per la lotta alle emissioni inquinanti. Via libera, quindi, agli investimenti sull'energia pulita proprio mentre sta per chiudersi il capitolo delle scorie nucleari con l'individuazione del sito di Scanzano Jonico. Ministro Matteoli, dopo annose polemiche è davvero risolta la questione delle i scorie nucleari? «È il primo passo per risolvere un problema che andava avanti da 20 anni e per farla finita con i rifiuti stoccati in depositi provvisori: il sito di Scanzano offre tutte le garanzie dal punto di vista geologico, ed è stato valutato da commissioni di esperti. Sarà di proprietà dello Stato, entro 4-5 anni accoglierà 80 mila me di scorie a media e alta radioattività. Sarebbe stato assurdo proseguire lo stoccaggio temporaneo ih una miriade di sedi sparse nella penisola». E per la svolta dell'idrogeno da dove arriveranno i soldi? «Il nostro programma di ricerca per la riduzione delle emissioni inquinanti rimodula i fondi della carbon tax. Abbiamo stanziato 3,5 nuboni per interventi dimostrativi di sistemi innovativi di generazione d'energia e calore in settori produttivi e civili. E ciò in larga parte attraverso l'impiego di celle a combustibile. I vantaggi per l'ambiente saranno enormi, a partire dalla promozione della filiera dell'idrogeno nell'area industriale di Porto Marghera. C'è già l'accordo programmatico con la Regione Veneto. Poi 10,5 milioni andranno a interventi dimostrativi per l'incremento dell'efficienza energetica e per la riduzione delle emissioni di gas che provocano l'alterazione del clima in distretti industriali, nell'edilizia pubbhca e nei trasporti». Gli ambientalisti denunciano ritardi nella politica ambientale... «Stiamo colmando antiche lacune. L'ambiente può essere difeso anche snellendo alcune procedure burocratiche che rappresentano un laccio per noi, rispetto a concorrenti come la Cina, i cui tempi di decisione sono rapidi. Inoltre, stiamo superando dei blocchi culturali. Per diffondere i sistemi ad alta efficienza di microgenerazione di energia elettrica e calore abbiamo siglato un accordo programmatico con Confindustria. Eppure, fino a poco tempo gli industriali erano visti come il nemico dell'ambiente: oggi hanno capito che la sua salvaguardia è un'occasione di sviluppo. Abbiamo destinato 5 milioni allo sviluppo di motori a basse emissioni o a emissioni zero per auto e moto. AlTiniziativa del governo a supporto dei programmi di ricerca delle imprese, si affianca il capitolo salva-monumenti con altri 5 milioni per la mobilità alternativa nelle città di alto valo¬ re storico, artistico e culturale». Un passo avanti... «È evidente che il mondo imprenditoriale ha acquisito ima coscienza ambientale che non ha mai avuto. Lo dimostrano i budget inseriti nei bilanci delle aziende italiane. Parimenti decisivo è il ruolo degli enti locali. La Lombardia ha appena stanziato 248 milioni per far circolare, entro il 2005,1650 bus ecologici, di cui 350 a metano, un terzo del parco-mezzi. I finanziamenti regionali saranno erogati direttamente alle province e ai comuni capoluogo, con i quali è stata stipitata un'intesa. I nuovi bus verranno alimentati a metano, idrogeno o gasolio ecologico (basso tenore di zolfo) o elettrici, cioè a emissione nulla. Stessa logica nella cooperazione intemazionale: nei porti del Mediterraneo entreranno solo petrohere a doppio scafo, contro il rischio marea nera. Stop alle carrette del petrolio che nei nostri mari portano il 700Zo del traffico. Per ora siamo l'unico Paese del bacino del Mediterraneo ad aver messo al bando con un decreto le petrohere a rischio: speriamo che gli altri facciano lo stesso». A che punto è il piano anti black out? «Sono stati emanati 26 decreti di compatibilità ambientale per la realizzazione di altrettante centrali, di cui 23 con la vecchia procedura e 3 ai sensi della legge «sblocca centrali». Tutto ciò per una potenza complessiva di 14 mila megawatt. Sono 11, invece, le istruttorie concluse dalla commissione di valutazione d'impatto ambientale per altri 8100 megawatt. Le istruttorie in corso riguardano 45 centrali per 28 nula megawatt. Inoltre abbiamo ultimato il prospetto economico per le centrali fai-da-te. Adesso gli impianti di microgenerazione per far fronte al caro bolletta e al rischio black-out potranno contare su 18,5 milioni di euro. Ed è in arrivo altro ossigeno: ci sono 50 milioni in negoziazione col Cipe, destinati alle Regioni con sviluppo limitato. Ora che ci sono i fondi, il ministero sta mettendo a punto un testo per regolare tutto questo nuovo sistema delle micro-centrali, utili a dissociare la crescita della produzione di energia elettrica dal consumo di combustibile. L'obiettivo è assicurare nello stesso tempo maggiore produzione e minori consumi». «Assurdo proseguire lo stoccaggio in una miriade di paesi Colmiamo alcune lacune, ora l'Italia punta sull'idrogeno» Il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli

Persone citate: Altero Matteoli, Matteoli, Scanzano

Luoghi citati: Cina, Italia, Lombardia, Scanzano Jonico, Washington