Doppia fuga per Strauss di Leonardo Osella

Doppia fuga per Strauss Doppia fuga per Strauss La Sinfonia «domestica» e un Mozart con l'Orchestra Rai diretta da Kitaenko UNA delle prove contrappuntistiche più ardue e impegnative per un compositore ,è una doppia fuga. Ebbene, il complesso intreccio tematico e di elaborazioni è stato adottato da Richard Strauss in un lavoro famoso e ammirevole, «Symphonia domestica op. 53», proposto al Lingotto giovedì 13 alle 20,30 e venerdì 14 alle 21 dall'Orchestra Sinfonica Nazionale Rai diretta da Dmitri Kitaenko. Simile saggio di bravura assume uno scopo espressivo preciso: una chiassosa lite tra moglie e marito. E' un'idea geniale che il compositore bavarese ha escogitato, tra le mille che si manifestano in questa «esaltazione in musica» della famiglia dai manifesti accenti autobiografici. E d'altra parte la dedica è inequivoca: «Alla mia cara moglie e al nostro bambino». Tre quarti d'ora di musica che Strau." » concepì nel 1903 per dare voce ai suoi sentimenti, espressi peraltro con un'orchestra vastissima (per dire : 8 comi, 4 sassofoni, 4 clarinetti più un clarinetto basso, due oboi e oboe d'amore, corno inglese, 3 flauti e ottavino, 4 fagotti e controfagotto, due arpe). In effetti le quattro parti in cui si articola la «Symphonia» (di fatto un poema sinfonico) si reggono su un canovaccio di richiami, accenni, allusioni a eventi precisi della vita quotidiana. Oltre a temi specifici legati alle personalità del musicista e della moglie Pauline (oggetto della bella scena d'amore nell'Adagio), un ruolo di primo piano assume il figlioletto Franz (oboe d'amore) che fa i capricci e viene spedito a letto a scapaccioni. La partitura fu originariamente segnata da appunti minutamente decrittivi, che poi Strauss preferì cancellare; ma qualcuna ne è rimasta e così possiamo sapere che in un certo passo la composizione esprime le dolciastre moine delle zie («Ganz der Papa»: tutto suo padre) e degli zìi («Ganz die Marna», tutto sua madre). In precedenza, come avvio di altissimo livello, sarà proposta da un'orchestra molto più ridotta la «Sinfonia n. 40 in sol minore K.550» di Mozart. Non sappiamo quale legante programmatico sia stato ravvisato tra questo capolavoro e la «Symphonia» di Strauss. Ma certo anche qui, sia pure senza concessioni al descrittivismo e anzi anticipando tratti romantici che altri artisti avrebbero esternato ben dopo quell'estate del 1788, si possono ravvisare intenti autobiografici: giacché altro non sono i dolorosi e tormentati accenti della sinfonia, spia del pessimismo che si annidò in Mozart negli ultimi anni della sua vita. Leonardo Osella Il maestro Dmitri Kitaenko è frequentatore assiduo dell'Orchestra Sinfonica della Rai