Un idraulico sotto i lapilli di Pompei di Maurizio Assalto

Un idraulico sotto i lapilli di Pompei Un idraulico sotto i lapilli di Pompei Maurizio Assalto Cf È di tutto di più in Pompei, bestseUer annunciato deb'inglese Robert Harris (già autore del fortunatissimo Fatherland): l'intrigo giallo e il risvolto rosa, la speculazione edibzia, la corruzione, la crisi morale, la conflittuabtà tra natura e tecnica, tra natura e civiltà. E c'è l'eruzione, raccontata istante per istante in una sessantina di pagine fiammeggianti. Sui giomab, si è accentuata l'analogia con la realtà attuale - l'impero romano come l'America d'oggi, il 24-25 agosto del 79 d. G. come l'il settembre 2001. Di fatto, a parte la raffigurazione degb scampati aba furia del Vesuvio - bianche statue ricoperte di cenere, una trasparente citazione di immagini lasciate nei nostri occhi daba tragedia delle Torri GemeUe -, il parabebsmo appare piuttosto estrinseco, e non necessario a un romanzo già ridondante di spunti. I disparati fib si intrecciano intomo aba figura di Marco Attibo, giovane ingegnere idraubco arrivat ' a Miseno da Roma per assumere la responsabilità deb' Aqua Augusta. L'azione si svolge in quattro giorni, a partire dal 22 agosto, 48 ore prima della catastrofe. L'acquedotto ha una falla, venefiche esalazioni sulfuree si insinuano neUe condutture: segnab smistri ma sottovalutati in un'epoca in cui nessuno sospettava di vivere su un ordigno a orologeria, capace di b a poco di sprigionare un'energia termica pari a quella di centomila bombe di Hiroshima. Per rimediare al guasto Vaquarius si scapicoUa da Miseno a Pompei aba cuna del Vesuvio, passa attraverso domus sontuose, terme e bordelb, incrocia personaggi storici come l'am- miragbo-naturalista Plinio, sfugge a agguati mortab, si innamora, perde l'amata e infine la ritrova. Harris mescola abilmente realtà e invenzione, restituendo consistenza vitale ai reperti archeologici, sviluppo narrativo aUe testimonianze letterarie. Impeccabile la documentazione, tutti gb aspetti deba vita quotidiana ricostruiti con una minuziosità che potrà risultare tediosa per alcuni ma renderà febei i cultori di antichità (un paio di svarioni soltanto: la stretta di mano che ab'epoca non era ancora in uso fra gb uomini; le donne distese sul letto tricliniare, anziché sedute ai margini). Ben congegnata la storia, non sempre sorretta però da una scrittura disuguale, con dialoghi a volte imbarazzanti («Puoi ben dirlo», «Corri come non hai mai corso in vita tua»), e personaggi spesso macchiettistici. Ma non è una macchietta, è un grande personaggio sempre attuale il ricchissimo Nuraerio Popidio Ampbato, il grande corruttore, l'ex schiavo affrancato, anch'egb realmente esistito, che nella finzione narrativa tiene in pugno i pobtici pompeiani distribuendo denari e prebende. Ha fatto fortuna come palazzinaro nel caos seguito al terremoto del 62, insegue pacchiane utopie di benessere consumistico di massa («Salve lucrum! Lucrum gaudium!»), è insofferente deUe regole. Capace di una lezione di lucido cinismo che ricorda le parole di Hoederer a Hugo nebe Mani sporche, o quelle con cui Craxi, in ima memorabile seduta deba Camera, rivendicò il proprio ruolo nel sistema di Tangentopob. L'incorruttibile Attibo, perfino lui, ne è affascinato: «Non aveva mai conosciuto un venditore più convincente». Certo Harris non ci avrà pensato, ma a un lettore itabano deb'anno di grazia 2003 chi viene in mente? II romanzo di Harris sull'eruzione del 79 d.C. mescola intrigo giallo e risvolto rosa, testimonianze letterarie e reperti archeologici, speculazione edilizia, corruzione e crisi morale: già allora c'era un abilissimo «venditore» Robert Harris Pompei traduzione di Renato Pera Mondadori, pp. 296, C 78,60 ROMANZO

Persone citate: Craxi, Renato Pera Mondadori, Robert Harris

Luoghi citati: America, Hiroshima, Pompei, Roma