L'utile Eni vola oltre quota 4 miliardi

L'utile Eni vola oltre quota 4 miliardi L'AUMENTO DEL PREZZO, DELLA PRODUZIONE E DELLA VENDITA DEL PETROLIO ALLA BASE DI UN ESERCIZIO 2003 DA RECORD L'utile Eni vola oltre quota 4 miliardi Mincato: «Non cederemo le attività nel settore petrolchimico che resta in crisi Non ci interessa entrare nei giganti russi tipo Yukos, molto meglio asset specifici» MltANO I nove mesi dell'Eni trascinano l'utile netto a un record di 4,045 miliardi di euro con ima crescita del 27,rZn rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nello stesso periodo sale del 90Zo, a 7 miliardi di euro, l'utile operativo del gruppo. Nel solo terzo trimestre, invece, l'utile netto è di 955 milioni, con un aumento del 3,707o rispetto al terzo trimestre 2002. A spingere il risultato dei nove mesi - spiega l'amministratore delegato Vittorio Mincato - è «il miglioramento della performance operativa», che sale di 580 milioni, spinta dall'aumento del prezzo del barile in dollari, anche se «con una quotazione media dell'euro di 1,11 dollari, in crescita del 200Zo rispetto allo scorso anno significa che il prezzo del brent espresso in euro è sceso per noi di 54 centesimi il barile». E sul risultato pesano anche la crescita della produzione e vendita di petrolio (1.537 mila barili il giorno, in crescita del 5,80Zo) e gas naturale e le azioni per il contenimento dei costi, con risparmi per 379 milioni. In crescita di 1,9 mibardi l'indebitamento netto. che alla fine dei nove mesi ammonta a 13 miliardi. «I risultati del trimestre sono buoni, anche se l'utile netto è lievemente inferiore rispetto alle attese - commenta Mincato . Su questo dato pesa il petrolchimico, che ha avuto uno scenario più pesante di quanto il mercato si aspettasse». «Proprio il settore petrolchimico», commenta, «sta attraversando la crisi più lunga che abbia mai conosciuto» ed è per questo che l'Eni toma per il momento sull'intenzione - annunciata in passato - di disfarsi di alcune partecipazioni nel settore. «Le condizioni non sono state tali da permetterci la chiusura della trattativa con i possibili compratori. Questi o erano soggetti non particolarmente affidabili o ci hanno posto delle condizioni che non abbiamo ritenuto di poter accettare. Una cosa è vendere, un'altra svendere». Per questo l'Eni si'concentrerà sul migUorare i risultati» aspettando anche «la ripresa mondiale, su cui contiamo molto». In quanto al futuro prossimo, l'amministratore delegato spiega che l'obiettivo di arrivare a 2 milioni di barili nel 2006 - più volte espresso - «è possibile solo attraverso acquisizioni di asset o società», perché la crescita per linee interne dell'Eni nel suo attuale perimetro porterà solo a 1,8 milioni di barili. E sul fronte delle possibili acquisizioni dell'Eni Mincato precisa anche che non c'è alcuna intenzione di entrare in colossi come Gazprom o Lùkoil: «La nostra preferenza va a collaborazioni dirette con compagnie russe su asset specifici piuttosto che partecipazioni nel capitale». Del resto, viste le dimensioni dell'Eni e dei colossi ex-sovietici, sarebbe impossibile )ensare a un ingresso forte nel'azionariato e «con il 507o si ha una partecipazione finanziaria e non si gestiscenulla». E il prezzo del greggio? «È un livello - dice l'amministratore delegato - che non è adeguato alle leggi della domanda e dell'offerta», ma che per ora non dà segni di discesa. Solo nel caso di crescita della produzione dell'Iraq potrebbe tornare «entro la fascia dell'Opec tra i 22 e i 28 dollari». If.man.] L'amministratore delegato dell'Eni Vittorio Mincato

Persone citate: Mincato, Vittorio Mincato

Luoghi citati: Iraq