«I nostri ragazzi laggiù sono eroi tutti giorni» di Gigi Padovani

«I nostri ragazzi laggiù sono eroi tutti giorni» SARA FUMAGALLI, COMPAGNA DEL MINISTRO CASTELLI, E' STATA IN IRAQ CON I VOLONTARI PADANI «I nostri ragazzi laggiù sono eroi tutti giorni» Gigi Padovani D A stamattina non faccio altro che piangere. Sono sconvolta». Ha saputo soltanto in serata che tra le vittime civili c'è il regista Stefano Rolla, mentre l'assistente sarebbe ferito: collaborava con la sua organizzazione di volontariato per realizzare un documentario sull'impegno dei militari che ha il patroemio del governo italiano. Rolla non è un leghista, è un professonista che si era appoggiato all'Umanitaria Padana Onlus, l'unica organizzazione no-profit presente in quella parte dell'Iraq. Sara Fumagalli, responsabile dell'operazione «Guerrieri per la pace» a Nassiriya, ha la voce rotta dalla commozione. E' troppo addolorata per parlare di quella troupe accompagnata laggiù. Era restia a raccontare la sua esperienza nel Sud dell'Iraq, la compagna del ministro della Giustizia Roberto Castelli: 33 anni, già assessore comunale le¬ ghista a Lecco e a Vimercate, era appena rientrata dal secondo viaggio nel nostro campo «Antica Babilonia». Conosce bene la realtà della provincia di Dhi Gar. Colpita dal dramma di Sahera, ima ragazza irachena affetta da una grave malattia, la signora Sara è riuscita a farla curare a Milano, presso l'ospedale Niguarda. L'avevano angosciata le facce dei bimbi malati e quegli ospedali senza medicine dove nell'agosto scorso ha consegnato una macchina a raggi x e generi di prima necessità. La compagna del Guardasigilli ieri ha seguito per tutta la giomata con apprensione le notizie presso l'Unità di crisi, sapeva che alla base «White Horse» della Brigata Sassari c'erano ancora gli operatori della «Gabbiano Film», la casa cinematografica che sta realizzando il documentario «Soldati di pace» sulle missioni italiane. Dei due viaggi, Sara Fumagalli ricorda con angoscia tanti par- ticolari. Ma, soprattutto, vuol ribadire un concetto: «La popolazione civile irachena apprezza molto l'impegno dei nostri militari. Ho visto che carabinieri e soldati svolgevano con passione un lavoro pesante in condizioni estreme: in agosto c'erano 68 gradi al sole, con addosso i 30 chilogrammi. Ho visto giovani in divisa imboccare i bambini, aiutare i civili, portare la corrente elettrica in città, che con Saddam c'era tre ore al giomo e adesso è sempre disponibile, ripristinare i collegamenti e i rifornimenti di benzina». Il primo contatto con la realtà irachena di Sara Fumagalli risale ad agosto, quando la situazione era davvero peggiore di oggi. «Ricordo una giomata di tensione fortissima racconta -, durante la protesta in piazza per i rappresentanti del Consiglio comunale: fu dispiegata la Brigata Garibaldi, ora sostituita dalla Sassari, che sotto quel caldo controllò la piazza dalle 5 del mattino alle 7 di sera. Non sparò un solo colpo in aria e non vi furono incidenti, mentre altrove in Iraq manifestazioni come queUe finirono con morti e feriti». Le immagini che si affollano, nei ricordi della responsabile di Umanitaria Padana Onlus, vanno ancora ai saluti che i carabinieri della Msu (Multinational Speciahzed Unit) si scambiavano, nel lungo volo da Pisa verso Nassiriya, a quei pasti constunati sotto il tendone della Brigata Sassari. «Ragazzi seri, responsabili, mica come quelli che si incontrano neUe discoteche», commenta la signora Sara. Una militante leghista che accompagna sempre il marito ministro della Giustizia, la sua prima collaboratrice e sostenitrice anche nei moment; difficili. Certo, Roberto Castelli ha vissuto con apprensione questo impegno del- la compagna con cui vive dal '97. Ma lei, colpita emotivamente dalla tragedia di Nassiriya, non vuole rinunciare ai prossimi viaggi, in cui dovrà consegnare altri aiuti: defibrillatori, alimentari, medicinali. «Hanno agito kamikaze che seguono la logica aberrante della guerra santa, agli ordini di Bin Laden: dovremmo obbedire alle loro regole? Dobbiamo continuare a portare il nostro aiuto a quella gente e oggi io mi sento ancora più impegnata di prima». E c'è anche un ragionamento politico cui tiene, secondo la filosofia di «aiutare i popoli a casa loro» impostata dalla Umanitaria Padana Onlus. Dice Sara Fumagalh: «Sono stata sul Po a gridare per la secessione, non sono una nazionalista, ma non sopporto gli sciacalli che ignorano questi ragazzi, tranne quando muoiono e per speculazioni strumentali. Chi è laggiù, è eroe tutti i giorni, perché ha un grande cuore». 66 Sono sconvolta dalla morte di Stefano Rolla Ma voglio gridare a tutti che i carabinieri stanno facendo un grande lavoro: tornerò perché non possiamo mollare e cedere Okfk aBinLaden Sara Fumagalli, compagna del ministro della Giustizia Roberto Castelli