Dal Piemonte agli Usa la spinta della qualità

Dal Piemonte agli Usa la spinta della qualità CONCLUSA L'OPERAZIONE «WHITE TRUFFLE AND MORE» Dal Piemonte agli Usa la spinta della qualità Il tartufo bianco ambasciatore di prestigiosi vini che guidano l'avanzata dei prodotti italiani sempre più in crescita rispetto alle altre nazioni Dardanello: «Siamo i rappresentanti di 1750 aziende agroalimentari» Glauco Maggi NEW YORK Il tartufo bianco? Un ambasciatore di rango per fare breccia nei gusti degli americani promuovendo il Piemonte a 360 gradi, dai prodotti enogastronomici alle attrazioni turistiche. Guidata dal presidente della Camera di Commercio di Cuneo e vicepresidente della Confcommercio Ferruccio Dardanello. una delegazione di operatori piemontesi e di funzionari del'agenzia regionale ha appena concluso un viaggio negli Stati Uniti fatto di tre tappe; San Francisco, Chicago e New York. «E' stato un grande successo. Volevamo portare qui, nella terra della grande qualità, l'eccellenza della nostra regione - ha detto Dardanello a conclusione degli incontri -, il tartufo bianco è sempre il miglior passaporto. Abbiamo 1750 aziende esportatrici nell'agroalimentare, vini, formaggi ma non solo, e il folto gruppo che ha partecipato a questa missione o ha consolidato le relazioni con i distributori o ha allacciato nuovi rapporti. Siamo soddisfatti». La manifestazione «White truffle and more! Tanufo bianco e altro!» è al quarto anno, ed ogni volta allarga le sue ambizioni. ^Partimmo con la sola Grande Mela, ora siamo arrivati a tre città e 1 anno prossimo è già deciso che toccheremo pure Miami» ha annunciato Dardanello. che ha pure anticipato per il 2004 la partecipazione del Piemonte come ospite d'onore alla testa che l'Enit (Ente italiano per il turismo) tiene a dicembre nella sua sede al Rockfeller Center in occasione dell'accensione delle luci dell'albero natalizio. Il Piemonte «americano», quello del Barolo e dal Barbaresco già notissimi alla alta ristorazione, può piacere ad un pubblico di nicchia non solo per il vino: i turisti americani fanno il loro primo viaggio a Firenze o a Roma, «ma poi diventano curiosi di scoprire altre mete, altri gioielli», hanno rivelato quattro titolari di agenzie di viaggio italo-americane, entusiaste della presentazione, intervistate da La Stampa durante la cena di chiusura all'ottimo ristorante classico piemontese Bar¬ betta a Midtown (che fra due anni celebrerà il centenario). «Nessuno più vuole andare in Francia, e per l'Italia questo è un vantaggio. A frenare i turisti Usa c'è un solo ostacolo, l'euro troppo forte». La strategia di Dardanello e della Regione in questo viaggio, coadiuvati dal direttore delfEnte italiano per il turismo in Nordamerica Eugenio Magnani, è stata offrire la tradizione dei castelli e dei musei, le visite guidate ai vigneti, le settimane sciistiche o il trekking sulle Alpi o nelle valli (con l'appuntamento delle Olimpiadi invernali che si avvicina), il relax esclusivo dei laghi e delle isole. Opuscoli in inglese ricchi di dati e foto e siti web molto chiari hanno fatto da hardware al marketing dei vari appuntamenti commerciali. Ma è stato il software della classe e della tradizione, utilizzato negli incontri con gli operatori americani, a trasmettere l'assenza del messaggio: dal cane Leo, che con il trifolau Stelvio Casetta di Monta d'Alba ha dato dimostrazione di come si va per tartufi in un parco di Chicago, ai tavoli e alle seggiole italiani dell'Ottocento, in legno da sacrestia, per dare un tocco al salone della chiesa di Saint Lukes, vecchia di 150 anni, che ha ospitato il pubblico alla pro¬ lezione del filmato sul «Piemonte da scoprire ora», E a invitare i turisti america- ni a visitare le tante chiese e l'incantevole Sacra di San Michele è intervenuto un ospite d'eccezione, il cuneese Celestino Migliore, Nunzio Apostolico della Santa Sede presso le Nazioni Unite. Non sono mancati i numeri, per dare la sostanza agli inviti: i 46 vini doc, gli 8 docg, i nove formaggi a denominazione protetta che il territorio può vantare per gli amanti della cultura culinaria. L'Italia, prima per le vendite di bottiglie di vino negli Usa (con il Piemonte nella parte del leone), a fine luglio ne aveva piazzate per 476 milioni di dollari (-f-2007o sull'anno prima). L'intero comparto agroalimentare ha fatturato 1,1 miliardi (-*-170Zo). Ma tradotto in euro, il business si è contratto per il -40Zo e per il -170Zo, rispettivamente. Ecco perchè si punta al tartufo bianco per colmare il gap. L'offerta piemontese prevede anche la tradizione dei castelli le visite guidate ai vigneti e il trekking sulle Alpi