Voto agli immigrati, anche i vescovi favorevoli di Flavia Amabile

Voto agli immigrati, anche i vescovi favorevoli LA CEI CON AN SU DIRITTI E ASILO. «TROPPO LENTA L'ATTUAZIONE DELLA BOSSI-FINI» Voto agli immigrati, anche i vescovi favorevoli Bossi: non entrino nelle questioni dello Stato italiano e aprano il Vaticano Flavia Amabile ROMA Immigrati: anche 1 vescovi italiani appoggiano in pieno l'apertura del vicepremier Gianfranco Fini per garantire loro il diritto di voto alle amministrative. «Se vengono nel nostro Paese e si inseriscono con la loro capacità di lavoro e le loro energie culturali - ha affermato monsignor Giuseppe di Falco, vescovo di Sulmona, durante una conferenza stampa organizzata in vista della prossima giornata delle migrazioni che la Chiesa celebrerà il prossimo 16 novembre - è giusto che si inseriscano anche nella vita civile attraverso il diritto di voto amministrativo». La concordanza di idee però finisce qui. I vescovi hanno espresso forti critiche nei confronti del governo per l'attuazione del Regolamento della legge Bossi-Fini e per la concessione del diritto d'asilo a tutela da chi fugge da miseria e guerra. E hanno usato toni severi anche nei confronti degli immigrati chiedendo loro il rispetto per le leggi esistenti in Italia. Riguardo al diritto di voto, in ogni caso, gli ecclesiastici che dirigono la Fondazione Migrantes della Cei, pur consapevoli di entrare all'interno di una bagarre politica, non hanno dubbi. Da otto anni la linea seguita dalla Caritas e dalla Migrantes va in questa direzione e in più di un'occasione sono stati lanciati appelli, cercando di sensibilizzare i partiti politici. «Noi siamo favorevolissimi al voto amministrativo agli immigrati per due ragioni - ha affermato padre Bruno Mioli - La prima ragione è che devono potersi sentire cittadini di serie A, senza alcuna discriminazione, la seconda è che questa rappresenta l'unica via percorribile per una effettiva integrazione». Punto dolente toccato dalla Cei rimane la questione del diritto d'asilo. «Così come abbiamo criticato il governo precedente ora critichiamo quello attuale, considerandolo inadempiente», ha chiarito monsignor Luigi Petris. La Cei denuncia anche «il forte ritardo nell'emanazione del regolamento d'attuazione della legge», la non convocazione delle consulte e degli organismi di solidarietà e «l'abbandono al loro destino per le migliaia di richiedenti asilo che sono attualmente in Italia in attesa che venga esaminata la loro domanda». I vescovi hanno poi invitato ad una «maggiore attenzione per i problemi e la ricchezza degli italiani emigrati all'estero» e, in collaborazione con la Caritas, hanno elaborato uno studio sulla entità della emigrazione italiana all'estero, dalla quale risulta tra l'altro che quest'anno sono emigrati 22 molisani e 33 agrigentini su cento, mentre la media italiana di emigrazione è del 70Zo. L'emigrazione italiana, insomma, si conferma ancora in prevalenza meridionale, ma alcune regioni come il Veneto vi contribuiscono in modo notevole, mentre la provincia di Milano è tra le prime dieci province italiane che registrano un flusso di cittadini verso l'estero. Infine si lamentano i ritmi lenti per la naturalizzazione dei figli di immigrati. «Il tasso di naturalizzazione in Italia - chiarisce il coordinatore del dossier statistico Caritas-Migrantes, Franco Pittau, - è tre volte inferiore alla Uè e in Italia arriviamo a malapena a diecimila casi di cittadinanza all'anno: la legge è inadeguata e penalizza i figh di immigrati che crescono in Italia, si sentono italiani, ma non ottengono la cittadinanza». Commenti diversi dall'interno di An, a conferma della divergenza di opinioni all'interno del partito sulla questione. Favorevole Mirko Tremaglia, ministro per gli Italiani nel Mondo, che ha approfittato dell'occasione per ribadire il suo programma di sempre: «Apprezzo molto la presa di posizione della Conferenza episcopale italiana sul voto agli immigrati, a a questo punto ritengo che si debba pensare anche a far votare per le amministrative anche gli italiani che risiedono stabilmente all'estero». Per Teodoro Buontempo, invece il voto è «una questione di minor rilievo». «Pensiamo alle nuove povertà, ai bisogni ed al sistema paese che fa fatica a decollare. Credo - ha osservato che per gli stessi inunigrati i problemi non siano quelli legati al voto, ma della scuola per i loro figli, del rispetto dei diritti umani e della dignità personale». Molto critica la Lega. Bossi ironizza: «Io credo che questi signori farebbero bene ad avere più rispetto per la gente e a non entrare nelle questioni dello Stato italiano: se vogliono dare il diritto d'asilo possono sempre aprire il Vaticano».

Persone citate: Asilo, Bruno Mioli, Franco Pittau, Gianfranco Fini, Giuseppe Di Falco, Luigi Petris, Mirko Tremaglia, Teodoro Buontempo

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma, Sulmona, Veneto