Grillo fa luce al Colosseo Un amore metropolitano

Grillo fa luce al Colosseo Un amore metropolitano IL CARTELLONE TEATRALE Grillo fa luce al Colosseo Un amore metropolitano SILVIA FRANCIA 3 Praticamente impossibile da raccontare. Come si fa a spiegare, illustrare, anticipare un incontenibile deflagrazione di parole, concetti, battute, provocazioni, sorprese, paradossi, rasoiate d'ironia sorniona e sanguigne arrabbiature? Bisogna vederlo e ascoltarlo, Grillo per sapere cosa farà in palcoscenico questa volta. Strana miscela d'ingredienti che ogni volta è quella eppure ogni volta cambia. Indefinibile, come un monologo che dura da anni e s'aggiorna ad ogni appuntamento. E, ad ogni appuntamento, la solita ressa di spettatori, quasi adepti, che non mancano una sortita del trascinante genovese. Tutti certo consapevoli che non si vive precisamente nel «migliore dei mondi possibili», ma tutti goduti nel sentirsene elencare in dettaglio le magagne e i colpevoli con nome e cognome. Da stasera, Grillo toma a Torino, al Colosseo, dove presenta, sino al 15, «Facciamo luce». «Uno spettacolo sulla rabbia» seccndo la definizione del protagonista. «Rabbia per le umiliazioni, rancore per tutto ciò che ci circonda e che non è più vero né leale». Come dire con riferimento al titolo - siamo al blackout, ci stiamo spegnendo, siamo al buio dei cervelli, oltre che dell'energia. Nel nuovo show si parla meno di politica, promette Grillo, «perché non ne posso più, ne combinano una al giorno e mi tocca cambiare il monologo ogni sera!». Ma la ferocia resta quella di sempre: l'America di Schwarzenegger governatore? «Quelh confondono la cultura con il culturismo». Una storia d'amore vissuta, sulla scena, da due interpreti che fanno coppia anche nella vita. Sin qui, nulla di strano. Particolare, però, l'andamento da «inquietante passo a due» che detta il ritmo di «inverno», spettacolo in scena da stasera al 23 al Gobetti, per la stagione dello Stabile. Il testo del norvegese Jon Fosse è diretto da Valter Malosti, anche protagonista insieme con Michela Cescon. Nei luoghi bui dell'anima, negli anfratti più anonimi di una scardinata metropoli, un uomo e una donna, lui timido e fallito, lei prostituta etilista, vivono il loro enigmatico incontro. Tra seduzioni e silenzi, l'amore rivela le sue ambigue sfumature. A volte un incontro di boxe. A volte una via per guarirsi a vicenda. A volte un balbettante incontro di corpi e di cuori «che cercano». Ancora oggi, all'Espace di via Mantova si apre un trittico dedicato al «Teatro Europeo e Intemazionale» e curato dalla Compagnia Sperimentale Drammatica. In scena sino a giovedì, la Compagnia Atelier diretta dal senegalese Mamadou Dioume, in «Scontro di Negro e Cani» da Bernard Marie Koltès. La vicenda si svolge in una notte, in un cantie¬ re di lavori pubblici circondato da guardiani armati. Un nero dai modi misteriosi si introduce nel cantiere per reclamare la restituzione del corpo del fratello, operaio morto, ufficialmente, per un incidente di lavoro. Domani al Politeama di Chivasso, inaugurazione di stagione con «Zio Vanja» di Cechov: protagonista Andrea Giordana, regia di Sergio Fantoni.

Luoghi citati: America, Chivasso, Torino