Via libera da Israele Fini a Gerusalemme alla fine del mese

Via libera da Israele Fini a Gerusalemme alla fine del mese L'ANNUNCIO DELL'AMBASCIATA A ROMA: MISSIONE DAL 23 AL 26 Via libera da Israele Fini a Gerusalemme alla fine del mese Incontrerà il capo dello Stato Katsav e il primo ministro Sharon La visita in un momento in cui i rapporti con l'Ue sono delicati Deporrà anche una corona di fiori al museo dell'Olocausto Andrea di Robilant ROMA E' stata a lungo discussa, è stata meticolosamente preparata, è stata ampiamente pre-annunciata, e adesso è stata finalmente confermata: l'ambasciata israeliana a Roma ha reso noto ieri che Gianfranco Fini si recherà in visita ufficiale in Israele dal 23 al 26 novembre. Non è la prima volta che un dirigente di Alleanza nazionale va in Israele, ma la visita del vicepresidente del Consiglio a Gerusalemme sarà al più alto livello. E dal punto di vista simbolico costituisce il punto d'arrivo di un lungo e travagliato percorso politico. Fini, che solo recentemente ha rinnegato la sua affermazione secondo cui Mussolini fu il più grande statista del ventesimo secolo, deporrà una corona allo Yad Vashem, dove vengono commemorati i martiri e gli eroi dell'Olocausto. Avrà incontri con il capo dello Stato Moshe Katsav, il premier Ariel Sharon, il ministro degli Esteri Silvan Shalom e altri esponenti del governo. Il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi ha definito la visita «un fatto molto importante per An e il suo presidente, ma anche per l'Italia». Mauriaio Gasparri, il ministro ' per le Comunicazioni che ha già avuto incontri politici in Israele, ha aggiunto che la visita dovrebbe essere «motivo di orgoglio per tutto il paese». Adolfo Urso, viceministro alle Attività produttive e altro "battistrada" di An in Israele, ha parlato del viaggio di Fini come la conclusione di «una profonda riflessione storica». Ma Fini, oltre ad essere il leader di An, è anche il vice premier del Paese che ha la presidenza di turno della Uè. L'annuncio della sua visita in Israele capita in un momento delicato nei rapporti tra quel paese e la Uè, reso ancor più complicato dal fatto che la politica del governo italiano in Medio Oriente viene giudicata a Bruxelles eccessivamente filo-israeliana. Anche per via di alcune nette prese di posizione dello stesso Fini in favore di Israele. Il leader di An ha pubblicamente difeso la decisione di Israele di costruire un muro di protezione lungo il suo confine con i Territori. E ancora ieri, parlando a Torino, ha ribadito la sua posizione: «I muri non piacciono a nessuno, neanche a me. Ma negare che il muro di Gerusalemme sia stato concepito come autodifesa equivale a negare la verità». La posizione della Uè è diversa, insistono a Bruxelles. Nessuno nega a Israele il diritto di difendersi. Ma il muro non è la soluzione, tanto più che il tracciato entra in territori che appartengono formalmente ai palestinesi. Il Financial Times ha dato risalto ieri alle divergenze tra la politica italiana verso Israele e quella di Bruxelles, sottolineando i malumori crescenti verso la presidenza italiana. «I giornali scrivono tutto quello che ritengono e meno male», ha replicato Fini. «Ma l'Unione europea non è certo il Financial Times». Non è da escludere, insi¬ stono i più ottimisti, che i buoni rapporti dell'Italia con Israele permettano, alla fine, di migliorare il clima non proprio sereno che si è creato tra la Uè e il governo Sharon (a tutt'oggi il governo israeliano si è rifiutato di incontrare Marc Otte, il nuovo inviato della Uè in Medio Oriente, per protestare contro una politica europea giudicata ancora troppo vicina a Arafat). Il 18 novembre si terrà a Bruxelles il consueto vertice Ue-Israele per esaminare i rapporti di cooperazione economica. Il giorno dopo il premier Sharon sarà in visita a Roma. Seguirà subito dopo la visita di Fini a Gerusalemme. Gianfranco Fini visita il campo di sterminio di Auschwitz Gvd