I troppi misteri di un «collasso strutturale» di Marco Raffa

I troppi misteri di un «collasso strutturale» IL SINDACO: LE PROCEDURE ERANO CONTROLLATE E A NORMA I troppi misteri di un «collasso strutturale» Tre ipotesi: errori dì progettazione, cattiva esecuzione dei lavori, materiali inadatti Marco Raffa GENOVA «Pensiamo che il costoso, forse impossibile recupero di questa struttura in cemento armato costituirebbe una stravaganza, una mancanza di fiducia nella capacità dell'architettura contemporanea di dotare di una nuova e suggestiva immagine l'edificio rinnovato». Su Internet suona beffarda, e sinistramente ironica, l'introduzione all'ambizioso progetto di recupero dell'edificio Galata del Porto Antico, destinato ad ospitare il Museo del Mare e della Navigazione nell'ambito di Genova 2004. Beffarda perché sono sta¬ te proprio le nuove strutture, arditamente progettate dall'architetto spagnolo Guillermo Vazquez Consuegra, a cedere ieri mattina con un drammatico «effetto domino» travolgendo quattro operai. Mentre le strutture storiche, che del Galata sono il cuore antico, sono ancora lì, da secoli. Ieri il sindaco Giuseppe Pericu non ha voluto nemmeno rispondere a chi gli chiedeva anticipazioni sul futuro del progetto, del Museo, sull'inaugurazione - già fissata al 18 marzo alla presenza del Capo dello Stato. «In queste ore il nostro pensiero è rivolto ai feriti, alla persona ancora prigioniera tra le macerie. C'è un'inchiesta, vogliamo capire cos'è successo, perchè un edificio nuovo, realizzato con tecnologie moderne e quasi ultimato, è potuto crollare. Il resto si vedrà. «Collasso strutture.le»:, per il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Genova, Davide Meta, è questa la possibile spiegazione per l'improvviso cedimento delle solette di cemento. Una tesi che trova concordi i responsabili sindacali. Si affacciano ora tre ipotesi, tutte inquietanti: errori di progettazione, errori di esecuzione dei lavori, l'impiego di materiali inadatti o insufficienti. Errori che, spe ,so, costano vite umane. Per Angelo Sotta- nis, segretario regionale ligure della federazione edili della Cgil, il bilancio del 2003 in Liguria conta già sei vittime. E la tragedia di ieri aggrava questo bilancio. Domani tutti i cantieri edili della Liguria si fermeranno, ci saranno incontri con le aziende e le istituzioni. «Per riflettere sui problemi della sicurezza, sui meccanismi che regolano gli appalti e i subappalti nelle grandi opere, per evitare altri disastri e altri lutti». Si associa Francesco Marabottini, segretario generale Feneal-Uil: «Un episodio gravissimo, che deve far riflettere». Un cantiere, quello del «Galata» per il quale il sindaco Peri- cu, l'assessore Claudio Montaldo e il presidente della «Porto Antico Spa»,,Renato Picco, preferiscono non usare il termine «modello», anche se qui come negli altri interventi - «sono state garantite procedure corrette nella trafila dei subappalti e nel rispetto delle leggi, e una particolare attenzione sulle questioni della sicurezza, anche rafforzando i servizi di vigilanza». Anche il sindacato si occupa di verifiche nei cantieri, e spesso i risultati non sono incoraggianti. Marino Tricarico, funzionario Fillea-Cgil, al «Galata» ci andava quasi ogni giorno. «Spesso non riuscivo neppure a entrare, l'atteggiamento non era di grande collaborazione. Gli operai sicihani li avevo già visti. Degli albanesi, che spesso si spostano da un cantiere all'altro, ho informazioni frammentarie. Ieri mattina, davanti al disastro, alcuni operai mi hanno confidato che facevano parte di una "squadra", agli ordini di un "caporale". Tutte cose da verificare, ma la normativa non ci aiuta». Appalti, .subappalti, obblighi di denuncia alla Cassa edile che scattano solo dopo certi importi e quando il lavoro si protrae per più mesi. E' ancora Sottanis a denunciare: «Nel cantiere del Galata avevamo avuto un paio di questioni: con una ditta che per un certo periodo non aveva pagato i suoi dipendenti e con un'altra che, sostenendo di avere un subappalto inferiore al limite di legge dei 150 mila euro, si rifiutava di versare i contributi alla cassa edile. Grazie a quei contributi avremmo potuto sapere con esattezza chi, quando, dove e come gli operai erano impiegati dalla ditta di appartenenza. E verificare l'esistenza di cottimisti, di lavoratori in nero».

Luoghi citati: Genova, Liguria, Norma