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I sogni? Sì avverano al Lingotto
I sogni? Sì avverano al Lingotto IL CONCORSO GTT I sogni? Sì avverano al Lingotto vincitori di «Prossima fermata il successo» MONICA PEROSIWO «Des yeux qui font baisser les miens, un rire qui se perd sur sa bouche...». Camerini dell'auditorium «Giovanni Agnelli» del Lingotto: da una porta filtrano le parole de «La vie en rose», canticchiata a fior di labbra da una dei finalisti del concorso organizzato da Gtt - Gruppo Torinese Trasporti «Prossima fermata: il successo», che mercoledì sera ha premiato i sei vincitori della selezione di giovani talenti musicali con un concerto di fronte ad una platea di quasi mille persone. Mancano pochi minuti all'entrata in scena e Sonia, Cristiano, Fabio, Lorenza, Elisa e Daniela si stanno concentrando o tentano di stemperare la tensione: c'è chi si ritocca il trucco, chi ripassa i testi di una canzone, chi tamburella nervosamente le dita su ogni superficie disponibile. Sei ragazzi, dai 15 ai 24 anni, che per la prima volta nella vita realizzano il sogno di salire su un palcoscenico così prestigioso. Cristiano Moro ha 15 anni, quasi metà passati dietro al rullante di una batteria. La passione per la musica l'ha ereditata dal papà architetto, sassofonista in una blues band. «Ho iniziato a nove anni con il batterista del suo gruppo», dice Cristiano che ora alterna la «militanza» in un gruppo jazz allo studio: «Per ora faccio seconda liceo, ma da grande von-ei diventare un buon turnista o fare il giornalista», spiega mentre la tensione sale alla prima chiamata sul palco. Fabio Castello, ventiduenne di Collegno, studia ingegneria e si sta per diplomare in pianoforte al Conservatorio: «Essere qui è un'emozione incredibile: anche prima, quando l'auditorium era ancora vuoto, solo il pensiero di esibirmi sul quel palcoscenico mi ha fatto venire i brividi», dice, anche se sembra il più calmo del gruppo. Nel camerino accanto le quattro cantanti si stanno preparando: «Qui sarà diverso dai soliti pub in cui suono, quando nessuno ti ascolta e solo i tuoi amici ti prestano attenzione», osserva piena di aspettativa Sonia Schiavone, 24 anni, futuro architetto col mito di Dee Dee Bridgewater: «Sarà una bella scossa di emozioni». È già mamma di una bimba di tre anni e mezzo, Lorenza Sciurba, 24 anni, talento naturale cresciuto tra le mura di un chiosco in Barriera di Milano: «Faccio la barista con i miei genitori e canto in ogni momento libero». Con l'unica aspirazione di fare qualcosa per la gente, Lorenza non sognava una vita diversa dalla sua: «Ma stasera realizzo un sogno che neanche sape¬ vo di avere». La più giovane delle cantanti è Daniela Lorusso, sedici anni appena, studentessa all'Istituto di Arti Bianche: «Canto da quando avevo quattro anni - spiega la discendente di una famiglia ad alta vocazione artistica -. I miei genitori, gh zìi, i cugini, i nipoti: eravamo tutti insieme nel gruppo musicale "La compagnia del Grillo"». La prima a sabre in scena è Ebsa Santoro, che non smette un secondo di intonare «La vie en rose»: figlia di un avvocato e una professoressa con la passione della musica. Elisa sogna di diventare una cantante professionista o un architetto: «Ma in realtà da grande voglio sposarmi, trovare un lavoro bellissimo e soddisfacente e reabzzarmi come donna e cioè come madre, moglie, cantante o architetto», dice senza un'ombra d'incertezza. Intanto, aspettando di realizzare i progetti e i sogni di una vita, Sonia, Cristiano, Fabio, Lorenza, Elisa e Daniela salgono sul palco accanto ad alcuni tra i migliori musicisti torinesi per esibirsi di fronte ad una platea che non dimenticheranno facilmente. La prossima «fermata» una scrittura per un grande concerto di Natale. Forse, come ha ricordato l'Assessore regionale alla Cultura, Giampiero Leo, «Torino è la città dei sogni: quelli che si realizzano».
Persone citate: Cristiano Moro, Daniela Lorusso, Fabio Castello, Giampiero Leo, Giovanni Agnelli, Lorenza Sciurba, Santoro, Sonia Schiavone
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