Le Regioni dicono «no» alla Finanziaria di Alessandro Barbera

Le Regioni dicono «no» alla Finanziaria IN AULA AL SENATO ARRIVANO 1900 EMENDAMENTI. IL GOVERNO CERCA 500 MILIONI PER ENTI LOCALI, RICERCA E FORZE ARMATE Le Regioni dicono «no» alla Finanziaria Tremonti: con l'arrivo dell'euro aumenti «bestiali» Alessandro Barbera ROMA Mentre sulla discussione della Finanziaria a Palazzo Madama si abbattono 1.900 nuovi emendamenti, Regioni ed Enti locali fanno qualche passo avanti con il governo ma per ora ribadiscono il loro «no» alla manovra. Nel corso di un nuovo incontro a Palazzo Chigi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha affrontato con loro il «nodo risorse». E sono in particolare le Regioni - eh ^ lamentano i ritardi nell'attuazione del Federalismo fiscale - a porre maggiori problemi: fra gli altri chiedono più fondi per la copertura sanitaria degli oltre 500mila immigrati regolarizzati dalla Legge Bossi-Fini (e più in generale per far fronte al fabbisogno sanitario), per il ripiano dei debiti pregressi e nuovi fondi per far fronte ai costi del decentramento amministrativo varato dall'allora ministro Bassanini. Se riferiscono fonti presenti al colloquio - su quest'ultimo punto il ministro è sembrato disponibile, sulle altre questioni resta il punto interrogativo. In attesa di un nuovo vertice, previsto per i prossimi giorni, un tavolo tecnico cercherà di trovare una difficile quadratura del cerchio. Dice il presidente della Conferenza Stato-Regioni, il governatore del Piemonte Enzo Ghigo: «Apprezziamo le parole del ministro, che ha definito le nostre richieste legittime e ragionevoli ma, compatibilmente con i vincoli finanziari, attendiamo risposte». «Se si vuole evitare il corto circuito istituzionale maggioranza e opposizione devono discutere l'assetto di govemance» degli Enti locali, spiega il sindaco di Roma Walter Veltroni. L'esponente diessino denuncia le «drammatiche condizioni economiche dei Comuni» che devono affrontare un'ulteriore riduzione dei finanziamenti, ldaVV8,70/.) a\Y W^oVeTia^fospettiy va obbligata di un taglio dei' servizi. Di questo, e degli altri nodi irrisolti della manovra, ieri hanno parlato a lungo il ministro Tremonti e il vicepremier Gian- franco Fini, anch'egli presente al vertice di Palazzo Chigi. Per far fronte alle richieste provenienti dal Parlamento sarebbero necessari almeno 500 milioni di euro. Fra queste i maggiori fondi chiesti dagli Enti locali, quelli a favore eh Università e ricerca, il rinnovo dei contratti di Forze armate e di polizia. C'è inoltre aperta la questione dello sblocco delle assunzioni dei vincitori dei concorsi universitari nel 2002. E se su quest'ultimo punto la soluzione potrebbe arrivare dal Senato, gli altri potrebbero essere rimandati all'esame della Camera. Dopo il via libera della Commissione, ieri la Finanziaria è approdata in Aula di Pale." ^ ) Madama con una pioggia di emendamenti. Circa 1.900 proposte di modifica, questa volta per la maggior parte dell'opposizione: altri 1.200. Tanti, considerato anche il fatto che le procedure vietano di inserire materie nuove rispetto a quelle trattate in Commissione. Un divieto nel quale è incappato anche il governo, che si è visto bocciare per «inammissibilità» dieci emendamenti sulla sanità dal presidente di turno, il leghista Roberto Calderoli. Tra gli emendamenti presentati spunta anche la richiesta del senatore Udo Eufemi di cassare l'introduzione della polizza obbligatoria anti-calamità. Ma promette scintille anche l'esame del «decretone» ora alla Camera: l'Udc conferma la proposta di inserire il condono previdenziale, un provvedimento che secondo il relatore Francesco Saverio Romano «potrebbe portare nelle casse dello stato almeno 10 miliardi di euro». Altri ne sono attesi, visto che il termine per la presentazione è slittata a martedì 11 novembre. Il ministro'Tremonti, fra gli impegni della manovra, ieri è stato ospite della trasmissione «Occhio alla spesa» di RaiUno dove, in prima persona, ha confermato la grave situazione dei prezzi che molte famiglie italiane si trovano ad affrontare. Anche se, ha rassicurato, «il peggio è ormai alle spalle». «Con il carovita -è l'analisi'del ministro - che abbiamo avuto è già tanto se uno riesce a sopravvivere. Rincari bestiali dopò l'introduzione dell'euro. Una soluzione o almeno un'inizio di soluzione c'è - ha ribadito Tremonti - e si chiama euro di carta». Giulio Tremonti

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