Cossiga: niente lìti se Fini e Casini saranno in uno stesso partito di Augusto Minzolini

Cossiga: niente lìti se Fini e Casini saranno in uno stesso partito L'EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: AL CAVALIERE L'HO SPIEGATO GIÀ' QUALCHE.ANNO FA Cossiga: niente lìti se Fini e Casini saranno in uno stesso partito «Il premier ha trOppa fidUCia nella fOrZa VinCente del marChiO di FOrZa Italia» intervista Augusto Minzolini ROMA VISPO, tagliente, ironico più del solito, per Francesco Cossiga gli anni davvero non passano mai anche perchè il personaggio si diverte. L'ex-capo dello Stato si trova, infatti, in una condizione privilegiata: assiste al gioco politico, dispensa consigli e può permettersi più di una presa in giro dall'alto della sua esperienza. E come un buon osservatore - imparziale - i suoi bersagli cambiano come i voti nelle pagelle che assegna al folto numero di dilettanti che calcano le scene della seconda Repubblica. Ora nel mirino di Cossiga è finito il vice-premier Gianfranco Fini e la sua lunga marcia verso la completa legittimazione. «La battuta dell'on. Paolo Ricciotti su Fini - " di questo passo finirà per farsi circoncidere "- è "made" in Cossiga. Ho anche spiegato all'amico Ricciotti che all'ultimo Fini non si farà circoncidere perchè dovrebbe convertirsi alla religione ebraica e probabilmente prima di assumere una decisione del genere si farà due conti scoprendo che i voti dei cattolici sono molto più numerosi...». L'ex-capo dello Stato ride di gusto di questa battuta ma poi la voce si fa più seria e va subito al punto:«Fini sta proprio esagerando». Ma lei Presidente che consiglio darebbe a Berlusconi per risolvere definitivamen- te il problema delle liti che dilaniano la sua maggioranza? «Vede io non riesco a capire perchè Berlusconi è freddo sull'idea di formare un Partito Popolare italiano chiedendo a Fini e a Casini di aderirvi. Li neutralizzerebbe, li metterebbe entrambi di fronte alle loro responsabilità e risolverebbe in questo modo buona parte dei su™ problemi». E' sicuro che i due non lascerebbero cadere questa proposta? Il centrodestra è sempre pieno di sorprese, gli attegiamenti irrazionali sono di casa, li. «Ma come farebbero a dire di no? Fini credo che abbia davvero imboccato la strada del Partito Popolare europeo e la sua scelta è senza ritomo. Figuriamoci se poi Casini può sottrarsi ad una proposta del genere». Ma lei ha mai parlato con Berlusconi di questa ipotesi in termini concreti? «Certo che sì. La prima volta addirittura fu sull'aereo che ci riportava a Roma dopo i funerali di Craxi. E da allora gli ho ripetuto questo consiglio in più idi un'occasione». E Berlusconi cosa le ha risposto? «Mi è sempre sembrato dubbioso. Lui da quel grand'uomo di marketing che è, ragiona in un altro modo. Ha altre priorità. Mi ha fatto capire che può contare sul simbolo di Forza Italia, che è un simbolo che tira, e, anche se ha omesso di dirlo apertamente. sulla sua faccia. Un ragionamento che può anche funzionare sul piano del marketing ma non dal punto di vista politico. Soprattutto non risolve i problemi che ha con i suoi alleati. Il progetto del Partito Popolare è l'unica proposta che può metterli con le spalle al muro e rendere il centro-destra un soggetto politico più compatto». Ma ha insistito con lui o ha lasciato cadere quest'ipotesi di fronte ai suoi dubbi... «Guardi addirittura gli ho proposto che se per tanti motivi non voleva spendersi lui in prima persona, lo avrei potuto fare io con il movimento per l'Europa Popolare, quello che ho messo su con Pelegrino Caplado e Bruno Tabacci.Se lui fosse stato d'accordo noi avremmo avanzato formalmente questa proposta a Forza Italia, all'Udc a Fini e magari anche ai nostri del Ppi». Anche a loro? Ma non vi avrebbero mai aderito visto che sono alleati con la sinistra... «Noi gli avremmo fatto l'invito lasciando a loro l'onere di rispondere un «no», assumendosene la responsabilità. Lo avremmo potuto proporre anche a quello che io definisco il bambino delle tricoteuse...». A chi? «A Pierluigi Castagnetti. Somiglia - e non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello politico - ai bambini che stavano sotto la ghigliottina accanto alle tricoteuse e battevano i piedi dalla gioia mentre erano investiti dagli spruzzi di sangue mentre cadevano le teste dei condannati dal patibolo». «Mi sono perfino offerto di essere io col mio movimento a portare avanti questa iniziativa» «Si potrebbe anche dare un posto ai nostri del Ppi Affari loro, poi, se non vorranno starci» HA CAMBIATO GRUPPO Francesco Cossiga lascia il gruppo misto del Senato per entrare in quello per le Autonomie, lo stesso gruppo del senatore a vita Giulio Andreotti. Cossiga lo ha comunicato ieri, con una lettera indirizzata al presidente del Senato Marcello Pera, come vuole il regolamento, e per conoscenza al presidente del gruppo per le Autonomie, la senatrice Helga Thaler (Svp). «L'ho fatto ha spiegato - sia per dare testimonianza a Andreotti, diventando anche si io collera di gruppo, sia per il valore che'attribuisco ai partiti autonomisti regionali e delle minoranze nazionali». Il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga

Luoghi citati: Europa Popolare, Fini, Roma