Tutti pazzi d'Amelie di Cesare Martinetti

Tutti pazzi d'Amelie IL NUOVO IDOLO DEI GIOVANI FRANCESI: UNA SCRITTRICE CON CUI CHATTANO IN INTERNET, IMITANDONE IL LOOK DARK Tutti pazzi d'Amelie Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI « BUONGIORNO Christophe senve sono alla ricerca di dueìnforinazioni: che musica ascolta Amelie? E qual è il suo the preferito?» «Lei - risponde Agnès - beve un the extra strong e so che lo compra da Mark&Spencer...». «Amelie - aggiunge Lisa - preferisce the keniani e indiani, molto forti e so che li lascia in infusione per almeno dieci minuti». «Per quel che riguarda la musica - dice invece GlyCeriNe - lei adora, anzi a-do-ra Bjork, ma non so se le piaccia anche David Bowie...». Ma chi è questa Amelie di cui i ragazzi parlano in una delle tante chat che lampeggiano su internet? Amelie Nothomb - cliccare su www.mademoisellenothomb.com - che ogni anno, a fine estate, da dodici anni, celebra il rito del suo nuovo libro. L'ultimo si intitola Antéchrista e in qualche settimana di vita ha già venduto 230 mila copie. È la storia di una ragazzina in difficoltà nella vita: «Avevo sedici anni. Non possedevo niente, né beni materiali, né conforto spirituale. Non avevo amici, né amori; non avevo vissuto niente. Non avevo idee, non ero nemmeno sicura di avere un'anima. Il mio corpo era tutto quello che avevo». La ragazzina si chiama Bianche. Sohtaria, bruttina e infelice, cerca e ottiene l'attenzione di un'altra ragazzina, Christa (che poi nel corso del racconto si sdoppia nell'alter ego Antéchrista), che è il suo rovescio: bella, brillante, disinvolta, seduttrice. Bianche se la porta a casa, la presenta ai genitori che ne restano conquistati e le affidano il compito di insegnare la vita al loro sgraziato anatroccolo. Introdotta nel santuario della cameretta di Bianche, Christa si spogha nuda per indossare i vestiti dell'amica. E' la mimesi di un gioco erotico e di ima scoperta, ma anche l'esercizio di un potere. La ragazza chiede a Bianche di fare altrettanto. Lei resiste: «Quando si hanno sei anni spogliarsi è niente, quando se ne hanno ventisei è un' abitudine. A sedici, spogliarsi è un atto di violenza insensata». Poi, senza capire perché, obbedisce: «Sedici anni di solitudine, di odio di se stessi, di paure inesprimibili, di desideri insoddisfatti, dolori inutili, collere incompiute, energie inespresse erano contenute in questo mio corpo...che non s'era mai mostrato al sole, bianco come il mio nome, fragile, ripiegato verso l'interno di me...» Storia minima, triste, inquieta, perdente. Facile riconoscere dietro Bianche Amébe che adesso ha 36 anni ma tuttora assomiglia a Mercoledì, la ragazzina della famiglia Addams, una streghetta dark con cappellaccio nero, gonnellona nera, guanti a mezze dita neri, stivaletti neri con i.lacci tipo Doc Martens, visetto bianco, palhdo come se fosse infarinato, labbra di rossetto scarlatto a forma di cuoricino. Mademoiselle Amébe Nothomb è un'icona e insieme un fenomeno letterario e sociale. Il suo primo libro, Hygiène de l'assassin. (Igiene dell'assas: sino, in italiano nelle edizioni Voland che hanno tradotto tutti gli altri libri di Amébe) è comparso nel 1992 e ha venduto più di mezzo milione di copie; il secondo. Sabotaggio d'amore, 450 mila; Stupeur et tremblements, (Stupori e tremori) nel 1999, ha fatto il pieno: più di un milione di copie e un film (2003) di Alain Comeau interpretato da Sylvie Testud che nelle prime due settimane di programmazione ha avuto 240 mila spettatori. Amelie Nothomb è nata a Kobe, Giappone, nel 1967. Suo padre, erede di una grande e nobile famiglia belga, ambasciatore, l'ha trascinata in giro per il mondo: dopo il Giappone, Cina, Stati Uniti, Laos, Bangladesh. Un'infanzia isolata, racconta lei, a spasso per il mondo eppure letteralmente «tagbata fuori dal mondo». Solo a 17 anni Amébe sbarca per la prima volta nella «sua» città, Bruxelles. Incontra la nonna che la scruta ben bene e poi le dice: «Spero che tu sia intelbgente, perché sei talmente brutta...». Fino a tre anni di età Amébe non ha detto ima parola; poi, l'altra nonna - più compassionevole le mise in bocca un cioccolatino (bianco) che le ha sciolto la lingua. A scuola, a Tokyo, unica non giapponese, i compagni e le compagne l'hanno spogliata completamente per vedere se «era bianca dappertutto». Suo padre, uno dei pochissimi non giapponesi a saper intonare l'antico Canto del No, le imponeva di ascoltarlo: quattro ore nella posizione tradizionale, in ginocchio, appoggiata sui talloni. Dopodiché, tra i tredici e i sedici anni, non ha più mangiato. L'anoressia, un'esperienza speciale: «Il corpo scompare a poco a poco, trascinandosi dietro l'anima e lo spirito...» Insomma il vero romanzo di Amébe è la sua vita. Un serbatoio infinito di cicatrici che hanno germogliato nei libri personaggi non comuni, eccessivi, rabbiosi, gravi, voluttuosi, spesso al limite della ragione in cui il corpo e/o la corporeità sono una presenza ossessiva. Corpi che, generalmente, soffrono o - come Bianche di fronte a Antéchrista - si muovono maldestri. Nei libri di Amelie i brutti sono veramente brutti, i grassi troppo grassi, i magri spaventosamente magri: corpi martirizzati, dentro e fuori, che restituiscono le esperienze di questa ex ragazza con la faccia da bambina che ha costruito su questa fenomenologia quasi punk la sua leggenda esistenziale. Per scrivere, racconta, ha bisogno di scuotersi dentro, di innescare una certa tensione: non dormire, non mangiare: «Più sento la fame e più sento il piacere fisico della scrittura...la scrittura mi ha insegnato a ridare al cibo la sua vera funzione: quella del semplice carburante». Che cibi? Frutti marci e the, «nero come l'inferno». Fu vera letteratura? I critici, naturalmente, sono divisi. Chi dice che si tratta di trash, chi ne parla come di capolavori. L'Académie frangaise ha premiato Stupeur et tremblements. All'origine, come quasi sempre, ci fu un rifiuto. La giovane Amelie aveva inviato il suo primo manoscritto a Gallimard, dove l'editor Philippe Sollers glielo restituì a giro di posta. Alla maison Albin Michel invece l'hanno tenuto e pubblicato dando il via al fenomeno letterario Nothomb. Le Monde le ha dedicato un'inchiesta-ritral.to piuttosto accurata. «Ci sono i cliché - ha scritto la critica Raphaelle Rerolle -, c'è la leggenda, ma non è tutto; Amébe Nothomb è una persona veramente singolare che è riuscita nel prodigio di piacere a un gr^n numero di tersone». l)Ion è quello che voglioha tutti gli scrittori? I suoi lettori, poi, sono la prosecuzione del fenomeno. A oro lei si dona, anima e corpo, con infinte sedute di chiacchiere e dediche che sembrano ricompense. Li chiamano i fous d'Amelie, i folb di Amelie; o Zes péplautes, come dice lei dal nome di uno dei forum in cui dialogano su internet, «pèplum»; o ancora, più banalmente, i «nothombophiles». Adolescenti? Si', ma non solo. Figlie, ma anche mamme, liceali ma anche universitari, insegnanti, impiegati. Forse, come le varie Amelie che agiscono nei suoi libri, persone che sono a disagio e si sentono vittime, nella vita o in ufficio, come accade in Stupeur e tremblement in cui Nothomb racconta le umiliazioni subite in un anno di lavoro realmente vissuto in una grande impresa giapponese, dove è stata assunta come interprete ed è finita a lavare i gabinetti. A tutti loro Amébe dice: «Il boia non è il più forte». Vanno ai suoi incontri imitandone il look dark: maglioni neri, cappelli neri, scarponcini nere. Le scrivono. Sanno tutto di lei. E quando non sanno, domandano sui forum, come quel Cristophe che voleva giusto sapere il the che beve Amelie. E c'è sempre qualcuno che risponde: «The nero, come l'inferno». La scrittura, racconta, l'ha aiutata a sopravvivere. I suoi libri aiutano a loro a vivere. Da dodici anni ogni fine estate pubblica un romanzo Il più fortunato «Stupore e tremori» nel 1999 ha superato il milione di copie ed è diventato un film di successo I critici sono divisi sul suo valore Secondo Le Monde è una singolare leggenda Piace non solo alle nuove generazioni ma anche a mamme e insegnanti I suoi maglioni neri escarponcinineri dettano la moda Nata in Giappone erede di una nobile famiglia belga f ra i 13 e i 16 anni è stata anoressica: «Il corpo scompare a poco a poco trascinandosi dietro l'anima e lo spirito» HP^iiil , Nella fotografia dell'Agenzia Contrasto, un'immagine di Amelie Nothomb, nuovo idolo del giovani francesi. Ha appena pubblicato Antéchrista

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