Talpe della mafia e una clinica per Provenzano

Talpe della mafia e una clinica per Provenzano PESANTI ACCUSE CONTRO MICHELE AIELLO, IMPRENDITORE E PROPRIETARIO DI UN CENTRO DI ONCOLOGIA Talpe della mafia e una clinica per Provenzano Tre arresti a Palermo: in cella anche due marescialli della Dia e del Ros Lino Abbate corrispondente da PALERMO Un Centro di alta specializzazione per l'oncologia, dove sarebbe stato curato anche il boss latitante Bernardo Provenzano; il proprietario della struttura accusato di avere avviato un team di «inteUigence» in grado di conoscere gli sviluppi di delicate indagini antimafia; ma soprattutto un gruppo di investigatori di prim'ordine, sospettati di avere ((tradito», passando informazioni riservate a Cosa nostra. Sono gh ingredienti dell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'imprenditore Michele Aiello, 50 anni, titolare del centro «Villa Santa Teresa» a Bagheria (considerato un prestanome di Cosa nostra), e di due marescialli della Dia e del Bos, Giuseppe Ciuro e Giorgio BioIo. L'indagine lambisce anche il presidente della Begione Siciliana Totò Cuffaro, che avrebbe avuto «rapporti documentati» con Aiello: il gip cita anche una pregressa «cointeressenza societaria» tra l'imprenditore e la moghe di Cuffaro. Circostanza smentita dal governatore (((A meno che mia moghe non abbia una doppia vita»), che afferma «di non essere disposto a farsi processare in piazza». È stata un'indagine «dolorosa» quella che ha portato i magistrati della Dda a guardare «dentro» i loro uffici per individuare la talpa che avrebbe rivelato a indagati di mafia notizie riservate. I pm l'hanno trovata nei due marescialli, arrestati con l'accusa di concorso in associazione mafiosa e violazione del sistema informatico della procura. Con loro sono indagati anche un dirigente della pohzia di Stato, Giacomo Venezia, un ispettore, Carmelo Maixanca, e un agente di pohzia municipale, Antonella Buttitta. Gh ultimi due lavoravano al fianco di due pm del pool antimafia. Ma le accuse più pesanti i magistrati le rivolgono a Ciuro e Biolo: avrebbero favorito Aiello, che deve rispondere di associazione mafiosa, informandolo passo passo dell'inchiesta nei suoi con- fronti. Aiello è un manager rampante, con interessi che spaziano dall'edilizia alla sanità privata. Un'ascesa inarrestabile, ((bruciata» dalle dichiarazioni del pentito Nino Giuffrè, che l'ha indicato come vicino a Provenzano. Da quell'input è partita l'indagine, giunta poi a Ciuro e Biolo, in grado di accedere a informazioni riservate. Per sicurezza, Aiello e i presunti comphci utilizzavano solo cellu¬ lari dedicati, intestati a prestanome dell'imprenditore. Il gip Giacomo Montalbano, nell'ordine di custodia cautelare, osserva: «Le condotte, gravissime e infamanti, ascritte a Giuseppe Ciuro e a Giorgio Biolo, rigorosamente ed oggettivamente riscontrate, integrano in pieno gh estremi dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento aggravato, concorso in rive¬ lazioni di segreti di uffici e accesso abusivo in sistemi informatici di interesse pubblico», con l'aggravante di aver agito per favorire Cosa nostra. Il giudice, per i due sottufficiah, parla di «marchio di infamia», e di «tradimento, la più grave delle colpe che un militare possa commettere». Aiello aveva interesse a tenere sotto controllo i magistrati che indagavano su di lui e, per i pm, Ciuro e Biolo si sarebbero dati «molto da fare» per scoprire le carte all'imprenditore. Nell'inchiesta, con intercettazioni che risalgono fino a poche settimane fa, c'è anche qualche passaggio che riguarda l'indagine in cui è coinvolto il presidente della Regione, Cuffaro. Aiello vuole sapere che cosa c'è nei verbali di interrogatorio dell'ex assessore comunale Domenico Miceh, in carcere da due mesi. E Ciuro - indicato dal gip come il «servo fedele» - risponde, confermando che i pm avrebbero cercato di mettere insieme informazioni su Aiello e Cuffaro. Il maresciallo della Dia lavorava nello staff del pm Antonio Ingroia, per conto del quale aveva condotto indagini finanziarie sul senatore Marcello Dell'Utri. E anche l'altro pm del processo Deh' Utri, Nico Gozzo, aveva come assistente Antonella Buttitta, l'agente della pohzia municipale che risulta indagata. A Palazzo di giuslteia l'indagine dei carabinieri - coordinata dai pm Prestipino, De Lucia e Di Matteo - ha suscitato sentimenti contrapposti. Da un canto il sollievo per avere individuato le talpe, dall'altro la constatazione del rischio che i giudici corrono, fuori e dentro il Palazzo. L'indagine lambisce anche Cuffaro che avrebbe avuto rapporti finanziari con il titolare dell'ospedale Il presidente della Regione Sicilia ribatte «Non sono disposto a. farmi processare in piazza» Llli di Plllft ilto II ill Ci La supercllnica di Palermoenellafoto in alto II maresciallo Ciuro

Luoghi citati: Bagheria, Palermo, Sicilia